La Spagna avanti nella protezione dei Minori grazie alle denunce degli ex minori vittime di violenza domestica e abusi

Probabilmente la Spagna rappresenta oggi in Europa l'avanposto della lotta per la protezione dei minori in ambito giuridico.

Sarà perché in Europa proprio la Spagna ha disvelato con maggior vigore che la Pas (la pseudoteoria della Alienazione Parentale) fosse una fandonia ascientifica, una pseudoteoria finalizzata solo ad imbavagliare e rivittimizzare donne e minori dinanzi i tribunali civili e penali. Ciò è avvenuto soprattutto grazie al lavoro di ricerca di Consuelo Barrea e Sonia Vaccaro (Sonia Vaccaro y Consuelo Barea Payueta, El pretendido síndrome de alienación parental. Un instrumento que perpetua el maltrato y la violéncia, Desclée De Brouwer, 2009, tradotto in Italiano nel 2011 in PAS: presunta sindrome di alienazione parentale, 2011, ed. Editpress). Un lavoro che in Italia in realtà quattro anni prima era già stato preceduto dalla pubblicazione delle Professoresse Patrizia Romito (Un silenzio assordante. La violenza occultata su donne e minori (2005) e di nuovo nel 2007 con la Professoressa  Micaela Crisma, entrambi  dell'Università di Trieste  (L'occultamento delle violenze sui minori: il caso della Sindrome da Alienazione Parentale, in Rivista di Sessuologia, 31(4):263-270, 2007 ): una ricerca scientifica italiana condotta dalla professoressa Romito fino all'attualità, quasi in solitaria e che tuttavia nel nostro Paese è rimasta quasi  del tutto inascoltata, specie  da parte di psicologi giuridici e psichiatri forensi, dunque sconosciuta ai Giudici di merito italiani. I quali tuttavia hanno continuato ad ignorarne il contenuto anche dopo l'ordinanza di Cassazione, sez. civile, n.7041 del 2013 e financo dopo la più recente Ordinanza di Cassazione la n. 13217, pubblicata nel maggio 2021, che ha implicitamente definito naziste le teorie come la Pas e la cd Sindrome della Madre Malevola, nonché il loro uso nei tribunali.

Una differenza evidente tra Spagna ed Italia. Almeno fino ad oggi.

Sarà perché in Spagna  il Legislatore  -  ben prima che in Italia -  è stato sollecitato ad ascoltare le richieste di aiuto delle madri, vittime con i loro figli della rivittimizzazione istituzionale, riconoscendo,  esaminando, studiando e dunque criminalizzando non solo  la  "violenza istituzionale" agita attraverso l'uso nei tribunali di teorie ascientifiche come la Pas, ma anche la cd "violenza vicaria": quella violenza che viene attuata da uomini violenti sulle donne attraverso i loro figli minori. Una violenza che, quando  agita  dopo la separazione genitoriale, viene attuata dagli ex partner violenti anche grazie a normative e  prassi giudiziali ambigue, modellate su quelle teorie psicologiche distorsive come la Pas,  che trasformando artatamente  in principi pseudo scientifici degli stereotipi e pregiudizi contro donne e minori che denunciano le violenze, hanno permesso la protezione oltremisura delle relazioni genitoriali  di padri violenti,  anche se coercitive e violente, assicurando proprio a questi, in ogni caso,  il  mantenimento del  controllo sui figli. Ciò a discapito di madri adeguate ma colpevoli di essere protettive: perché, come insegnato dal "padre" della Pas Richard Gardner, la pretesa di protezione dei figli minori espressa dalle madri contro gli abusi - veri o falsi non importa - dovrebbe essere considerata sempre ed in ogni caso un disvalore, un pregiudizio per la sana crescita dei minori.

Una distorsione scientifica e giudiziale diabolica che dunque ha permesso e permette in Italia ancor oggi ai violenti di continuare a perpetuare quella Violenza Vicaria su ex partner e i loro figli minori, nonostante la separazione, il divorzio, le denunce, le misure cautelari, i rinvii a giudizio e persino le condanne!

