Irma Testa: ''La boxe mi ha salvata, ora io aiuto lei''

Irma Testa, considerata tra le pugili under 20 più forti del mondo, nasce a Torre Annunziata il 28 dicembre del 1997 e già dall’età di dieci anni comincia ad allenarsi in palestra. Poi, grazie a sua sorella Lucia, che già si allenava alla Boxe Vesuviana, a 12 anni mette i guantoni. E non se li toglierà mai più. Diretto, jab e gancio sinistro, il suo colpo migliore.

Nella vita sportiva di Irma molto importante è il ruolo dell’allenatore Lucio Zurlo, che prende i bambini per strada e li porta in palestra. La boxe le cambia la vita, la toglie dal grigiore della strada e la mette sul podio. Già a 14 anni arriva il bronzo europeo in Polonia, da cui inizia una carrellata di successi.

L’anno successivo vince l’argento in Ungheria, ma è il 2013 l’anno della vittoria nel primo mondiale nella categoria juniores a 52 kg, in Bulgaria.

Nell’aprile del 2014 conquista l’argento mondiale categoria Youth e a luglio la medaglia d’oro europea categoria 54 kg ad Assisi. Inoltre si qualifica alle olimpiadi giovanili di Nanjing in Cina, dove vince la medaglia d’argento nei pesi mosca.

Il 2015 è l’anno della medaglia d’oro in Taiwan ai mondiali femminili juniores, nella categoria 57 kg Youth, oltre a ricevere il premio come miglior pugile del mondiale.

Nel 2016, in Turchia, riesce a conquistare l’accesso alle olimpiadi di Rio De Janeiro diventando così la prima pugile italiana a partecipare a un’Olimpiade.

Vince il bronzo ai Campionati dell'Unione europea di Cascia nel 2017.

Il 2018 la vede protagonista del docufilm Butterfly, diretto da Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, che racconta la sua ascesa fino alla qualificazione alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016 e poi la sconfitta ai quarti di finale, con tutte le vicissitudini che ne sono conseguite sulla sua vita personale e interiore.

Nel 2019 è diventata campionessa europea nella categoria pesi piuma 57 kg ad Alcobendas, in Spagna.

Da diversi anni Irma vive ad Assisi, dove si allena con la Nazionale italiana di pugilato, e al suo paese torna una o due volte al mese. Nel tempo libero ama leggere le biografie di personaggi celebri, ama Frida Kahlo perché ‒ dice ‒ è rimasta in vita grazie alla sua passione per la pittura.

Sa già cosa farà al termine della carriera agonistica, vuole lavorare nel Falchi della Questura di Napoli, perché già conosce il contesto in cui questi poliziotti si muovono.

“La boxe mi ha salvata, ora io aiuto lei”. Irma Testa.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

 

 

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