La pulzella d’Orléans

Jeannette nasce da una famiglia di contadini benestanti il 6 gennaio 1412 a Domrémy, in Lorena, in una Francia in subbuglio, piegata dalla guerra dei Cent’anni. Rifiuta il matrimonio perché dice di essersi promessa sposa a Cristo, ma senza entrare in nessun convento.

A tredici anni, accanto alla chiesa, ha delle visioni mistiche sente una voce dal Cielo. Era quella di San Michele, l’arcangelo, a cui si aggiungono poi anche quelle di Santa Caterina d’Alessandria e di Santa Margherita di Antiochia. Voci che l’accompagneranno per tutta le vita con consigli e rimproveri e a cui lei sempre ubbidirà. Convinta di essere stata scelta da Dio per salvare la sua nazione, nel 1429 raggiunge a Chinon il futuro Carlo VII per chiedergli il permesso di soccorrere Orléans, stretta dall’assedio dell’esercito di Enrico VI. Quell’umile pastorella analfabeta di diciassette anni viene sottoposta al giudizio dei prelati per la sua fede, ne viene anche stabilita la verginità e, nonostante la diffidenza dei consiglieri, grazie al suo carisma straordinario Giovanna lo convince ad affidarle il compito di un’offensiva contro gli inglesi.

Giovanna, che infiamma l’animo dei francesi, acclamata nei villaggi e dalle genti d’armi, riforma l’organizzazione dell’esercito, lo rimotiva fino a instaurare un rapporto di reciproca fiducia tra la popolazione civile e suoi difensori i quali, prima del suo arrivo, si trasformavano in briganti quando non erano in servizio.

Orléans fu liberata dall’assedio l’8 maggio 1492 e Giovanna si distinse per il valore sul campo di battaglia, anche dieci giorni dopo nella vittoria a Patay. Questi trionfi permisero la conquista francese fino a Reims, città dove da secoli si consacravano i re di Francia, e il delfino poté essere incoronato Carlo VII. Il nuovo re decise di trattare con gli inglesi, ma Giovanna continuò a combattere da sola.

I Borgognoni la catturano nel maggio del 1430 e la vendono agli inglesi per diecimila tornesi. L’arrestano e la rinchiudono nel Castello di Rouen. Comincia l’onta dei processi e nel 1431, davanti a un tribunale di ecclesiastici, contaminato da interessi politici, è accusata di eresia ed empietà.

I principali argomenti utilizzati negli interrogatori sono le voci e l’abito maschile, ma lei, per nulla intimidita, risponde a tono. In ogni caso il Tribunale non tiene conto di ciò che può scagionarla, del resto a capo c’è il Cardinale Beaufort, che avrà un ruolo decisivo nella sentenza. Sporadici e inefficaci sono i tentativi per liberarla e intanto il re, inerte, non fa nulla per aiutarla.

Fu condannata e arsa viva sulla piazza del Mercato Vecchio a Rouen. Era il 30 maggio 1431 e Giovanna non aveva ancora vent’anni. Come ultimo desiderio chiese di essere confessata e comunicata e le fu accordato. Mentre il suo corpo bruciava tra le fiamme la udirono gridare per sei volte “Gesù”, poi chinò la testa e spirò.

Fu beatificata il 1909 da papa san Pio X e canonizzata nel 1920 da papa Benedetto XV.

Dal 1920 è anche patrona di Francia.

 

Articolo a cura di Elisa Stefania Tropea

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