Vi spieghiamo perché i casi di sradicamento materno potrebbero attestarsi a 800 l'anno

Differenza Donna, una importante e prestigiosa Associazione capitolina che lotta contro la violenza sulle donne gestendo vari centri antiviolenza che offrono protezione, sostegno psicologico e legale alle vittime di violenza domestica, annuncia di aver censito tra il 2018 ed il 2020 ben 100 casi di allontanamenti di bambini e ragazzi minorenni dalle loro madri sulla base di una valutazione in CTU di Alienazione Parentale (Pas).

Come sappiamo da indagini condotte personalmente su molte centinaia di fascicoli processuali, spesso questi casi di allontanamento materno coincidono con presunte o accertate ipotesi di violenza domestica e abusi paterni, denunciati-processati e persino non raramente già condannati. Ablazioni che avvengono a causa del radicato rifiuto dei bambini e dei ragazzi minori coinvolti ad incontrare il padre, presunto o accertato abusante, spesso in assenza di ascolto processuale e giudiziale del minore circa i motivi del rifiuto o in presenza di un ascolto peritale molto parziale in cui i racconti di abuso tuttavia siano stati interpretati come frutto di “alienazione materna”.

Non raramente queste valutazioni in CTU sono state poi depositate in fascicoli processuali penali: ciò avviene sempre in casi di denunce materne per abuso incestuoso su minore, il cui racconto è puntualmente considerato frutto di “simbiosi materna”, determinandone così archiviazione e proscioglimento.  

Il dato dei 100 casi avvenuti fra il 2018 ed il 2020 ed attestati da Differenza Donna è stato ribadito alcuni giorni fa dall’eurodeputata Pina Picierno durante un suo intervento nella sede UE a Bruxelles, svoltosi parallelamente all’annuncio della  Risoluzione P9_TA(2021)0406  del 6 ottobre 2021, votata dall’Europarlamento e che ha bandito definitivamente la Pas e teorie analoghe dai tribunali europei (v. in https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2021-0406_IT.html?fbclid=IwAR3v5kUGo-QpfWizEP9pi9Zqg4bZs30PCvrrdHlV-L5_2ldMB_R29JC3HxM). Una risoluzione avversata dai partiti e movimenti politici di destra. Una risoluzione che arriva subito dopo la decisione del Parlamento europeo di inserire la violenza di genere tra gli eurocrimini, insieme al terrorismo.

Vi è chi, denunciando il fenomeno distorsivo di cui la Giustizia italiana sta soffrendo da anni, aggiunge che “anche fosse uno solo caso sarebbe già troppo”.

Certamente anche un solo abuso istituzionale agito su un unico bambino - derivato dall’uso di una teoria costruita appositamente dal medico americano Richard Alan Gardner all’interno di una strategia legale e peritale di parte usata per scagionare padri pedofili -  sarebbe troppo e tale da giustificare la criminalizzazione dell’uso di questa teoria e anche di teorie analoghe o da quella derivate.

Tuttavia la realtà è molto probabilmente ben diversa da quella che si potrebbe essere portati a pensare, ossia che si tratti di pochi e sporadici casi, che dunque ben potrebbero rientrare in meri “errori giudiziari”.

