Benvenuti a Padova

Finalmente sono riuscita a trovare qualcuno che mi ha dato fiducia e mi ha affittato un monolocale.

Padova, arriviamo, e che la nuova vita abbia inizio.

Una nuova realtà semplice ma importante. Ho avuto la fortuna di trovare un monolocale di 35 mq in centro, ma non troppo. Tutti i servizi a portata di “piedi”, incluso l’ospedale del quale facciamo uso frequente.

Ma forse vale anche la pena di scrivere come ho trovato questo appartamento. Un annuncio su uno dei tanti siti. Chiamo la proprietaria e spiego la situazione. Semplice: niente busta paga come garanzia, niente lavoro ma l’unica cosa che conta è solo la mia parola.

Credo che sia valsa più di qualunque foglio di carta scritto. Nell’arco di 15 giorni eravamo già a Padova.

Locale veramente piccolo ma è solo un particolare.

Finalmente abbiamo lasciato la Sicilia coi suoi lamenti stagnanti.

Le prime cose che ho notato erano i marciapiedi, gli scivoli, le auto che si fermavano quando dovevamo attraversare.

Moltissime biciclette. E visto che abito in una zona del dormitorio universitario, diverse lingue che entravano dalla finestra e un rumore continuo di trolley.

Che bello, veramente un altro modo! Si ricomincia tutto.

Appuntamenti dagli assistenti sociali, residenza, iscrizione all’ASL, scelta del medico. E già che ci siamo tutte le visite di controllo per Karolina.

E visto che siamo in primavera, tutto ci parla di una rinascita.

Prendo contatti con l’assistente sociale dell’ASL, referente per la mia zona. Parliamo. Cerchiamo di capire come dobbiamo affrontare la nostra situazione decisamente disagiata. E per la seconda volta nella mia vita, vedo che il mio problema, cioè la gestione di Karolina, non sarà tutto sulle mie spalle (la prima volta è stata quando ho conosciuto il dott. Ch.).

Qui ci sono diverse strutture che possono rendere la mia vita più leggera prendendo in carico mia figlia. Anche se, come dice l’assistente, i tempi d’attesa saranno lunghi. Si parla anche di due anni. Per niente scoraggiata cominciammo il nostro nuovo viaggio, sapendo che il tempo passerà comunque e qui almeno ho una speranza che sto aspettando una soluzione concreta.

Intanto la stessa assistente si muove per trovare anche una soluzione meno risolutiva, ma che permette a Karolina di passare qualche ora senza la presenza della mamma. E viceversa.

Un piccolo passo alla volta ma pur sempre avanti. E la vita ci continua a sorprendere.

Arrivate all’inizio di marzo, nel mese di giugno troviamo già il posto in uno dei centri per poter inserire la ragazza.

Due mattine alla settimana. In più due pomeriggi in un’altra struttura. Anche se si tratta di poche ore, è comunque fondamentale per entrambe. Essere costrette a stare insieme 24 ore su 24, per quanto due persone possano volersi bene, diventa una prigione.

Ma la fortuna passa ancora un’altra volta dalle nostre parti: dal mese di ottobre troviamo, sempre nella stessa struttura, il posto per il tempo pieno. Altro che due anni.

Cerchiamo anche di riprendere la terapia, visto che i suoi problemi non siamo riusciti a lasciarli in Sicilia. La neuropatia è voluta venire con noi in Veneto. E questa volta scopro che non è tutto rose e fiori. Disorganizzazione, difficoltà ad affrontare un caso complesso come il nostro e il solito “scarica barile”.

Mai mollare, mai sottovalutare. D'altronde sono o non sono nata guerriera?

La tenacia non mi manca e oggi abbiamo superato anche questo scalino.continua...

 

Krystyna Kubaczewska

 

LA RESILIENZA

 

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