Sarà che in Spagna non solo la AEN (la Associación Española de Neuropsiquiatría ) ha denunciato  che la Alienazione Parentale fosse una teoria pericolosa in quanto distorsiva e rivittimizzante,  ma  anche l'Associazione dei Pediatri AEPap ( Asociación Española de Pediatría de Atención Primaria AEPap)  non è  rimasta silente, come invece avvenuto in Italia. Questi e molti altri organismi hanno chiesto al Legislatore spagnolo a gran voce la criminalizzazione dell'uso di teorie infondate come la Pas/Parental Alienation, sollecitando affinché i bambini spagnoli fossero  maggiormente protetti nei loro tribunali, ascoltati direttamente dal Giudice ed a qualsiasi età - senza limiti - e affinché non venissero affidati o comunque mantenuti in contatto con padri violenti (v. articolo della scrivente a riguardo in https://studiolegaledonne.webnode.it/l/luis-pedernera-chairman-della-commissione-onu-sui-diritti-del-fanciullo-riafferma-la-condanna-della-pas-e-ascientifica-e-la-sua-applicazione-nei-tribunali-di-tutto-il-mondo-mette-a-grave-rischio-la-sicurezza-dei-bambini/ ).

Sarà soprattutto perché dal 2018 in Spagna ha preso avvio un movimento di ex minori abusati, spesso dai loro padri, che capitanati dal pianista ed ex minore abusato James Rodhes, ha saputo vincere timori e pregiudizi, sensi di vergogna artatamente instillati, ricatti e minacce, alzando la voce e facendosi sentire. 

Fatto sta che proprio in Spagna ha preso avvio il disegno di Legge Rodhes che ha fatto proprie queste istanze, esitato in una Legge approvata dal Senato spagnolo e pubblicata nel giugno scorso. Una Legge   che nel 2020 da Louis Pedernera, Chairman della Commissione ONU sui Diritti del Fanciullo, è stata considerata "una delle leggi più progredite al mondo". Una Legge che, caratterizzata da 60 articoli, ab initio recita "La lotta alla violenza sui bambini è un imperativo per i diritti umani...La protezione dei minori è un obbligo prioritario dei poteri pubblici..."

Lo stesso Louis Pedernera non ha esitato a definire "falsa" e "pericolosa"  la Pas ed il suo uso nei tribunali (v. mio articolo in proposito in  https://studiolegaledonne.webnode.it/l/luis-pedernera-chairman-della-commissione-onu-sui-diritti-del-fanciullo-riafferma-la-condanna-della-pas-e-ascientifica-e-la-sua-applicazione-nei-tribunali-di-tutto-il-mondo-mette-a-grave-rischio-la-sicurezza-dei-bambini/). Già qualche mese prima in Catalogna era già stata introdotta una norma che ha criminalizzato l'uso della Pas nei tribunali.

Da alcuni mesi dunque in Spagna sono già entrate in vigore riforme codiciali importanti, in base alle quali i genitori accusati di violenza sessista non potranno più visitare, avere contatti o ottenere l'affido dei figli minorenni.  Questa specifica riforma in realtà è stata inserita non nella Legge Rodhes, ma in un'altra legge avente un altro obiettivo, quello di porre fine all'inabilità giudiziaria delle persone con disabilità intellettiva.

Tra le numerose modifiche del codice civile spagnolo vi è quella dell'articolo 94, che prevedeva il diritto dei genitori non affidatari e non collocatari ad avere contatti con i loro figli minorenni o disabili, senza eccezioni. Un articolo che esplicitava e normativizzava il principio della "parental friendly", o anche definito "obbligo di contatto", anch'esso facile ad essere usato con effetti gravemente distorcenti quando applicato a genitori violenti. Un principio che, quando lo si applica a madri i cui figli minori raccontino la violenza paterna, finisce per criminalizzare la madre - colpevole di impedire quell'obbligo di contatto ad ogni costo -  ed esita dunque nel proteggere proprio la relazione paterna ancorché violenta! Un principio già sperimentato nell'Ordinamento australiano e ben presto rivisitato alla luce dei gravi effetti distorsivi anche in quel Paese prodotti.  Gli stessi in Italia raggiunti grazie alla Legge 54/2006, ad una distorta interpretazione dell'art. 337 ter e quater  - laddove assurdamente  la violenza genitoriale non viene mai esplicitamente indicata come motivo per escludere l'affido e negare il diritto di  contatto del minore con il genitore violento - nonché ad una conseguente prassi dei Tribunali di merito che ancor oggi non tende ad essere interrotta, nonostante le ripetute condanne della Cassazione che avvisano sulla sua  incostituzionalità!

Con la riforma approvata, il giudice spagnolo dunque non stabilirà più un regime di visita, e lo sospenderà laddove esistente, quando il genitore sia coinvolto in un procedimento penale per attentato alla vita, per aggressione o per maltrattamento del partner o dei figli, e anche qualora apprezzi "fondati indizi di violenza domestica o di genere". Certamente il giudice potrà autorizzare le visite in una "delibera motivata nell'interesse superiore del minore" e "previa valutazione della situazione del rapporto di filiazione", anche se in nessun caso potrà autorizzare contatti quando il genitore si trovi in carcere, provvisorio o definitivo, per i suddetti reati. 

