Martedì, 08 Dicembre 2020 11:15

Margherita Guidacci: ''Ho messo la mia anima fra le tue mani''

Inizia, con questa narrazione, una sorta di viaggio conoscitivo, attraverso accenni a personalità femminili che hanno vissuto la loro vita, misconosciuta, esprimendo le loro particolarità; seguendo, spesso con svariate difficoltà ed ostacoli, un talento, una predisposizione alla creatività in qualunque forma, all'impegno sociale, alla tutela e alla affermazione dei diritti umani. Autenticità, quindi, in diverse accezioni. Autenticità in cui possono ritrovarsi una moltitudine di altre donne, di altre persone che riconoscono, in questo esempio di vita, aspetti di se stesse agiti o in fieri.

Dopo questa necessaria premessa incontriamo oggi una poetessa italiana del XX secolo: Margherita Guidacci, nata a Firenze nel 1921 e mancata a Roma nel 1992. Figlia unica, crebbe tra l'ambiente urbano e il Mugello, in una famiglia di soli adulti e persone anziane. Probabilmente la scarsa frequentazione di coetanei accentuò una sua propensione all'introspezione e ciò si riflette, fin dall'inizio della sua scrittura, nella sua poetica che è pervasa da una forte spiritualità, collegata anche al mondo della natura; spiritualità che poi, nell' avvicendarsi degli eventi della sua vita gradualmente si mutò, si volse ad un'apertura comunicativa e significante verso gli altri e le tematiche sociali.

Stimolata dal cugino Nisi, anch'esso poeta, pubblicò, nel 1946, la sua prima raccolta di liriche “La sabbia e l'angelo”, con cui ottenne il primo di numerosi riconoscimenti. Nel frattempo la sua vita personale procedette con il matrimonio e la nascita di tre figli. La nostra poetessa unitamente alla docenza sia nei licei che in ateneo si impegnò tantissimo anche come traduttrice; la scelta di autori anglo-americani fu dettata sostanzialmente dai temi sociali presenti nelle loro opere. Tradusse Dickinson, Eliot, Donne, Pound, Stilwell e Hemingway.

Personalmente sostengo che le vicissitudini della vita siano interconnesse con l'attitudine creativa, in una relazione reciproca e circolare: la influenzano e la creatività stessa, spesso intrisa di intensa sensibilità, ha ripercussioni sugli eventi che coinvolgono la persona. Non mi sorprende quindi venire a conoscenza che la Guidacci affrontò, negli anni 60, un disagio psicofisico che la portò ad un periodo di ospedalizzazione. Dalla difficile esperienza trae origine la raccolta di liriche"Neurosuite"(1970). Alcune opere di Margherita G. :"Paglia e polvere" (1961) "L'altare di Isenheim (1980)" Anelli del tempo "(1993 postuma).

 

All'ipotetico lettore

“Ho messo la mia anima fra le tue mani.

Curvale a nido. Essa non vuole altro

che riposare in te.

Ma schiudile se un giorno

la sentirai fuggire. Fa' che siano

allora come foglie e come vento,

assecondando il suo volo.

E sappi che l'affetto nell'addio

non è minore che nell'incontro. Rimane

uguale e sarà eterno. Ma diverse

sono talvolta le vie da percorrere

in obbedienza al destino”.

 

Articolo a cura di Daniela Minozzi

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