Lunedì, 21 Febbraio 2022 10:29

“Sono Teresa Wilms Montt e non sono adatta per le signorine”

Maria Teresa Wilms Montt de las Mercedes è stata una scrittrice, poeta e anarchica cilena considerata un’antesignana del femminismo anarchico.

Nasce a Viña del Mar l’8 settembre 1893, seconda di sette sorelle, da una famiglia aristocratica di origine tedesca. Sin da ragazza dimostra di avere un animo ribelle e insofferente verso la vita borghese tanto che, a soli 17 anni, sposa contro la volontà dei suoi genitori Gustavo Balmaceda Valdés, un funzionario di Stato con problemi di alcolismo e appassionato di arte, e dalla loro unione nascono Elisa, detta "Chita", e Sylvia Luz.

Nel 1912 vanno a vivere a Iquique, nel nord del Paese, dove nonostante la gelosia del marito e il maschilismo degli ambienti intellettuali cileni Maria Teresa riesce a condurre una vita ricca e stimolante, coltivando l’amicizia di artisti e intellettuali dell’epoca. È questo il periodo in cui pubblica i suoi primi testi, con lo pseudonimo di Iquique Tebal o Tebal, in cui incontra donne e sindacalisti del nascente movimento operaio e sposa gli ideali femministi e anarchici a cui rimarrà fedele per tutta la vita.

Nel 1915, tornata a Santiago, il marito scopre la sua relazione con Vicente Zañartu Balmaceda, cugino di lui, e viene rinchiusa in convento. Depressa per essere stata allontanata dalle sue figlie, il 29 marzo 1916 tenterà per la prima volta il suicidio. Nel mese di giugno riesce a fuggire grazie all’amico scrittore Vicente Huidobro e si trasferisce a Buenos Aires dove incontrerà un cosmopolita circolo intellettuale che avrà su di lei una grande influenza. In questo periodo pubblicherà vari scritti su temi vari, dalla spiritualità all’esoterismo.

Dopo qualche mese decide di trasferirsi a New York per lavorare come infermiera della Croce Rossa, ma viene bloccata poiché sospettata di essere una spia tedesca a causa della sua origine.

Viene deportata a Madrid, dove vive da bohemienne e pubblica varie opere con lo pseudonimo Teresa Cruz. Nel circolo di intellettuali che frequentava c’era Julio Romero de Torres, un pittore di Córdoba che la rese musa ispiratrice, soggetto di molti suoi lavori.

Nel 1920 si trasferisce a Parigi dove la raggiungeranno le sue figlie e, dopo il loro ritorno in Cile, cade in depressione. Il 24 dicembre del 1921, a soli 28 anni, muore suicida in un hotel di Parigi per overdose di barbiturici.

“Sono Teresa Wilms Montt

e anche se sono nata cento anni prima di te,

la mia vita non è stata tanto diversa dalla tua.

Anche io ho avuto il privilegio d’essere donna.

E’ difficile essere donne in questo mondo.

Tu lo sai meglio di tutti.

Ho vissuto intensamente ogni respiro e ogni istante della mia vita.

Ho distillato una donna.

Hanno cercato di reprimermi ma non ci sono riusciti con me.

Quando mi hanno voltato le spalle, io ci ho messo la faccia.

Quando mi hanno lasciato sola, ho dato compagnia

Quando hanno voluto uccidermi, ho dato vita.

Quando hanno voluto rinchiudermi, ho cercato la libertà.

Quando mi amavano senza amore, ho dato ancora più amore.

Quando hanno cercato di zittirmi, ho urlato.

Quando mi hanno picchiato, ho risposto.

Sono stata crocefissa, morta e sepolta,

dalla mia famiglia e la società.

Sono nata cento anni prima di te

comunque ti vedo uguale a me.

Sono Teresa Wilms Montt,

e non sono adatta per le signorine”.

(Teresa Wilms Montt)

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

 

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