Martedì, 12 Gennaio 2021 17:35

''Datemi le gambe e vedrete''

Beatrice Vio è nata a Venezia il 4 marzo del 1997, schermitrice, campionessa mondiale e paralimpica in carica nel fioretto individuale.

La chiamano tutti Bebe, è una delle atlete paralimpiche italiane più note e influenti: pratica la scherma dall’età di cinque anni.

Nel 2008 le viene diagnosticata una meningite fulminante da meningococco di gruppo C, una forma molto aggressiva e rapida. Ricoverata presso la terapia intensiva pediatrica dell’ospedale di Padova le sue condizioni si aggravano, Bebe combatte per la sua vita per giorni. Vittima di necrosi e infezioni diffuse, i medici decidono dapprima di amputarle le gambe e, successivamente, anche gli avambracci. Comincia un percorso lungo e complicato tra ospedali, chirurgia plastica e rianimazione. La malattia lascia tracce, sono molte le cicatrici.

Torna a scuola e decide di riprendere anche gli allenamenti di scherma, lo sport che tanto le piaceva. All’inizio i medici non lo ritenevano possibile, però lei sapeva che poteva farcela.

I suoi genitori decidono di fondare una Onlus, la Art4sport, che fornisce ai bambini protesi di arto, per permettere loro di integrarsi nella società tramite l’attività sportiva e Bebe sarà la prima atleta a inaugurare il progetto. Dopo aver ricevuto le protesi per tirare di scherma messe a punto dal Comitato Paralimpico e il Centro Protesi di Budrio, torna in pedana a gareggiare dalla sua sedia a rotelle.

L’esordio ufficiale come schermitrice paraolimpica è del 2010, e lei è la prima atleta al mondo a gareggiare con protesi a tutti e quattro gli arti.

L’anno dopo diventa campionessa italiana Under-20, così come nei due anni seguenti, confermandosi Campionessa Italiana Assoluta. Da quel momento in poi vince i più importanti tornei di scherma, dai campionati Nazionali agli Europei e ai Mondiali.

Bebe ha fatto del suo “punto debole” ciò di cui va “più fiera”. Ha preso la patente, e ringrazia la malattia per averle fatto scoprire tutto un nuovo mondo, quello paralimpico, che le piace molto. Per lei il sogno era Rio de Janeiro, e non solo è andata a Rio, ma lì ha ottenuto i risultati più incredibili ai XV Giochi Paralimpici: la medaglia d’oro della prova individuale.

Si allena con costanza tra Padova Bologna e Roma, supportata da Alice Esposito e Federica Bertone (sue allenatrici già prima della malattia) e da due degli allenatori più noti nel mondo della scherma, Fabio Giovannini e Ryszard Zub.

Ha scritto quattro libri, conduce programmi tv e ha il sogno di riuscire, un giorno, a gareggiare in piedi.

“È difficile ‒ dice suo padre ‒ma se è arrivata fin qui non è giusto metterle dei limiti. Ha solo bisogno di traguardi”.

 

Articolo a cura di Elisa Stefania Tropea

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