Sabato, 04 Settembre 2021 15:08

Karolina ed il suo amico a quattro zampe

Se da una parte ha paura dei cani, soprattutto quelli piccoli (certo, abbaiano sempre, ti saltano addosso, sono invadenti), dall'altra con i cani grandi non ha problemi. Ma un giorno ha superato se stessa. Un’amica che sapeva che volevo un cane, mi chiamò e disse:

“Vieni, ne abbiamo uno che ti potrebbe piacere”.

Io avevo già cambiato idea, ma mi era sembrato brutto dire di no. Ho pensato tra me e me: andiamo lì, Karolina si spaventa e non si fa niente. Salvo capra e cavolo. E invece no. Entriamo nel giardino, cane da una parte, Karolina dall'altra. Partono entrambi come se fossero dei vecchi amici che non si vedono da anni. Una festa. E pensare che questo cane fino a poche ore prima non si faceva avvicinare da nessuno. Siamo tornati a casa con Ciccio, Karolina gli ha dato questo nome. Ma la cosa più curiosa era l'effetto che faceva su di lei nei momenti di rabbia. Nel momento stesso che si manifestava con i morsi, grida e pizzicotti vari, svaniva come per magia solo se riuscivamo a far appoggiare la sua mano  sul cane. Diventava un’altra bambina da un secondo all'altro. Purtroppo abbiamo dovuto allontanare il cane quando ha iniziato la dialisi. Non che la presenza del cane in casa fosse vietata, ma conoscendo Karolina e il suo modo di giocare con il cane, continui salti che faceva l'animale, il catetere che aveva nella pancia era continuamente a rischio sia per la rimozione che per le infezioni.

Ciao Ciccio. Ha trovato un nuovo padrone.

Ma torniamo a Messina e alla nostra nuova vita. Ho imparato in fretta l'uso della macchina e i risultati della dialisi sulla bambina si vedevano ad occhio nudo. Infatti, dopo un mese dal ricovero è uscita con i suoi piedini dall'ospedale. Come è stato emozionante vederla camminare di nuovo. Diamo sempre troppe cose per scontate o dovute. E comunque il nostro punto di vista è soltanto nostro, e cambia in base alla situazione. Ora ero felice perché mia figlia faceva la dialisi, ciò che prima mi terrorizzava, ora mi portava gioia. Ma soprattutto le permetteva di vivere.

Prima di tornare a casa, sono andata a salutare il professore.

“Ma quanto sono contenta che lei quel giorno non avesse con sé il fucile”.

“Perché mi dice questo?”

“Aveva detto che "c'era solo da spararsi"...”

“Oggi posso dire la verità, sua figlia aveva il tracciato piatto. Nessuno pensava che ne sarebbe uscita”.

“Menomale che lei non lo sapeva, brava Karolina”.continua...

 

Krystyna Kubaczewska

 

ANNO 2004. MIA FIGLIA KAROLINA INIZIA LA DIALISI

 

 

 

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