Mercoledì, 20 Gennaio 2021 15:49

Marie Curie, una vita per la scienza

Marie Curie è una scienziata polacca tra le più importanti del secolo scorso, il cui contributo alla ricerca è inestimabile. Nasce a Varsavia come Maria Skłodowska nel 1912 e, mente brillante, sin da piccola manifesta una particolare passione per gli studi, ma è costretta a fermarli poiché a quel tempo in Polonia le donne non avevano accesso all’istruzione superiore. Lavora per un po’ come istitutrice per aiutare economicamente la famiglia, finché nel 1891 riesce a trasferirsi a Parigi, ospite della sorella Bronia e di suo marito, e si iscrive all’Università della Sorbona. Si laurea in fisica nel 1893 con risultati eccezionali, al punto da ottenere un premio dalla sua stessa Polonia, che le consentirà di laurearsi anche in Matematica l’anno successivo.

In quel periodo Marie conosce Pierre Curie, un professore della scuola di Fisica e Chimica Industriale di Parigi, e se ne innamora. Si sposano nel luglio del 1895 e nel 1897 hanno una figlia, Irene. Con i pochi mezzi a disposizione mettono su un laboratorio in un garage e si rinchiudono per approfondire l’accidentale scoperta dello scienziato Becquerel, del 1896, riguardo le proprietà radioattive dell’uranio. I coniugi riescono a isolare un nuovo elemento radioattivo e lo chiamano Polonio, poi nel 1902 riescono a farlo con un atomo di radio. Una grandissima rivoluzione a livello medico-scientifico, per la quale l’anno successivo riceveranno il premio Nobel per la Fisica. Marie e Pierre non ricevettero mai soldi dalle loro scoperte, le misero a disposizione come patrimonio dell’umanità. Il premio sconvolge la loro vita ritirata perché a Pierre è offerta una cattedra alla Sorbona, a Marie, invece, un posto di direttore di ricerca. Nel 1904 nasce una seconda bambina, Eve, e la vita familiare scorre tranquilla fino all’aprile del 1906, quando Pierre muore investito da una carrozza.

La Sorbona decide di affidare a Marie il corso di Fisica appartenuto al marito, è la prima donna a insegnare nella celebre università francese.

La sua ricerca scientifica continua: nel 1910 riesce a isolare il radio sotto forma di metallo e l’anno dopo fu insignita di un secondo premio Nobel, questa volta per la Chimica. È l’unica donna a riceverne due in campi diversi.

Durante la Prima guerra mondiale, insieme alla figlia Irene, aiuta come radiologa sul fronte utilizzando un’apparecchiatura radiografica che individuava in modo rapido la posizione dei proiettili.

I suoi lunghi studi sulle radiazioni, con la continua esposizione a materiali radioattivi, le causano una grave forma di anemia aplastica che la porta alla morte, avvenuta a soli 66 anni il 4 luglio del 1934, a Passy. Seppelliscono il suo corpo accanto a quello del marito, in un cimitero nei pressi di Parigi, ma nel 1995 le loro spoglie sono trasferite al Pantheon di Parigi. Marie è stata la prima donna della storia ad aver ricevuto questo onore.

La sua bara, per paura delle contaminazioni del materiale radioattivo, è stata avvolta in una camicia di piombo. Anche i suoi appunti sono chiusi dentro scatole piombate.

“La vita non è facile per nessuna di noi. E allora? Noi dobbiamo perseverare e soprattutto credere in noi stesse. Dobbiamo credere che siamo dotate per qualcosa e che questa cosa deve essere raggiunta.” Marie Curie.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

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