Mercoledì, 17 Febbraio 2021 10:40

Dacia Maraini, il coraggio delle donne

Dacia Maraini nasce a Fiesole il 13 novembre 1936 da Fosco, per metà inglese, etnologo specializzato nel Tibet e sull’Estremo Oriente e Topazia, principessa e pittrice palermitana appartenente all’antico casato degli Alliata di Salaparuta.

Quando aveva tre anni i genitori si trasferiscono in Giappone a causa del lavoro del padre, uno studio sugli Hainu, popolazione stanziata nell’Hokkaido e in via di estinzione.

Nel 1943 il governo giapponese, secondo il patto d’alleanza stipulato con Italia e Germania, chiede ai coniugi di firmare l’adesione per la Repubblica di Salò, ma avendo i due rifiutato, l’intera famiglia (nel frattempo erano nate Yuki e Antonella) fu rinchiusa in un campo di concentramento a Tokyo. Saranno liberati dagli americani solo due anni dopo. Due anni in cui patirono la fame, tempi di privazioni e sofferenze raccontati da Dacia nel 1978, nella raccolta di poesie “Mangiami pure”.

Al loro rientro si sistemarono a Bagheria, nella villa dei nonni materni, e le bambine poterono iniziare gli studi. A un certo punto il padre si trasferisce a Roma e Dacia, al compimento della maggiore età, lo raggiunge. Continua gli studi al liceo e per guadagnare qualcosa si arrangia con diversi lavoretti tra archivi e segreterie. Insieme a un gruppetto di persone fonda nel 1957 la rivista letteraria «Tempo di letteratura» e inizia a scrivere racconti per alcune riviste.

Il 1962 è l’anno dell’esordio con il suo primo romanzo, “La vacanza”, a cui seguirono “L’età del malessere” (1963), che ottenne il Premio Internazionale degli Editori “Formentor”, e “A memoria” (1967). Nel 1966 esce “Crudeltà all’aria aperta”, una raccolta di poesie, e intanto si sposa con Lucio Pozzi con cui rimarrà insieme per quattro anni, dopo aver condiviso la storia di un figlio perso poco prima di nascere.

Dacia continua a occuparsi di letteratura, pubblica nel 1972 un nuovo romanzo, “Memorie di una ladra” e nel 1973 “Donne in guerra”, mentre nel frattempo approfondisce la sua passione per il teatro. Fonda insieme ad altri il Teatro del Porcospino e proprio in questo periodo conosce Alberto Moravia con il quale scoppia una grande passione. Lui lascerà la moglie Elsa Morante e i due vivranno insieme fino agli anni Ottanta.

Nel 1973 fonda un teatro gestito e diretto solo da donne, il Teatro della Maddalena, e lei stessa scrive molti dei testi. Ha all’attivo più di trenta opere teatrali, molte ancora rappresentate sia in Europa che in America.

Dagli anni Ottanta in poi la sua produzione letteraria è inarrestabile, le questioni sociali, la vita delle donne, la famiglia, i problemi dell’infanzia sono sempre i grandi temi al centro delle sue opere. Dacia Maraini viaggia per il mondo, partecipa a conferenze, presentazioni di libri, prime dei suoi spettacoli e non si ferma. “La bambina e il sognatore”, pubblicato da Rizzoli, è uscito nel 2015.

I suoi ultimi libri sono “Corpo felice. Storia di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va” (2018), il romanzo “Trio” (2020) e “Il coraggio delle Donne” (2020) scritto con Chiara Valentini.

“Ci chiedevamo a che punto eravamo, che giudizio dare dei vecchi e dei nuovi movimenti femminili, quante delle nostre speranze si erano realizzate e quanto restava ancora da fare. In quelle discussioni su un punto ci trovavamo pienamente d'accordo, l'ammirazione per lo straordinario coraggio di donne di ogni tempo per l'affermazione di se stesse e per i sacrifici compiuti nel cammino di emancipazione e liberazione del genere femminile” (Chiara Valentini a Dacia Maraini).

 

Articolo a cura di Elisa Stefania Tropea

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