Lunedì, 08 Marzo 2021 10:05

La celebrazione della donna in Dante, Petrarca e Boccaccio

''Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo.'' Malala Yousafzai

I ragazzi della classe 2E della Scuola Secondaria di Primo Grado del comune di San Benedetto dei Marsi (AQ) dell’Istituto Comprensivo Fontamara, coordinati dalla Prof.ssa Ferrantina Percossi, hanno elaborato un testo per raccontare la figura della donna nel corso della storia, attraverso citazioni di illustri personaggi della letteratura italiana quali Dante, Petrarca e Boccaccio.

''Perché no? Perché non celebrare la donna a partire dalla lezione che la letteratura italiana ci ha dato? A dirla con Calvino “un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire” e a noi, alunni della classe 2 E della Scuola Secondaria di I Grado di San Benedetto dei Marsi, i grandi Trecentisti hanno insegnato molto sulla figura della donna. Nel Trecento le donne erano viste come esseri, fisicamente deboli e moralmente fragili, da proteggere sia dagli altri che da se stesse. Nobili, lavoratrici cittadine o religiose di un convento erano sottoposte alla sorveglianza e alla guida degli uomini, non potevano sostenere un’attività in proprio, neanche dopo una vedovanza, infatti l’universo femminile era limitato dalla legge della corporazione la quale stabiliva che ogni amministrazione doveva essere integrata da un uomo. Molti poeti, cantanti, scrittori hanno celebrato non solo la loro bellezza, ma anche l’importanza del ruolo nella società che, nel passato era nascosta dietro l’uomo. Dante, Petrarca e Boccaccio, collocati in un‘epoca e in un contesto sociale che non valorizzava la figura femminile, sono stati precursori della moderna concezione della donna, l’hanno valorizzata, rispettata e addirittura idealizzata, facendola diventare uno strumento di elevazione morale, capace di migliorare l’uomo. Nella poesia stilnovistica, di cui Dante è rappresentante, infatti, la donna è concepita come una figura angelica, una creatura perfetta di cui l’uomo, non riuscendo ad esprimere la perfezione (“ogne lingua deven tremando muta”), ne tesse le lodi.  LA DONNA-ANGELO ha, come sue caratteristiche morali, virtù quali la gentilezza, l’onestà e l’umiltà. E’ un essere superiore, più celeste che terrestre “e  par sia cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare”. Tutto in questa donna ricorda lo splendore e la perfezione del cielo, tanto che al suo passaggio sembra emanare una luce sovrannaturale. La DONNA-ANGELO ha la capacità di elevare l’animo dell’uomo che attraverso il suo saluto diventa più nobile, virtuoso, si avvicina a Dio e riceve la salute cioè la salvezza dell’anima. Lo scopo dei poeti dello Stilnovo, come appunto Dante, non è amare ed essere ricambiati, ma cantare le lodi della donna, contemplarne la perfezione come se fosse una sorta di divinità. Lo stesso Alighieri, attraverso l’amata spiega la figura di donna-angelo proposta dallo Stilnovo: Beatrice è talmente bella che sembra scesa dal cielo, cammina leggera tra la gente che rimane senza fiato davanti a tanta bellezza. Ella, dal Paradiso, diventa la guida che aiuta Dante a superare lo sconforto e a trovare le energie per nuovi progetti intellettuali e poetici. Nelle tre cantiche della Divina Commedia il Poeta, inoltre, colloca degli esempi di figure femminili, Francesca da Rimini, Pia de’ Tolomei, Piccarda Donati e Costanza D’Altavilla, per testimoniare e indirettamente condannare la violenza contro le donne. Francesca e Pia furono uccise dai mariti (violenza fisica), Piccarda e Costanza furono costrette a sposarsi contro la propria volontà per ragioni politiche (violenza psicologica).

Nel Canzoniere di Petrarca la donna, Laura, non viene più considerata il tramite per raggiungere Dio, come accadeva per Beatrice, ella è una donna in carne ed ossa e la sua descrizione acquisisce una certa soggettività. Il suo sguardo è luminosissimo, l’espressione del suo viso muta velocemente, la sua bellezza è temporanea in quanto con il tempo invecchia, ma non perde la sua bellezza interiore. 

Anche per Boccaccio la donna ha semplicemente tutti i connotati di un essere umano, tuttavia degno di attenzione è il fatto che egli indirizzi il Decamerone principalmente alle donne del suo tempo, in quanto ad esse, diversamente dagli uomini (occupati in mille faccende), sono concesse poche distrazioni e trascorrono la maggior parte del tempo chiuse nelle proprie stanze. Egli tenendo in debita considerazione le stesse, con la sua opera vuole offrire loro modelli di comportamento, insegnamenti attraverso i quali liberarsi dalla sofferenza, dalla malinconia e godere con serenità dei piaceri della vita.  

Le donne a lungo condannate ad una posizione di subalternità, guerriere instancabili, sono riuscite con il tempo ad occupare il giusto ruolo che spetta loro nella società anche a costo della vita. Dante, Petrarca, Boccaccio, hanno saputo cogliere la grandezza della figura femminile ed ognuno, a modo suo, ha contribuito a celebrarne la dignità di persona degna di essere amata, rispettata ed apprezzata''.

Grazie a Cristel Di Gaetano, Federica Piccone, Nicole Taccone, Azzurra Di Vittorio, Laurino Falcone, Francesca Mocerino, Chiara Tarquini, Loris Malandra, Michele Del Fosco, Mirco Falcone, Berardino Trinchini, Veronica Rossi, Lorenzo Di Sipio, Andrea Ricci, Andrea Elena Marin, Saad Elqjairi, Najwa Bousetta e Mohamed Elbattoui.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

 

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