Maria Antonietta:''Fin qui tutto bene''

Lei è Maria Antonietta, una donna che ha sconfitto il tumore al seno, grazie alle cure e ai passi in avanti compiuti dalla ricerca scientifica. Oggi questa bellissima donna ci racconta la sua storia.

“E’ successo tutto durante le vacanze estive dell’anno 2018. Da qualche giorno avvertivo un dolore e bruciore molto forte e persistente al seno destro, che si accentuava con il movimento e metà del seno lo sentivo al tatto duro. Premetto che ad aprile avevo già eseguito la mammografia annuale di controllo, che non aveva evidenziato nulla di sospetto. Dopo un po’ di giorni dalla comparsa di quei dolori, decido di andare dal medico di famiglia, il quale mi dice di stare tranquilla, secondo lui potevo aver preso un colpo, una gomitata senza rendermene conto, mentre facevo sport. Comunque, data la sua scrupolosità, decide ugualmente di prescrivermi un’ecografia urgente.

Il 4 di agosto mi presento al centro senologico dell’Ospedale San Salvatore di L’Aquila, mi sottopongo all’esame e, purtroppo, si evidenziano delle anomalie. Mi rendo conto dallo sguardo della dottoressa che qualcosa non va, oltre ad una tumefazione si rileva un’area disomogenea di circa tre cm e lei, con garbo, mi suggerisce di fermarmi per effettuare un prelievo di tessuti. Molto preoccupata, mi siedo in sala d'attesa e attendo il mio turno. Nulla accade per caso…. mentre aspetto davanti la porta entra una collega molto stimata e amata dal mio papà, che è scomparso da quattro anni. In quel momento penso che non sono sola, ciò mi conforta. Entro per effettuare il Tru-Cut (ago biopsia), lei è con me, non mi lascia, e mi racconta che la notte precedente ha sognato mio padre, mi racconta il sogno e qui la conferma che in questo percorso noi sarei stata da sola.

Il 16 agosto vengo convocata per il responso dell'istologico: carcinoma duttale infiltrante triplo negativo G3, la dottoressa lo definisce "cancro cattivello" e di conseguenza devo sottopormi a chemioterapia neoadiuvante, altro non posso fare. Inizia la sfida più difficile. Vado in crisi, non sono pronta per affrontare questo percorso. Sono spaventata, piango, mi sento insicura, fragile e fortemente proiettata verso il peggio. Ero nel panico più totale, non capivo più nulla, in quel momento il mio unico pensiero era rivolto alla morte. Non vedevo un lieto fine possibile, solo sofferenza per me e per i miei cari.

L’impatto con il reparto oncologico il cui solo pensiero per me era devastante, è stato meglio del previsto, soprattutto per il fatto che ho incontrato persone che mi hanno saputa ascoltare. Ho potuto raccontare a loro dell’intensità di quel momento e la mia delusione di scoprire il cancro a distanza di 4 mesi dall’ultimo controllo. Per questo, dopo il primo periodo a dir poco paralizzante, ho deciso di farmi aiutare, ed intorno a me si è aperta una rete di grande solidarietà. La malattia, nonostante in un primo momento mi abbia portato ad uno stato di chiusura verso tutti, anche degli affetti più cari, mi ha permesso successivamente di avvicinarmi ad altre donne, che hanno condiviso il mio stesso percorso.  Ho chiesto un supporto psicologico, che mi ha aiutata molto ad elaborare il dolore.

Durante la malattia cambiano molte cose, perdi e ritrovi persone, è una selezione naturale. Ti senti sola, a volte di peso, è la tua vita che è stata completamente stravolta, non quella degli altri. Sei tu che sei diversa. Perdi amiche che per te erano importanti, che credevi delle belle persone, ma ne scopri di nuove e poi ne incontri di fantastiche con cui condividi lo stesso percorso; è da loro che prendi la forza e la serenità nei momenti difficili. 

A gennaio 2019 ho terminato la chemio, che ho benedetto nonostante tutti gli effetti collaterali, ammetto che appena è scesa la prima goccia ho avuto paura ed ero ansiosa, ma poi ad ogni terapia sapevo che era una in meno e che quindi si avvicinava il grande giorno. Mentre mi curavo non ho mai pianto, era come se viaggiassi in un’altra dimensione, come se quello che stavo passando non stesse succedendo davvero a me.  Adesso mi sta salendo un po’ di stanchezza, ma è solo un momento, ne sono certa. L’11 Marzo 2019 ho effettuato l’intervento di mastectomia bilaterale e dissezione ascellare, ho affidato ai medici la scelta sul da farsi

Durante la degenza in ospedale per l’intervento chirurgico, sono stata trattata benissimo dal team di senologia, mi sentivo come in una grande famiglia. È anche grazie a loro che non ho avuto un solo momento di sconforto. In questi lunghi attimi affidiamo la nostra vita a medici ed infermieri, quindi è importante dare loro piena fiducia. Sono lì per noi e combattono con noi, e con noi condividono gioie e dolori.

Ora sono trascorsi due anni dalla scoperta del cancro e un anno dall’intervento. Ho ripreso a lavorare, mi dedico al volontariato, partecipo ed organizzo cene per raccogliere fondi per i reparti di oncologia e senologia della mia città. Sono contenta di poter essere di aiuto e sostegno ad altre donne, soprattutto giovani, che devono affrontare il mio stesso percorso. Forza! Le cure ci sono e sono sempre più efficaci. 

Un grazie di cuore a tutti i medici, infermieri, amici e parenti che mi hanno sempre sostenuta. Questo percorso mi ha fatto crescere e scoprire quanto posso donare agli altri. Nella vita non bisogna mai perdere la speranza, anche quando sembra tutto nero, c’è sempre una luce che ci attende. Fin qui tutto bene”. Maria Antonietta D’Alessandro.

 

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

 

 

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