Frida Kahlo: “Non dipingo i miei sogni, dipingo la mia realtà”

Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón nasce il 6 luglio 1907 (o 1910) a Città del Messico. Il padre, Wilhelm Kahlo, un ebreo tedesco trasferitosi in Messico, malato di epilessia, fu per lei un modello ispiratore per la sua arte e un confidente per i suoi problemi, la madre, invece, figlia di una messicana e di un indio, era una donna attiva, allegra e intelligente.

Alla nascita Frida era affetta da spina bifida che, però viene scambiata per poliomielite, e per questo le si deformeranno il piede e la gamba destra.

Frequenta il liceo presso Colegio Alemán, una scuola tedesca in Messico, e poi si iscrive alla Escuela Nacional Preparatoria di Città del Messico per diventare medico. Durante il periodo universitario Frida entra a far parte dei “cachucas”, un gruppo di studenti dalle idee socialiste nazionaliste e comincia a mostrare interesse per le arti figurative.

Nel 1925, quando aveva appena 18 anni, ha un incidente con l’autobus con cui stava tornando a casa, che si scontra con un tram. Fu un urto sordo, lento, che massacrò tutti, in primis lei stessa che rimane incagliata tra le aste metalliche del tram mentre il corrimano, spezzato, la trapassa da parte a parte. La diagnosi riporta una frattura della terza e della quarta vertebra lombare, tre fratture del bacino, undici fratture al piede destro, lussazione del gomito sinistro, ferita profonda dell’addome, prodotta da una barra di ferro entrata dall’anca destra e uscita dal sesso, strappando il labbro sinistro, peritonite acuta.

Le viene prescritto di portare un busto di gesso per 9 mesi e il completo riposo a letto per almeno 2 mesi. Nonostante il dolore fisico e psichico dei postumi dell'incidente, continua a essere una ragazza ribelle, anticonformista e vivace ed è proprio in questo periodo che prenderà in mano il pennello e dipingerà il suo primo quadro. La madre, Matilde, le trasforma il letto in un baldacchino e ci monta sopra un enorme specchio, di modo tale che Frida, immobilizzata, potesse vedersi.

Da qui nascono i suoi famosi autoritratti, lei dipingeva sé stessa perché diceva di essere il soggetto che conosceva meglio. Col passare del tempo la sua dedicazione alla pittura cresce, con i tempi e i modi che la sua salute le permette. Verso la fine del 1927 comincia a stare meglio e la sua vita diventa quasi normale, tolti i dolori e le cicatrici. Si avvicina a un gruppo di artisti e intellettuali messicani che sostengono un’arte indipendente, lontano dalle accademie: il mexicanismo, che trova sfogo nella pittura murale, sostenuta e incoraggiata anche dallo Stato.

Frida, invece, crea un linguaggio tutto suo ispirato all’arte popolare messicana e alla cultura precolombiana. La sua amicizia con la fotografa Tina Modotti la porterà a conoscere Diego Rivera, un pittore molto famoso, anche se i due si erano già incontrati qualche anno prima. L’uomo era già stato sposato due volte e aveva quattro figli, ma nel 1929 i due si sposano, con più di vent’anni di differenza. A causa di una malformazione pelvica dovuta all’incidente Frida, dopo circa tre mesi dal matrimonio, è costretta ad abortire. Verso la fine del 1930 la coppia si trasferisce negli Stati Uniti, lei rimane incinta di nuovo, decide nonostante tutto di tenere il bambino, ma avrà un aborto spontaneo. Nel 1934 è costretta ad abortire per la terza volta e dopo si separa da Diego, che era un infedele e libertino, fino al punto di avere un’avventura anche con la sorella di Frida, Cristina.

Frida allora si avvicina ad altri uomini e ad altre donne, ebbe numerosi amanti di ambo i sessi, tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton. Diventa un’attivista politica, impegnandosi a distanza nella lotta per la difesa della Repubblica Spagnola. Nel 1940 si riavvicina a Diego e si risposano e intanto la sua fama era diventata talmente grande che le sue opere sono richieste in tutte le mostre collettive del Messico.

Nel 1943 comincia a insegnare alla nuova scuola d’arte della pedagogia popolare e liberale: l’Esmeralda. Nel 1950 subisce sette operazioni alla colonna vertebrale e trascorre nove mesi in ospedale, dopodiché diventa dipendente dagli antidolorifici per poter lavorare. Del 1953 è la sua prima mostra personale, allestita dall’amica fotografa Lola Alvarez Bravo, dove lei partecipa sdraiata su un letto, dato che non poteva muoversi, su idea di Diego. Nello stesso anno le viene amputata la gamba destra fino al ginocchio. Nel 1954 si ammala di polmonite e muore per embolia polmonare la notte del 13 luglio a soli 47 anni.

“È lecito inventare verbi nuovi? Voglio regalartene uno: io ti cielo, così che le mie ali possano distendersi smisuratamente, per amarti senza confini”. Frida Kahlo.

 

Articolo a cura di Elisa Stefania Tropea

 

 

 

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