Un angelo di nome Elisa

Lei è Elisa Pardini, la bambina di quasi sei anni, di Azzano Decimo, affetta da una gravissima forma di leucemia. Il cuore della piccola Elisa ha smesso di battere il 9 aprile 2020 al Bambin Gesù di Roma, dopo più di tre anni di ricovero e due trapianti di midollo. Lo avevano annunciato papà Fabio e mamma Sabina, nel profilo social utilizzato per la campagna di sensibilizzazione alla donazione del midollo.

Per mesi, con tutti i mezzi possibili, papà Fabio Pardini era andato alla ricerca di un nuovo donatore, ma, malgrado il grande numero di risposte, non è stato trovato nessuno e di conseguenza il 28 novembre 2019 a Elisa veniva infuso un secondo trapianto di cellule staminali, che aveva ad oggetto il materiale organico dello stesso donatore del primo trapianto.

Il 29 novembre 2020, papà Fabio pubblica un post su facebook, nel quale dà voce a quello che lui e mamma Sabina hanno vissuto a partire da quel terribile giorno.

“Il 28 novembre 2019 – scrive Fabio Pardini -  giusto un anno e un giorno fa, a Elisa veniva infuso un secondo trapianto di cellule staminali, per un secondo trapianto di midollo osseo, dallo stesso donatore del primo trapianto, che era già fallito. Vennero trapiantate le cellule dallo stesso donatore, da cellule congelante che erano state prelevate la prima volta. Non fu mai richiamato lo stesso donatore, per sperare di poterle avere fresche e poterci forse dare una speranza in più per poter salvare Elisa... Anche una speranza in più poteva forse essere determinante. Ci fu "CONSIGLIATO" da parte dei medici che si occupavano del caso, di non dare assolutamente notizia della data del secondo trapianto, se non solo dopo l'avvenuta infusione, almeno il giorno dopo, cioè il 29 Novembre 2019, per non creare un caos mediatico. Abbiamo affrontato l'impossibile per trovare un altro donatore, facendo appelli praticamente con tutti i mezzi di informazione a livello internazionale, in quanto eravamo praticamente certi dell'insuccesso. Purtroppo questo donatore non si è mai trovato e forse nemmeno il primo era abbastanza compatibile. Infatti, solo dopo 45 giorni dall'infusione, Elisa si è riammalata con situazioni devastanti che oltretutto si erano manifestate anche nel primo trapianto. E di seguito, dopo pochi mesi, la morte con una sofferenza inimmaginabile. Piccola dolcissima e indifesa Elisa siamo tutti con te. Non ti lasceremo mai e poi mai sola”.

Fabio continua a parlare di sua figlia Elisa, ci sono giorni in cui il dolore gli soffoca il cuore, ma continua la sua lotta, per fare in modo che il volto e il nome di questa bimba lacerino il velo dell’indifferenza verso i bambini malati, costretti a vivere in isolamento negli ospedali, sono figli di genitori con il cuore in frantumi, distrutti fisicamente e psicologicamente e azzerati dal bisogno materiale di prestare le cure necessarie.

Dopo la morte della piccola Elisa, l’ADMO Roma ha scritto: “Grazie ad Elisa l’Italia intera per la prima volta ha scoperto che con un piccolo gesto c’era la possibilità di aiutarla e di aiutare tanti bambini e persone che come lei, erano in attesa di un trapianto di midollo osseo.
Ha mandato il sito ADMO in tilt, incessanti le chiamate per informazioni e per le tipizzazioni a tutte le ore del giorno e della notte. La sua storia ha scatenato una piccola rivoluzione; con il papà Fabio sempre in prima linea per aiutarla a combattere la sua guerra contro una delle leucemie più aggressive.
La mamma riservata e silenziosa ha dedicato la sua vita a lei, per non farle mancare mai niente, per darle tutto l’amore che poteva. Elisa lascia in eredità tanti ragazzi iscritti al registro, tante speranze di vita per altri malati, qualcuno di loro è stato anche chiamato a donare.
Elisa, indirettamente, ha salvato vite. La sua breve presenza in questo mondo ha fatto uscire il buono delle persone che l’hanno conosciuta, anche se l’hanno vista solo attraverso i social.
Non ha visto il mondo ma ha scatenato il bene in tutti noi, ha aperto i cuori di tutti e ci è entrata.
Ora Elisa è parte di noi e noi non la faremo uscire”.

Elisa non uscirai mai dal nostro cuore, grazie.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

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