Comitato Ascoltami. La storia di Carmen

Carmen è splendida nella solarità dei suoi 26 anni.

Ha in sé l'allegria di una giovane donna e la maturità di essere mamma di due bambini.

È felice, spensierata, vive serena accanto all'uomo che ama.

È consapevole di avere una patologia da dover tenere controllata.

Le hanno riscontrato quella che viene definita un'ectasia del bulbo aortico (allargamento dell'aorta toracica che, se dovesse crescere potrebbe diventare un aneurisma), che però è costantemente monitorata e ormai da tempo non subisce alcuna variazione rispetto alla sua dimensione.

Carmen trova finalmente lavoro a scuola, ma per poter essere assunta è obbligata, da un decreto del governo, a esibire il certificato verde che attesti che si è sottoposta a quella che viene definita “vaccinazione anticovid”.

Deve iniziare il primo giorno di settembre quindi il 31 agosto 2021 si reca all'hub vaccinale dove fa presente al camice bianco che si trova di fronte, la sua accertata situazione medica.

“Non si preoccupi, stia tranquilla, andrà tutto bene”

Cinque minuti dopo, con il cerotto al braccio, si sente stordita, accusa i sintomi della fotofobia, ma va a casa credendo alla versione (tra le più diffuse ultimamente) che la sua è verosimilmente una condizione dovuta all'agitazione.

Andrà tutto bene.

Il 5 Settembre (pochi giorni dopo essere stata sottoposta ad un trattamento sanitario del quale non si conoscono ancora tutti gli effetti) mentre è a casa, perde conoscenza, e quando si riprende si rende conto di essere completamente incapace di mantenere l'equilibrio. Il marito preoccupato la porta subito all'ospedale.

Ha una retropulsione del tronco.

La sua pressione è alle stelle, le viene fatta una tac alla testa dalla quale però non risulta nulla e viene rimandata a casa.

Tre giorni dopo torna al pronto soccorso.

Il braccio le fa male e si sente scoppiare il petto. Fatica a respirare.

Paura.

Dolore.

Pensa ai suoi bambini che la aspettano a casa.

Viene sottoposta ad una angiotac che rivela una crescita dell'ectasia aortica.

Ora misura 4 centimetri. Il primo settembre, data dell'ultimo controllo ne misurava 3,5

Probabilmente è stressata. Questo si sente dire Carmen.

Il 23 settembre le si blocca il braccio sinistro e il lato sinistro del viso.

L'ennesima corsa in ospedale.

Stavolta viene sottoposta al protocollo Stroke, per sospetto ictus.

Negativo.

Viene messa in osservazione nel reparto subintensivo per “un attacco ischemico transitorio”

Di tutti i medici che vede qualcuno a bassa voce le sussurra che i suoi sintomi potrebbero essere una conseguenza del siero anticovid. Forse?!

Paura.

Ansia.

Incredulità.

Frustrazione.

I suoi bambini aspettano a casa la loro mamma.

Quando esce dall'ospedale, la pressione di Carmen è simile al movimento delle montagne russe.

Il suo cuore a riposo, in un minuto batte 151 volte.

Il medico di base le dice che i suoi sintomi sono dovuti all'ansia.

Il cardiologo dal quale la mandano le prescrive dei betabloccanti.

Il tempo passa … Carmen continua a star male...

Stavolta, il suo corpo brucia dall'interno.

Si sente il fuoco addosso.

Il dolore nel lato sinistro del torace le impedisce di respirare.

Inizia una serie di visite specialistiche a pagamento.

Va dallo pneumologo, poi dal reumatologo che le diagnostica una disautonomia del sistema nervoso.

Per questo fatica a respirare. Il suo sistema nervoso è andato in tilt.

Ha continue contratture muscolari.

È il reumatologo a fare il primo passo verso una logica consapevolezza.

Le redige un referto nel quale certifica una fibromialgia post “vaccino”.

Carmen cambia anche medico generico.

In quello che la segue da tempo, ha perso fiducia.

I problemi continuano, non la lasciano mai.

In bocca ha sempre un forte sapore metallico.

Fatica ancora a mantenere l'equilibrio.

Ha paura di stare sola in casa.

Ha timore di perdere ancora conoscenza.

Continuano gli spasmi muscolari anche se sembrano piano piano diminuire.

In una email il suo vecchio dottore di base, ora che lo ha cambiato, le scrive che in effetti forse, probabilmente, Carmen ha avuto dei “fastidiosi” effetti avversi dopo l'inoculazione del siero anticovid.

Tramite il Comitato Ascoltami, Carmen entra in contatto con altri specialisti, interessati ad ascoltarla e ad aiutarla. Comincia una nuova trafila alla ricerca di dottori che la aiutino a capire e risolvere quello che le sta accadendo. Ancora una volta, tutto a pagamento.

Finalmente un medico di Genova, ben lontano da dove lei abita, redige un certificato sul quale dichiara che lei non può sottoporsi ad un'altra iniezione, visti gli effetti causati dalla prima

Il dottore non le rilascia però l'esenzione, per cercare di ottenerla la rimanda al medico di base o all'hub vaccinale.

Carmen fiduciosa, con in mano il referto di uno specialista, che di suo pugno attesta che non può sottoporsi nuovamente ad un trattamento sanitario che le ha già causato enormi problemi, va al centro vaccinale. Fa vedere tutta la documentazione al camice bianco che si trova di fronte.

Esce senza esenzione. Nessuno gliela fa.

Carmen se ne va.

Delusione.

Sconforto.

Abbandono.

Aprile 2022...

Come sta Carmen?

Vorrei darvi belle notizie, ma non posso.

Questo articolo è iniziato con una donna che stava bene, ma non posso finirlo nello stesso modo.

Carmen è preoccupata, arrabbiata, sfinita, delusa.

A Carmen il 31 agosto 2021 hanno iniettato un farmaco dicendole che sarebbe andato tutto bene.

Non è stato così.

Perché continuare ad ostinarsi a voler effettuare un'altra iniezione a chi ha già avuto notevoli danni dalla prima?

Non è forse vero che un medico, a seguito di una brutta reazione non somministrerebbe mai ad un paziente lo stesso farmaco?

Sono tante le domande da porsi.

Ora Carmen però ha il diritto di essere ascoltata e curata e questo potrà accadere solamente se troverà disponibilità, empatia e medici che si assumano la responsabilità della loro professione.

Carmen non è la sola a combattere per poter stare di nuovo bene.

Sono in tanti nella stessa situazione.

Creare unione è l'unica via possibile per aiutare le persone che si trovano in situazioni di sofferenza...

Aiutiamoci ad aiutare.

 

Articolo a cura di Viviana Donadello

 

Condividi