Una lettura, questa dei meri  “errori giudiziari” – che implica la possibilità di prevenire i cd “falsi positivi” da parte dei “veri esperti”-  che veniva implicitamente suggerita dal Memorandum pubblicato nel settembre 2020, redatto dall’Avvocato,  Psicologo giuridico e Professore Guglielmo Gulotta, da Laura Volpini, psicologa, psicoterapeuta e docente presso la “Sapienza” Università di Roma, nonché CTU nei tribunali  e da Giovanni Camerini, neuropsichiatra infantile e professore presso le Università di Padova e Lumsa di Roma, allo IUSVE nonché già CTU e più spesso ormai CTP nei tribunali civili e penali italiani (circa paternita’ del Memorandum v. quanto dichiarato da Gulotta nella intervista rilasciata a Il Dubbio il 16 settembre 2020 e riportata in  https://www.alienazione.genitoriale.com/intervista-a-gulotta-il-dubbio-16-9-20/      ). Si tratta di un Memorandum sottoscritto inizialmente da circa 130 professionisti Psicologi e Psichiatri forensi, nonché Avvocati sostenitori della teoria “alienazione parentale”, poi a quanto pare ridottisi a 100, indirizzato alla Commissione Femminicidio presieduta dalla Senatrice Valeria Valente, in cui veniva criticato in primis il nostro allarme lanciato circa il probabile danno erariale che sarebbe stato commesso dal Ministero della Salute  nell’intraprendere “studi empirici” su una teoria – la Pas Alienazione Parentale - già ampiamente sbugiardata da tutta la Comunità scientifica internazionale e da ultimo anche dall’OMS, indicata da numerosi organismi internazionali e istituzioni forensi come pericolosa in quanto distorcente la Giustizia e rivittimizzante bambini già vittime di violenza e abusi. Un Memorandum che appunto offriva una lettura di quelle ablazioni, considerate “errori giudiziari” dunque evitabili da parte dei cd veri esperti ( Si legga il Memorandum al seguente link https://psicologiagiuridica.marcopingitore.it/memorandum-di-oltre-100-intellettuali-accademici-e-professionisti-esperti-in-materia-psicoforense/2020/09/12/5095/ . Si può leggere la nostra denuncia circa il danno erariale in  https://studiolegaledonne.webnode.it/l/un-memorandum-di-130-intellettuali-sostenitori-della-parental-alienation-ci-risponde/) .

Questa lettura – ossia quella che farebbe rientrare i casi di ablazione come meri “errori giudiziari” -  sarebbe tuttavia altrettanto fuorviante e gravemente distorsiva cosi come lo è la teoria Pas Alienazione parentale!

I casi avvenuti negli anni 2018-2020 non sono 3 e neppure 100. In realtà potrebbero essere molti di più.

Come Presidente di Maison Antigone ne ho censiti circa 500, avvenuti nell'arco di 7 anni e più. Ma anche in questo caso non si tratta di tutte le ablazioni o sradicamenti materni ordinati e attuati negli ultimi sette o otto anni. Questi sono solo quelli riferiti da madri che mi hanno contattata da quando, nel gennaio -febbraio 2019, ho iniziato a raccogliere le loro storie. Quindi anche questo numero non offre la reale portata del fenomeno.

1.500 ne ha acquisiti la Commissione Femminicidio in soli 12 mesi. E neppure questi possono dirsi tutti i casi avvenuti nel triennio 2018-2020, perché alcuni sono certamente riferibili ad un periodo antecedente. 

Per capire quale potrebbe essere la reale portata del fenomeno basta pensare che Differenza Donna ha censito 100 casi in due o tre anni derivandoli, a quanto pare, solo ed esclusivamente dall’analisi predisposta all’interno dei propri centri antiviolenza.

Ma quanti sono i CAV gestiti da Differenza Donna?  Andando a verificare sul loro sito si scopre che sono solo 14, per di più insistenti quasi esclusivamente sul territorio capitolino! Il 1522 viene gestito da Differenza Donna solo dal settembre 2020 e dunque non rientra in queste segnalazioni.

In realtà i CAV in Italia – cosi come riportato il 28 ottobre 2019 dall’Istat nel report “I centri antiviolenza” - al 31 dicembre 2017 erano 281. Un numero «pari a 0,05 centri per 10 mila abitanti» a cui tuttavia debbono aggiungersi altri 106 centri anti violenza ossia quelli che, sempre secondo quel Report dell’Istat, non rispondono ai requisiti di un’Intesa sottoscritta nel 2014 tra Stato e Regioni, che ha stabilito i requisiti minimi necessari, strutturali e organizzativi, che i centri antiviolenza e le case rifugio devono rispettare per essere in linea con quanto stabilito dalla Convenzione di Istanbul.

Sarebbero dunque in totale, in quegli anni 2018-2019, circa 387 i centri antiviolenza italiana, di cui solo 14 di Differenza Donna.

