L'inverno delle margherite

Carla si guardò attorno e non vide nessuno accanto a sé. Non si stupì, anche se una punta d'intenso dolore le attraversò rapidamente il corpo; eppure, andando appena a ritroso nel tempo, aveva ingenuamente creduto che esprimere se stessa e vivere nel quotidiano, apportandovi atteggiamenti e gesti che le erano consoni, pregni dei valori con cui era cresciuta e sui quali aveva, finora, impostato la sua vita, le avrebbe riempito l'esistenza di relazioni, di conoscenze ed amicizie. Invece quasi il deserto attorno..... eppure continuava a crederci, a quei valori: l'attenzione nei confronti degli altri, il rispetto (soprattutto delle differenze), una gentilezza che le sgorgava dal profondo, la fiducia, quasi infantile, nelle persone.

Con Carla il destino (il caso?) non era stato clemente, poiché si era ritrovata, poco più che ventenne, con una disabilità destinata ad accentuarsi negli anni. Eppure aveva cercato, pur con i suoi problemi e i suoi limiti fisici, di amare, di porsi "così com'era" nei confronti della realtà. E questo era il risultato? Quasi il deserto attorno. Tenere e struggenti le lacrime s'affacciarono copiose dai recessi più intimi e reconditi della sua anima. Era inverno, eppure le margherite avevano continuato ad occhieggiare nei campi. Che strano inverno! La frenesia delle persone, le innumerevoli ed inutili maschere che spesso indossano, un impietoso individualismo. Poi improvviso, avvertì un refolo d'aria fresca, che sembrava portare con sé il profumo dell'acqua: acqua di lago. Carla riprese allora a respirare, tranquillamente, s'asciugò il viso e decise che avrebbe continuato nel suo "percorso d'amore", verso la vita, verso gli altri. Senza turbarsi più di tanto se, attorno a sé, avrebbe continuato ad esserci il deserto. Non era comunque sola. Cominciò a sperare nel prossimo inverno, col freddo tonificante, la pioggia e la neve che nutrono la terra. E, nel suo animo di donna, di persona, il calore della Vita che trova espressione nel reale. E così, quieta, si predispose ad attendere un altro inverno senza margherite.

 

Articolo a cura di Daniela Minozzi

Condividi