Luna Rossa (Episodio 27)

“Un mio collega e grande amico si sposa tra due settimane e dovrò fargli da testimone, mi accompagneresti?” disse Giacomo mentre era intento a girare il risotto per la cena.

“Accompagnarti in che veste, dottore?” rispose Maddalena sorridendo, “vuoi compromettermi davanti a tutti?”

Lui la prese tra le braccia la strinse forte sussurrandole all’orecchio: “Sì, voglio comprometterti con tutta Arezzo che già mormora sulla presunta storia tra la magistrata e il chirurgo. Confermiamo che è vero e così ci faranno gli auguri. Voglio che tu sia davanti a tutti la mia donna, la mia adorata amica e compagna”.

Maddalena restò avvolta in quell’abbraccio dolce e forte che la faceva sentire bene e non invasa, al sicuro e libera di essere sé stessa. “Va bene verrò” disse sollevando la testa dalla spalla di lui e guardandolo negli occhi”.

“Brucia la nostra cena, amore, ma sono felice!” disse Giacomo visibilmente emozionato dalla conferma della sua compagna.

Maddalena sentiva una felicità che non aveva mai provato prima e tutte le ombre di paura e quel sentirsi inadeguata che l’aveva perseguitata per tutti quegli anni era come se si fossero disciolti nei raggi di quella luna rossa della sua infanzia. Giacomo con la sua dolcezza era arrivato al momento giusto con quel suo modo di essere uomo, non forte per un presunto potere, ma nella capacità di riconoscere e manifestare i propri sentimenti.

“Dobbiamo prenderci qualche giorno di vacanza, Maddalena, così potremo andare nella mia casa a Numana a goderci il mare”.

“Quando sarà risolto il caso Pardi-Ridolfi andremo, le indagini stanno avendo una svolta, è questione di giorni” rispose lei. “In agosto poi verresti con me in Sicilia? Ho promesso a mia zia di ritornare e ho tanti problemi burocratici da risolvere con varie proprietà che non curo da anni”.

“Ah! Allora non sono solo io che voglio comprometterti, anche tu vuoi farlo con me e pure in Sicilia!” rise Giacomo mentre la strinse ancora una volta a sé baciandole dolcemente i capelli.

Quella mattina Giacomo uscì molto presto perché aveva un intervento chirurgico importante e Maddalena, ormai sveglia, pensò al caso Pardi-Ridolfi e alla testimonianza chiave di Agnieszka Nowak che doveva incontrare il giorno dopo. Comunque, Pardi la convinceva sempre meno con quella sua ostentata sicurezza e Anna Ridolfi, invece, non si era mai contraddetta nella versione che dava dei fatti e le sembrava sincera in quella verità dolorosa che esprimeva.

Quando Maddalena arrivò in ufficio l’agente Rubini le riferì che l’avvocata Staiano del centro antiviolenza che seguiva Anna Ridolfi aveva urgente bisogno di parlarle e che l’avrebbe richiamata entro un’ora. Infatti, puntualmente, Eleonora richiamò la procura riferendo a Maddalena che c’era una donna che voleva testimoniare per una violenza subita da Pardi dieci anni prima e che era disposta a parlarle anche subito. Maddalena, capita l’importanza di quella nuova testimonianza, dette loro appuntamento mezz’ora dopo. Apprezzava molto l’avvocata Staiano che da anni collaborava con quel centro antiviolenza e aveva aiutato tante donne vittime anche di tratta a uscire da quei circuiti mortali. Le due donne arrivarono puntuali e Daniela Ciolfi raccontò con la voce ogni tanto rotta dall’emozione quello che aveva subito da Pardi e tutti quegli anni di silenzio e di vergogna che aveva vissuto. Pianse Daniela tra le braccia di Eleonora dentro quella stanza in cui, con la sua firma su un verbale, poteva chiedere giustizia per lei e anche per tutte le altre. …continua.

 

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

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