Quei 100 casi indicati dai 14 centri antiviolenza di Differenza Donna, dunque, potrebbero aver registrato solo ed esclusivamente le “ablazioni” o sradicamenti materni disposti quasi solo in territorio capitolino!

Ma vi è di più: a rigor di logica, quel numero di 100 casi registrati in due - tre anni dovrebbe esser moltiplicato per 25, visto che in realtà e come visto sopra i CAV italiani sono circa 387 e non 14.

Dunque, a rigor di logica, le ablazioni dei minori dalle madri che denunciano violenza, disposte dai Giudici a causa del rifiuto radicato dei figli contro il padre, potrebbero raggiungere in realtà una cifra pari a 2.500 tra il 2018 ed il 2020.

2500 ablazioni in un solo triennio, di bambini e adolescenti già traumatizzati, decretate giudizialmente sulla base di CTU e relazioni di psicologi e psichiatri forensi diagnosticanti la presunta e indimostrata manipolazione materna tramite la Pas/Pa.

2.500 ablazioni che potrebbero essere state attuate da servizi sociali e forze dell’ordine in un solo triennio!

2500 probabili bambini e ragazzi portati via alla loro vita ed a tutti i loro affetti, che spesso vengono internati per molti mesi o anche per anni, in case famiglia e strutture educative con costi medi da 200 euro mensili al giorno (a proposito di danni erariali da miliardi di euro l’anno!), prima di venire  ricollocati presso i loro padri denunciati e, sempre più spesso, persino se condannati o pluricondannati.

Con danni e costi umani, sociali ed economici, privati e pubblici, ingentissimi.

Un dato esagerato?

Non proprio, se si pensa che i Report pubblicati  dal Progetto PIPPI (Programma di Intervento
per la Prevenzione  dell’Istituzionalizzazione)  elaborato dall’Università degli Studi di Padova   confermano che il 40% circa dei minori attenzionati dai servizi sociali siano a rischio istituzionalizzazione non a causa di violenza subita da entrambi i genitori o per abusi sessuali incestuosi commessi da entrambi, ma per “conflittualita’ genitoriale” (v. Report in  https://www.labrief-unipd.it/home-italiano/p-i-p-p-i/materiali-e-report/ ). Laddove per “conflittualità” si intende  appunto il presunto atteggiamento “ostativo” o “alienante” delle madri che, secondo la teoria Pas Alienazione Parentale, denuncerebbero sempre strumentalmente, per allontanare i figli dai loro padri, anche quando le denunce sono già approdate    a una o più condanne  definitive del padre ed anche quando sussistono uni o più  rinvii a Giudizio paterni ! Casi non rari e che esistono e che conosciamo direttamente, indicati anche alla Commissione Femminicidio.

Tuttavia, affinché queste non rimangano solo mere provocazioni ma raggiungano il tema piu’ a fondo – cosi da risolverlo veramente -   urgono ulteriori domande:

  1. Quanti di questi casi sono stati ricorsi fino in Cassazione, dove già dal 2013 era stata cassata definitivamente la Pas?

E se questi casi non sono stati ricorsi in Cassazione, perché ciò non è avvenuto?

  1. Quanti di questi casi sono stati fatti emergere pubblicamente tramite la stampa?

Pochissimi...lo sappiamo perché abbiamo effettuato, grazie al lavoro della giornalista che oggi opera da  NY Eleonora Francica, una raccolta di tutti – o quasi - i casi denunciati alla Stampa italiana dal 2003 in avanti nella sezione Protective Mothers Italy del sito web di Maison Antigone (v. in banda mobile in sito di Maison Antigone in  http://www.maisonantigone.it/index.html  e v. direttamente in  https://protective-mothers-italy.webnode.it/storie-dallitalia/ ).

La pubblica denuncia rappresenta da anni dunque l'unico modo per fare emergere un fenomeno sociale e giudiziario abnorme e sistemico.

