Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento Marcela Gracia Ibeas ed Elisa Sánchez Loriga si incontrarono dalle suore al Collegio di formazione di La Coruña per diventare maestre elementari. Divennero subito amiche e presto la loro amicizia si trasformò in qualcosa di più intimo. I genitori di Marcela, accortisi di qualcosa, per paura di uno scandalo trasferirono la figlia a Madrid, così le due terminarono gli studi in posti diversi.
Si rincontrarono quando Elisa fu mandata a insegnare a Couso, una piccola parrocchia di Coristanco, a La Coruña, e Marcela si trovava lì vicino con un impiego di insegnante a Calo. Andarono a vivere insieme a Calo, poi nel 1889 Marcela fu trasferita a Dumbría, dove Elisa la raggiunse quando riuscì a essere trasferita.
Nel 1901 Marcela rimase incinta di un uomo sconosciuto, e le due decisero di sposarsi. Non si sa in realtà se Marcela lo fece apposta oppure se si trattasse di un matrimonio riparatore. Le due finsero un litigio, Elisa sparì dalla circolazione e comparve Mario, un cugino di lei, il futuro marito di Marcela: Elisa aveva assunto un aspetto maschile, si era inventata un passato da uomo e si era trasformata in Mario prendendo come riferimento un suo cugino morto in un naufragio molto tempo prima.
Si recò dal parroco di San Jorge, padre Cortiella, e gli raccontò di essere uno spagnolo cresciuto a Londra, e simulando una conversione si fece battezzare, prese la comunione e la coppia si sposò l’8 giugno del 1901. Una cerimonia breve e sobria e poi Mario e Marcela passano la prima notte di nozze nella pensione Corcubión, sulla strada di San Andrés.
Ma la loro relazione diede nell’occhio, matrimonio additato come “senza uomo” dai giornali fece scoppiare lo scandalo: le due rimasero senza lavoro e Mario fu sottoposta alla verifica del sesso da un medico su volontà del parroco. Tentò di farsi passare per un ermafrodita, con una doppia sessualità riconosciuta a Londra, ma fu tutto inutile. Le due furono scomunicate e arrestate dalla polizia il 18 agosto del 1901 a Oporto, dove avevano tentato di rifugiarsi. Processate e poi prosciolte, nacque la piccola Pepe, la loro figlia. Per evitare una possibile estradizione in Spagna, decidono di lasciare il Portogallo e si stabiliscono a Buenos Aires. Un paio d’anni dopo Elisa, con il nome di Maria, sposa un uomo ricchissimo, un danese di nome Christian Jensen, 24 anni più giovane di lei, e si stabilisce nella sua casa insieme a sorella Carmen, ovvero Marcela, con la bambina. Elisa, però, non voleva consumare il matrimonio e l’uomo sporge denuncia, accusandola di non essere una donna. Tre esami medici confermarono il sesso femminile e il matrimonio non fu annullato. Marcela però non è d’accordo con questa scelta, si sente tradita, al punto da denunciare l’amica alla polizia. Qui si perdono le loro tracce, e non si sa se dopo questo scontro le due innamorate si siano poi riavvicinate.
Nel 1909 la stampa messicana diffuse la notizia del suicidio di Elisa a Veracruz, ma non è mai stata confermata la sua identità.
Della loro relazione, però, rimane una discendente, Graciela Moure, che ha raccontato alla stampa di avere scoperto dell’omosessualità della nonna solo grazie al film di Netflix di Isabel Coixet presentato al festival di Berlino su di loro. Il loro matrimonio non è mai stato annullato, né dalla Chiesa, né dal registro civile così da esser considerato il primo matrimonio legale fra due persone dello stesso sesso.
Quello che accadde alle due donne non è storia nota, ma di loro rimane certamente il coraggio e l’amore che, a dispetto del giudizio della legge e del popolo dell’epoca, sarà ricordato per sempre.
Articolo a cura di Lucia Ottavi