Il Governo sceglie 5 economisti, tutti uomini, per gestire le risorse che arriveranno da Bruxelles

L'espansione intergenerazionale dei nostri cervelli collettivi dipende, secondo l'antropologo Joseph Henrich, dalla "capacità delle norme sociali, delle istituzioni e delle psicologie che creano" per incoraggiare le persone liberamente a "generare, condividere e ricombinare nuove idee, credenze, intuizioni, e pratiche".
L'isolamento geografico e sociale causa la perdita di significative conoscenze culturali nel corso delle generazioni.
I politici in Italia  hanno scelto il loro isolamento con evidenti effetti regressivi visibili nella capacità di generare nuove conoscenze e innovazione e soprattutto sviluppo.
All’interno di questa cerchia di uomini è evidente la scelta dei 5 economisti uomini chiamati a Palazzo Chigi per supportare il Governo.
Economisti tradizionali e responsabili delle politiche economiche del nostro Paese ma incapaci e non interessati a creare interazioni reali con gli altri/e, soprattutto con il mondo reale delle imprese e delle professioni. Soprattutto con il mondo delle professioni e delle imprese femminili.
Ma se la tribù degli economisti e degli esperti politici economici continuerà nel suo percorso regressivo, anche i risultati saranno disastrosi, non solo per la tribù stessa, ma anche per la nostra società e il nostro futuro.
Come invertire il percorso regressivo e rilanciare la crescita reale senza l’apporto costruttivo del lavoro delle donne?
La cieca convinzione di farcela comunque, al di là delle donne e del loro crescente protagonismo, e la perdita dell’opportunità dei fondi del NGEU potrebbe minacciare la stabilità stessa della nostra economia.
C'è ancora tempo per salvarsi, portando i loro cervelli collettivi a soppiantare l'evidente regressione di queste potenti tribù maschili e condividendo con noi donne la governance del PNRR.
Resta da vedere se lo faranno.
 
Articolo a cura di Isa Maggi
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