Stella stellina...che cosa si avvicina?

Ritorniamo nel tempo. Siamo alla fine del 2003.

Karolina sta peggiorando, soprattutto dal punto di vista nefrologico (renale). I controlli sono sempre più frequenti, i valori di riferimento continuano a salire. Ma sta male anche fisicamente, e si vede ad occhio nudo. Fa sempre più fatica a camminare, a stare seduta, non riesce nemmeno a tenere la testa "in piedi". Non posso più guardarla così. Prendo in braccio questo corpicino che mi pende da tutte le parti e andiamo dal medico di base. Entriamo nello studio, sento dietro i commenti: "Ma è entrata senza fare la fila."

Il dottore le passa la lucina davanti agli occhi e dice:

“Va bene, la bambina reagisce ancora”.

Mi sembra alquanto ridicolo.

Basta. La portiamo insieme ad un amico a Messina. Vado dal solito medico che ultimamente ha perso un po' di punti. Si decide il ricovero. Prima cosa è fare EEG.

Aspetto fuori dalla stanza.

Escono.

Li guardo.

Loro si guardano.

Silenzio.

Non mi piace ciò che dicono le loro bocche chiuse. Ma i loro corpi parlano, e non mi piace nemmeno quello. Non lo voglio capire, ma quanto sono esigente, non mi piace niente.

Voglio che mi dicano qualcosa di diverso.

“Allora?” chiedo.

Un’altra lezione di vita: non fare le domande per le quali non conosci le risposte, non farle nemmeno se sai che le risposte che ti verranno date, non saranno di tuo gradimento.

Mi rispondono:

“C'è solo da spararsi”

Resto. Anzi, ci resto in tutti i sensi. Come?! "C'è solo da spararsi. Ma loro sono già andati avanti. Mi sa che sono rimasta ferma. Chiedo con lo sguardo qualche spiegazione al medico che mi passa accanto, dottor Ch.

“Signora, siamo qui e combattiamo.”

Questa risposta mi piace di più.

Iniziano le corse, deve iniziare la dialisi immediatamente. La portano in sala operatoria, mettono il catetere giugulare. Un tubicino che entra nella vene del collo, filo di sutura e cerotti, per renderlo più stabile. Ma non è stato semplice. Le vene non sono piccole, e qualunque imprecisione o un attimo di incertezza portano ad un'importante perdita di sangue. La riportano in stanza, il pigiama è da cambiare, è inzuppato.

Di nuovo quell'odore: il sangue fresco.

Pausa, riprendiamoci . Troppe corse.continua...

 

Krystyna Kubaczewska

 

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