Masomah Ali Zada, la ciclista afghana che ha sfidato i talebani

Masomah Ali Zada nasce l’11 marzo 1996 in Afghanistan, è di etnia Hazara, ma passa la sua infanzia in esilio in Iran. È molto piccola, infatti, quando i suoi genitori scappano dal regime talebano che non ama il gruppo etnico cui appartengono.

Neppure in Iran, però, le cose sono facili. Non ottengono lo status di rifugiati e non hanno i documenti, Masomah e sua sorella Zahra neppure possono andare a scuola. Le bambine passano il loro tempo con una bicicletta usata, imparano a pedalare e a sognare.

Dopo qualche anno la famiglia decide di tornare a Kabul. Le bambine vanno a scuola e fanno sport. Sempre a Kabul frequentano la scuola superiore e l’università, dove Masomah studia sport per poi in futuro lavorare come insegnante. Sadiq Sadiqi, un ex ciclista diventato allenatore, nota le capacità che avevano le due sorelle con la bicicletta e le fa entrare nella squadra nazionale di ciclismo femminile. Masomah aveva 17 anni e Zahra 19.

In poco tempo Masomah diventa la più forte della squadra. Si allena per le strade di Kabul, ma lì una donna che va in bicicletta non è ben vista, ma lei continua nonostante gli insulti, gli ortaggi lanciatigli addosso, proiettili. I talebani minacciano lei e tutto il gruppo di giovani donne della squadra, compreso l’allenatore.

Loro continuano a sfidare ogni divieto imposto finché un giorno Masomah viene picchiata per strada da uno sconosciuto e Sadiq Sadiqi viene rapito.

A quel punto un avvocato francese appassionato di ciclismo, che scopre la loro storia, aiuta tutta la loro famiglia a espatriare in Francia e a chiedere asilo. Nel 2017 ottengono lo status di rifugiati.

Oggi Masomah Ali Zada studia ingegneria civile a Lille grazie a una borsa di studio degli Atleti Olimpici Rifugiati. Vive con la sorella e si allena con Thierry Communal.

Alle Olimpiadi di Tokio ha gareggiato nella squadra dei rifugiati.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

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