Essa serve a costringere le Istituzioni a guardare in faccia la realtà di violenza e discriminazione agita al loro interno – spesso in modo inconsapevole da parte dei Giudici medesimi -   che finisce per creare situazioni di abuso sulla parte più fragile e indifesa della nostra società: i bambini.

 Un abuso istituzionale, o istituzionalizzato come preferisce definirlo la Professoressa Rita Ferri, che pregiudica la fiducia nelle istituzioni italiane di migliaia di bambini italiani da anni, ipotecando così il futuro della nostra stessa società e del nostro vivere sociale!

Una distorsione della Giustizia che in realtà rara non lo è mai stata e che non ha mai rappresentato “solo pochi casi di errori giudiziari” come certa narrazione vorrebbe far credere!

Una distorsione in cui lo sradicamento materno tramite l’allontanamento radicale dalla madre costituisce solo l’apice di un iceberg: l’esito finale di una violenza molto più lunga ed aggressiva avvenuta per anni, attraverso la lesione di diritti processuali fondamentali ed una violenza domestica che continua ad essere agita da uomini violenti oltre la separazione ed oltre le denunce, con la strumentalizzazione dei tribunali.

Un fenomeno che senza la sua emersione sociale attraverso la denuncia pubblica della stampa- avvenuta dapprima ed in modo molto più forte e consapevole all'estero, in UK, in Spagna, in Belgio, in Usa, in Canada e in Australia, in Nuova Zelanda e solo alla fine anche in Italia - potrebbe solo continuare a mietere più numerose vittime. Distorcendo sempre più la Giustizia italiana. Come avviene in Brasile, dove associazioni professionali vantano il 100% delle vittorie in Giudizio, nei casi di denuncia degli abusi incestuosi, grazie all’uso della Parental Alienation. Come avviene in Australia: dove solo poco più dell’1% delle denunce materne per abusi sessuali incestuosi su minori arriva a condanna. O come avviene in Francia: dove neppure l’1% delle denunce per abusi sessuali su minori incestuosi arrivano a condanna!

  1. Ci chiediamo se Pillon non avesse firmato il ddl 735 e se nel 2018 il Governo non fosse stato targato Lega-5S, avremmo avuto la stessa reazione di piazza e la conseguente decisione della Commissione Femminicidio di acquisire finalmente i dati degli abusi giudiziari indotti da queste teorie psicologiche che negano la violenza domestica e gli abusi incestuosi, imbavagliando madri e bambini che denunciano?

E se sì: perché allora non fu fatto lo stesso con l'analogo ddl Cirinnà di soli tre anni prima?

Perché questo ritardo e questa incapacità  nel  capire che la applicazione della teoria Pas Alienazione Parentale, nonché di  teorie analoghe o da quella derivate, la prassi della mediazione obbligatoria, delle CTU imposte in casi di violenza per la valutazione di capacità genitoriali - non del violento ma della madre denunciante – nonché il diniego di ascolto in sede civile dei minori che raccontano abusi, nonché le ablazioni materne fossero  solo una forma più complessa, mascherata  e furba di “violenza vicaria”  agita sulle donne dagli stessi abusanti strumentalizzando i tribunali ed i Giudici…e non solo una strategia per ottenere l’archiviazione delle denunce in sede penale?

Ma soprattutto mi e vi chiedo: quanti casi analoghi, di ablazione di bambini e ragazzi a causa della Pas e di teorie pseudopsicologiche simili o da quella derivate, sono avvenuti prima del 2018 e già a partire dall'anno 2000?

Non solo il  Ministero della Giustizia e quello dell’Interno, ma soprattutto i 387 cav di tutta Italia hanno questi dati ...DA SEMPRE

Domani parteciperemo all’ennesima manifestazione, insieme a tante madri e movimenti di madri che denunciano la Violenza Istituzionale, in primis insieme al Comitato fondato da Laura Massaro nel settembre 2019 ed a Giada Giunti di Verità Altre.

TUTTE NOI ATTENDIAMO RISPOSTE.

 

Articolo a cura dell’Avv. Michela Nacca, Presidente Maison Antigone – con e per “Il coraggio delle Donne”

 

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