“Oltre la disabilità....”. La storia di Eleonora

Conoscendo Eleonora posso tranquillamente dire che è quella che viene definita una “capa tosta”.

Chiacchierando con lei, si riesce a percepirne la forza e la determinazione nel raggiungere i suoi obiettivi.

Eleonora e il suo gemello Andrea nascono e crescono in una famiglia unita davanti a tutte le difficoltà.

Mamma Silvana e papà Massimo sono genitori amorevoli, sempre attenti e presenti.

Le estati le trascorrono tutti insieme in campeggio dove Eleonora si diverte a sfrecciare lungo le stradine sterrate per raggiungere la spiaggia e tirar mattina attorno ai falò.

È sempre circondata da amici, e ha una capacità innata di essere una leader.

Non si fa comandare da nessuno, è lei a trascinare i ragazzi.

Eleonora è anche una tifosa sfegatata di calcio.

È l'operatrice di un'associazione che Eleonora frequenta che la invita per la prima volta ad una partita.

La sua squadra del cuore è il Perugia.

Va alle trasferte, fa chilometri e chilometri per la sua passione.

Insieme ai suoi amici fa il tifo e nel corso del tempo colleziona tantissime fotografie con i suoi beniamini.

Eleonora mi racconta che allo stadio, sulle tribune, vive una socialità diversa da quella che conosce da sempre.

Tra tutte le sue passioni trova anche il tempo di studiare e si laurea alla facoltà delle Professioni biologico sanitarie di Perugia.

Fa un master in economia sanitaria, più un altro di primo e secondo livello, alla Sapienza di Roma, nel coordinamento delle professioni sanitarie. 

Adesso è coordinatrice sanitaria all'ospedale di Perugia, e crea start up nello stesso ambito.

Ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale a Deruta.

Quando le domando il perché della sua scelta di studi, mi risponde che è stata una strada del tutto naturale per lei.

È nata, cresciuta e vissuta a stretto contatto con medici e ospedali.

Forse ancora non ve l'avevo detto, non è la prima cosa che noto, quando parlo con questa donna straordinaria.

Eleonora soffre di semidispledia spastica. Una condizione la sua, verificatasi durante il parto, che la porta a subire un rallentamento delle sinapsi.

La sua patologia la costringe su una sedia a rotelle, ha sempre bisogno di assistenza nei bisogni quotidiani, quelli che potendo muoverci liberamente, noi diamo per scontati.

Silvana e Massimo, i suoi genitori, le stanno accanto, la supportano, la stimolano, fanno di tutto per rendere il suo presente ed il suo futuro più autonomo possibile. Con suo fratello Andrea fanno la stessa cosa, anche lui soffre della stessa patologia, ma la sua condizione è molto più invalidante.

Mamma Silvana si trova a dover anche combattere con un brutto male, per più di una volta, ma la forza e il coraggio in questa famiglia sono all'ordine del giorno.

“Ma qualcuno vi aiuta?” Chiedo ad Eleonora.

“Sì qualcuno c'è, devo ringraziare tra gli altri, i fantastici ragazzi della cooperativa sociale Nuova Dimensione di Perugia, che sono stati per me come fratelli e sorelle.”

Io conosco la forza di Eleonora, ma quando lei mi dice:

“Io non voglio una vita semplice, io nella vita voglio fare quello che piace a me”

o ancora

“Io praticamente ho tutto, non saprei cosa chiedere di più”

Mi rendo conto della grandezza di questa persona.

Poi si ravvede e sorridendo mi confessa che una cosa che desidera ancora c'è:

“Sai come donna io ho voglia di vivere per conto mio, avere i miei spazi e un'indipendenza diversa da quella che ho, vivendo con i miei genitori.

È innegabile che Eleonora abbia una disabilità importante.

Nella testa però mi ronza una domanda.

Perché così spesso capita che ci si focalizzi solo sulla disabilità dimenticando l'essere umano?

Perché Eleonora è prima di tutto una donna. E io non posso fare altro che ammirarla.

 

Articolo a cura di Viviana Donadello

 

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