Giustizia e Diritti al femminile

È tempo di reclamare a viva voce ed ovunque nel mondo la dignità di ogni donna.

Solo facendo riferimento a questo sentimento congenito, purtroppo oramai accantonato fra i mille problemi quotidiani, possiamo sperare di ricostruire l'identità femminile.

Anzi, siamo già fuori tempo, perché le donne continuano a soffrire, a vivere male, ad essere ferite, offese e minacciate di continuo, e addirittura a morire, e molto di frequente per mano del proprio compagno, ovvero di chi avrebbe dovuto amarle.

È evidente che le donne paghino oggi più che mai il disgregamento dei valori sui quali la nostra martoriata società dovrebbe basarsi. La famiglia in primis, ma anche il lavoro, la convivenza pacifica e solidale che dovrebbero rappresentare i baluardi sociali, ma che al momento vacillano pericolosamente a colpi di violenza ed odio.

Le statistiche dicono che il maggior numero di violenze avviene nel tempo in modo grave e ripetuto nell'ambito delle relazioni familiari.

L’eliminazione radicale della violenza contro le donne quindi pone una sfida sociale difficile e costituisce una delle espressioni più pronunciate dello squilibrio di potere tra donne e uomini, integrando allo stesso tempo una violazione dei diritti umani e uno dei principali ostacoli all’uguaglianza di genere.

E dunque le donne devono resistere, esprimendo una risposta che in realtà hanno già dentro da quando sono nate: la loro forza ed il loro coraggio.

Si tratta di diritti umani femminili violati ovunque e per pretendere giustizia, occorre conoscerne i meccanismi di funzionamento, così che un supporto legale può significare il punto di partenza.

È necessario a tal riguardo agire su due livelli: il primo, riconoscendo il fenomeno  violenza e rinvenendo subito i primi immediati rimedi giuridici per arginarla.

Il secondo, ipotizzando progetti formativi ed educativi che contrastino e prevengano la cosiddetta subcultura violenta.  

Pregiudiziale però è la consapevolezza collettiva che la "violenza contro le donne" è plurioffensiva, perchè incide direttamente anche sui figli minori e destabilizza tutti gli equilibri sociali che fanno perno sulla figura femminile.

La rubrica Giustizia e Diritti al femminile tende all'ambizioso obiettivo di dare risposte ai dubbi ed alle paure delle vittime di non essere sufficientemente tutelate dal sistema giustizia.

Questo perchè la donna che subisce violenza non può essere "rivittimizzata", ossia costretta a vivere anche la duplice paura di non essere creduta ed aiutata se denuncia la sua condizione.

Un servizio mediatico legale servirà anche a fare chiarezza sulle procedure giuridiche, sulle tipologie di reati, sulle tutele previste dalla legge interna ed internazionale per chi sta vivendo l'incubo di una violenza.

Sarà utile a spiegare quante forme può assumere la violenza e fornire una risposta che rassicuri e dia forza per reagire e ribellarsi, ed in rete condivisa con altre figure professionali, spezzare il legame malato che spesso si rinviene alla base di una relazione disfunzionale.

Il progetto di una rubrica legale online risponde in definitiva al bisogno di giustizia che le donne, comprese le avvocate/donne, lamentano di fronte ad una giustizia lenta e spesso purtroppo sorda alle istanze femminili.

E allora, oltre a risposte, spiegazioni e progetti formativi sarà interessante analizzare e discutere insieme i casi giudiziari emblematici del funzionamento giudirico, perchè per scegliere bene bisogna prima informarsi e tenere sempre allenato il nostro senso critico.

L'esperienza insegna che l'instaurazione di un senso di fiducia reciproca fra donna vittima e sistema legale abbatte qualsiasi ostacolo e consente alla fine di ottenere giustizia.

Ritroviamo questa fiducia insieme.

     

Articolo a cura dell'Avv. Cristina Perozzi

 

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