Simone de Beauvoir: “Donne non si nasce, lo si diventa”

Simone de Beauvoir è da considerarsi una delle più autorevoli scrittici dell’esistenzialismo francese. Nasce a Parigi il 9 gennaio 1908 da Françoise Brasseur, una cattolica fervente, e Georges Bertrand, affermato avvocato. Una famiglia benestante, che le impartisce una rigida educazione cattolica. Trascorre comunque un’infanzia serena insieme alla sorella Hélène, anche se a un certo punto la situazione economica della famiglia precipita a causa della bancarotta del nonno materno.

Già a dieci anni Simone si appassiona alla natura, alla scrittura e agli studi di letteratura. Si iscrive all’Istituto Désir, poi continua al Liceo di Neuilly e all’Istituto Cattolico di Parigi anche se, nel corso del tempo, si distanzierà dal cattolicesimo diventando atea. Nel 1926 svolge un tirocinio presso l’Istituto universitario Janson de Sailly e poi si iscrive alla Facoltà di Filosofia alla Sorbona, anni durante i quali entra a contatto con il Partito socialista e vive una coinvolgente relazione con il cugino Jacques Champigneulle, che sarà la sua prima grande delusione d’amore. Frequenta intellettuali come Lévi-Strauss, Raymond Aron, Merleau-Ponty, Paul Nizan e Jean-Paul Sartre. Tra lei e Sartre nasce subito un particolare legame intellettuale e sentimentale, che durerà per tutta la vita, nonostante i due non si uniscano mai in matrimonio. Insieme viaggiano, Spagna, Grecia, Marocco e Italia, frequentano altri scrittori e intellettuali dell’epoca, partecipano e assistono agli eventi più importanti della storia, un rapporto che si fonderà su una libertà assoluta che consentirà a entrambi di vivere altre relazioni e che mai smetterà di destare scandalo. Con Sartre Simone farà anche parte del gruppo di resistenza Socialismo e Libertà, ma solo durante l’occupazione nazista di Parigi, perché lei non si lasciò mai ingabbiare da un partito o movimento politico. 

Nel 1929 Simone si laurea con una tesi su Leibniz e ottiene anche l’agrégation, ossia l’abilitazione all’insegnamento in filosofia, titoli con i quali a partire dal 1930 insegnerà a Marsiglia, Rouen e Parigi fino al 1943, quando dovette lasciare la cattedra a causa di una relazione con una studentessa. Si dedica allora completamente allo scrivere ed esce la sua prima opera, L’invitata, a cui seguirà una produzione letteraria notevole e florida (nel 1954 è vincitrice del premio Goncourt con il romanzo I mandarini) fino agli anni Ottanta, un corpus di opere dove analizza la crisi dell’essere umano contemporaneo e le sue conseguenze all’interno della società. Simone pone enfasi sulla libertà e sulla responsabilità che essa comporta, dà voce ai temi centrali della filosofia esistenzialista e si concentra sulla condizione della donna, nel tentativo di smantellare la gabbia culturale in cui essa è storicamente rinchiusa.

Nel 1945 la Francia viene liberata e a Parigi nasce «Les Temps Modernes», una rivista contemporanea fondata da lei insieme a Jean-Paul Sartre, Jean Paulhan, Maurice Merleau-Ponty, Raymond Aron e altri intellettuali del tempo, che invita a una profonda riflessione sulla crisi dell’uomo moderno in termini esistenzialisti.

Simone fa numerosi viaggi alla scoperta del mondo. Nel 1947 si reca negli Stati Uniti per un ciclo di conferenze e incontra lo scrittore Nelson Algren con cui avrà una relazione sentimentale molto significativa. Poi andrà a Cuba, in Brasile, Cina e Russia, con Sartre va spesso in Italia, tutti viaggi che arricchiranno le sue conoscenze e la porteranno a sviluppare una capacità critica e innovativa di guardare il mondo. Del 1949 è Il secondo sesso, un saggio che analizza l’essere donna in tutte le sue sfaccettature e mette in luce quanto l’essere “donna” sia frutto di condizionamenti sociali. Celebre la frase: “Donne non si nasce, lo si diventa”.

Negli anni Settanta si lega al movimento femminista, partecipa alle manifestazioni organizzate e sostiene la rivolta studentesca di Parigi. Nelle sue opere del periodo predomina il tema della condizione femminile e insieme ad altre donne fonda la Lega per i diritti delle donne, di cui diventa presidente nel 1974.

Il 15 aprile 1980 muore Jean-Paul Sartre, suo compagno di vita e di battaglie. Lei rielabora il lutto scrivendo La cerimonia degli addii, in cui racconta gli ultimi anni di vita di Sarte e concludendo, così, il ciclo delle sue biografie.

Simone de Beauvoir muore a Parigi il 14 aprile 1986 all’età di settantotto anni. Le sue spoglie riposano accanto a quelle di Sartre nel cimitero di Montparnasse.

“Non si trasforma la propria vita senza trasformare se stessi” Simone de Beauvoir

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

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