Suor Martha Pelloni, in lotta per salvare i più deboli

Martha Pelloni, figlia di un ufficiale dell’esercito argentino e suora delle Carmelitane Missionarie Teresiane, chiamata la “suora femminista”, dal 1990 inizia la sua battaglia contro la criminalità invisibile dell’Argentina, come il narcotraffico e la prostituzione.

Tutto è cominciato in quell’anno, quando lei era rettrice di una scuola nella provincia argentina di Catamarca e una delle sue studentesse preferite, María Soledad Morales, di 16 anni, viene invitata a un festino dal suo fidanzato e lì imbottita di cocaina, stuprata, torturata e infine abbandonata sul ciglio della strada, senza vita, da un gruppo di giovani protetti dal loro status sociale. Viene ritrovata dopo tre giorni, a sette chilometri da casa.

Da quel momento suor Martha ha organizzato tantissime marce silenziose con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e di avere chiarimenti sulla vicenda. Riesce a consegnare alla giustizia alcuni dei responsabili della morte di María Soledad, ma la sua battaglia non si ferma più.

Nel 2005 riceve un riconoscimento internazionale per il lavoro svolto e viene nominata come candidata al Premio Nobel per la pace.

Nel 2006, a seguito di un lungo lavoro di inchiesta, presenta le prove necessarie, raccolte in un decennio, per denunciare una rete di adozioni illegali di neonati. Finirono in galera una politica locale e il marito avvocato e da qui escono fuori gli abusi a cui erano sottoposte le ragazze delle classi subalterne.

Nel 2008 suor Martha crea la Red Infancia Robada, un’associazione con 40 forum in tutta l’Argentina, che segue decine di casi di sparizioni di ragazze, di violenze domestiche, di abusi, di omicidi fatti passare per incidenti per l’immunità di status e potere dei responsabili. Sostiene le denunce delle giovani vittime di tratta e di abusi sessuali, ne segue il recupero e il reinserimento. Ha anche creato la Fundación Santa Teresa, che aiuta ed educa i contadini locali, e la Casa de Derechos Humanos (Casa dei diritti umani) che fornisce assistenza ai più bisognosi.

Nel 2013 è stata insignita del premio internazionale “Navarra” conferito a organizzazioni o persone attive nel campo della cooperazione internazionale.

Si è occupata anche dei crimini contro i minori nelle sette sataniste legate al narcotraffico e alla delinquenza, bambini rapiti, abusati e uccisi in sacrifici rituali.

Il 30 aprile 2015, durante il processo per la morte di Ramón González, un ragazzino di 12 anni detto Ramoncito, drogato, torturato, violentato e ucciso, suor Martha accusa il sindaco della città di Mercedes Corrientes, Victor Cemborain, di aver finanziato la setta satanica che nel 2006 compì il rituale. Lei era responsabile della testimone chiave, una ragazzina di 14 anni che aveva visto tutto e che era fuggita, trovando rifugio dalla stessa carmelitana.

Oggi suor Martha ha 80 anni e vive nella residenza delle carmelitane a Santos Lugares, nella provincia di Buenos Aires, da dove continua a tenere le fila di Infancia Robada e a far parte del comitato che assiste le vittime di abusi da parte di sacerdoti.

Suor Martha, alla quale nel 2016 papa Francesco ha raccomandato di continuare a “fare chiasso”, non ha paura, perché là fuori ci sono ancora tante María Soledad da proteggere.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

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