Lunedì, 31 Maggio 2021 19:41

Rita Levi Montalcini, una vita per la scienza

Rita Levi Montalcini è stata una delle più importanti scienziate del Novecento e unica donna italiana ad aver vinto un Premio Nobel scientifico, la cui produzione letteraria e scientifica è vastissima. Nasce a Torino il 22 aprile 1909, figlia di Adamo, ingegnere elettrico e matematico, e Adele, pittrice, colti borghesi di origini ebraiche. Ha una sorella gemella pittrice, Paola, e Gino e Anna come fratello e sorella maggiori.

Dopo aver convinto il padre a farla studiare, frequenta la Scuola superiore femminile Margherita di Savoia di Torino, riesce a ribellarsi all’autorità paterna che la voleva moglie e madre e si iscrive alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino, dove si laurea nel 1936. Già da subito comincia a collaborare come internista nell’Istituto di Giuseppe Levi, istologo con cui poi si laureò, e dove conoscerà anche Salvatore Luria e Renato Dulbecco, entrambi futuri Premi Nobel.

Mentre si sta specializzando in Psichiatria e Neurologia arrivano le leggi razziali. È il 1938 e lei, di famiglia ebrea, è costretta a emigrare a Bruxelles, dove collabora con il laboratorio del Dr. Laruelle dell’Istituto neurologico per tutto il 1939. Prima dell’invasione del Belgio da parte dei tedeschi torna a Torino, dove continua a fare ricerca allestendo un laboratorio casalingo, e poi nelle campagne di Asti. È in questo periodo, tra il 1940 e il 1941, che inizia a studiare il sistema nervoso degli embrioni di pollo, ispirata da un articolo di Viktor Hamburger relativo alle conseguenze dell’asportazione, in embrioni di pollo di tre giorni, dell’abbozzo di uno dei due arti inferiori. Lo scopo delle sue ricerche era quello di individuare il ruolo dei tessuti periferici nello sviluppo dei centri nervosi deputati alla loro innervazione. Gli studi pubblicati tra il 1942 e il 1944 apriranno la strada a un filone di ricerca che sarà legato indissolubilmente al suo nome.

Nel 1943 si sposta a Firenze con la madre e le sorelle, prende contatto con le forze partigiane e poi opera come medico della Croce Rossa presso una caserma che fungeva da accampamento per gli sfollati. Qui però si rende conto che quel lavoro non faceva per lei poiché non riusciva a trovare il sufficiente distacco dal dolore dei pazienti.

Finita la guerra torna a Torino e riprende la sua attività di ricerca con il prof. Levi. Nel 1947 accetta l’invito del neuroembriologo Viktor Hamburger per andare negli Stati Uniti presso la Washington University di Saint Louis, dove rimarrà per circa trent’anni,. È qui che, insieme al suo collaboratore Stanley Cohen, nel 1954 scoprirà il Nerve Growth Factor (NGF), una proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso, per la quale nel 1986 otterranno ambedue il Premio Nobel per la Medicina.

Nonostante la sua vita scientifica sia ormai negli Stati Uniti, nel 1956 la Montalcini divenne professore associato e nel 1958 professore ordinario. Dal 1962 si sposta continuamente tra Stati Uniti e Italia, e a Roma crea un centro di ricerca sul NGF. Qualche anno dopo, nel 1969, fonda e dirige fino al 1978 l’Istituto di biologia cellulare presso il CNR. Nel 1979 ritorna definitivamente in Italia, nel 1998 fonda la sezione italiana della Green Cross International e nel 2002, a Roma, l’EBRI (European Brain Research Institute) per attività di ricerca nel campo delle neuroscienze. Nel 1995 istituisce la Fondazione Rita Levi Montalcini Onlus, della quale fu presidente e che negli anni ha sostenuto oltre seimila donne africane nel diritto allo studio. Dal 1999 fu Ambasciatrice di Buona Volontà della FAO e nel 2001 fu nominata senatrice a vita dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e, nonostante la parziale cecità che l’aveva colpita negli ultimi anni, continuò a partecipare ai lavori del Senato quasi fino all’ultimo.

Muore il 30 dicembre 2012 all’età di 103 anni nella sua casa di Roma. Dopo essere stata cremata, come sua volontà, è stata sepolta nel Cimitero Monumentale di Torino nella tomba di famiglia.

“Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza”. Rita Levi Montalcini.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

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