Domenica, 24 Gennaio 2021 15:26

Maria Callas, una voce immortale

Maria Callas, La Divina, la regina della Scala, la più grande soprano, icona della storia della musica.

Nasce il 2 dicembre 1923 a New York come Maria Anna Sofia Cecilia Kalogheropoulos. Fin da bambina dimostra il suo talento e i genitori, di origine greca, la sfruttano come enfant prodige, soprattutto la madre che le impone un’educazione rigidissima e la fa studiare 12 ore al giorno. Se questo serve a incentivare la sua carriera, dall’altro lato Maria non la perdonerà mai di averla privata dell’infanzia e della giovinezza di una vita normale.

A cinque anni la investe un’auto e rimane in coma per ventidue giorni. Ricomincia la sua vita in Grecia con la madre, si iscrive al Conservatorio di Atene per studiare canto e comincia la sua vita artistica con ruoli anche di un certo rilievo. Cominciano i successi e, nonostante la guerra, lei continua a cantare. Per aver accettato di lavorare in opere e lavori di direzione tedesca è accusata di collaborazionismo, quindi decide di andare a New York dove conosce il tenore Giovanni Zenatello, direttore artistico dell’Arena di Verona, il quale la scrittura per il ruolo da protagonista della Gioconda di Ponchielli. Il 1947 Maria è in Italia, l’accoglienza è entusiastica.

Due anni dopo conosce l’industriale Giovanni Battista Meneghini, che sposerà nel 1950, il quale a prima vista si innamora di lei e diventa il suo manager. La Callas diventa un idolo nei teatri.

Il 1951, con la scritturazione alla Scala di Milano, inizia il periodo d’oro della sua breve ma intensa carriera (meno di dieci anni). In totale saranno 47 i ruoli da lei interpretati, con alcuni dei quali riuscì a esprimere un nuovo modo di cantare l’opera lirica. Almeno fino al 1957, Maria fu in assoluto il sovrano più stimato in Italia e all’estero. Tra il 1952 e il 1954 la Callas si trasforma, perde ventotto chili e diviene un simbolo di eleganza, posa per i servizi di moda, usa un trucco vistoso che fa risaltare il magnetismo dei suoi occhi, grandi e miopi. Il suo fascino resta comunque la sua voce unica e irripetibile, potente, drammatica, impeccabile.

A un certo punto cominciano gli strani eventi, abbassamenti di voce, rotture con teatri e personaggi influenti. Si innamora follemente di Aristotele Onassis e lascia Meneghini. Nel 1960 mette al mondo un bimbo, Omero, che muore dopo poco per un’insufficienza respiratoria.

Già dal 1958 la sua voce aveva iniziato a dare segni di cedimento, così anche la sua psiche, a causa dello stress dei tour e del suo rapporto Onassis, ormai diventato discontinuo. Apprende dalla tv che si era sposato con la vedova Kennedy, e comincia un periodo di depressione. In realtà la storia tra i due continuò tra mille tormenti fino alla morte di lui nel 1975.

L’ultima tournée mondiale risale al 1974, si ritira poi dalle scene. Muore a Parigi il 16 settembre 1977, ufficialmente per un arresto cardiaco causato da una grave disfunzione ghiandolare e da una dipendenza da sedativi.

Il maestro Riccardo Muti definì “soprano drammatico d’agilità”, “dotata di ‘tre voci’ per la sua eccezionale estensione vocale”.

A lei, la Divina, è stato intitolato un cratere su Venere.

 

Articolo a cura di Elisa Stefania Tropea

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