La riforma è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Spagna il 3 giugno scorso e, solo pochi giorni dopo, è stato ritrovato nel mare di Tenerife il corpo senza vita di Olivia, la bambina di 6 anni rapita insieme alla sorella Anna dal padre Tomás Gimeno, che non aveva riconsegnato i figli alla madre nel giorno concordato. Solo alla fine di quel mese è entrata in vigore la legge spagnola per la protezione integrale dei bambini e degli adolescenti contro la violenza, che ha compiuto un primo passo per limitare le visite agli aggressori riformando la legge sull'azione penale: come stabilito,  quando viene emanato un ordine di protezione con provvedimenti di contenuto penale e vi sono indizi fondati che i figli minori abbiano potuto assistere o subire violenze domestiche, il giudice spagnolo ha l'obbligo di sospendere il regime di visita, di permanenza o di comunicazione dell'imputato con minorenni.

Si tratta di riforme che mirano a creare uno scudo contro la violenza vicaria esercitata su donne e minori da padri violenti, coercitivi che nonostante la separazione continuino a costituire un rischio ed un pregiudizio per le loro vittime, utilizzando spesso gli stessi tribunali per ottenere quel controllo e quel potere coercitivo che essi ricercano grazie a concetti distorti di "bigenitorialita'", "parental friendly" ed a teorie psicologiche ascientifiche come la Alienazione Parentale o la Sindrome della Madre Malevola o teorie analoghe o da esse derivate. 

Del resto in Spagna si è valutato che la maggior parte dei 40 omicidi di minori avvenuti per mano dei genitori o del partner o dell'ex convivente della madre, dal 2013 ad oggi, sono avvenuti dopo la separazione, il divorzio o quando la donna ha iniziato una nuova relazione sentimentale. Una cifra che non aveva ancora incluso l'omicidio del 24 agosto scorso di un bambino di due anni, avvenuto in una stanza dell'hotel Concordia di Barcellona per opera del padre, il quarantaquattrenne   Martín Ezequiel Álvarez Giaccio, che sul corpo del figlioletto ha lasciato un biglietto destinato alla madre del piccolo, da cui si stava separando, con su scritto: "Hai quel che meriti". Un messaggio dal chiaro senso vendicativo che prova la volontà di quest'uomo di esercitare una violenza vicaria.

Dal 2015, secondo la legge spagnola per la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, i minori esposti a una situazione di violenza di genere sono essi stessi considerati vittime dirette. Secondo l'ultima macroindagine sulla violenza contro le donne, più di 1,68 milioni di bambini spagnoli vivono in case dove la madre è aggredita dal partner o dall'ex compagno e nel 51,7% dei casi il maltrattamento della madre è stato accompagnato anche da abusi sui figli minori.

Una situazione non dissimile da quella italiana, visto che l'Istat già dal 2008 valutava che in Italia il 14% delle donne fosse vittima di violenza fisica o sessuale da parte di un partner e il 62% dei loro figli avesse assistito ad uno o più episodi di violenza.

Si tratta di violenze che possono continuare o addirittura aggravarsi dopo la separazione.

Secondo una ricerca nazionale francese del 2003 (Enveff, 2003) tra le donne che nell'ultimo anno avevano avuto qualche rapporto con l'ex partner, ben il 16,7% subiva da lui violenze; ma tra quelle con figli, quelle che ancor subivano violenze erano ben il 90%.

I dati della ricerca nazionale in Canada confermavano dati ancor più gravi: tra le donne che avevano avuto qualche rapporto con l'ex partner, il 39% subiva da lui violenze fisiche/sessuali gravi e ripetute e tutte subivano violenze psicologiche; in presenza di figli, questi assistevano alle violenze in 2 casi su 3 (Hotton, 2001). Il rapporto del Ministero della Giustizia Canadese (Jaffe et al, 2005, p. 28), concludeva dunque che, se il rifiuto del bambino è legato ai comportamenti violenti del genitore non affidatario e ai suoi continui tentativi di controllare, minacciare o tormentare il bambino e il genitore affidatario, è ben più importare garantire loro sicurezza che trattare il comportamento di rifiuto (l'"alienazione").

In Usa le più recenti ricerche della Professoressa Joan Meier, Professor of Clinical Law and Director of the National Family Violence Law Center at the George Washington University Law School,  confermano che nell'80% dei casi quando la teoria alienazione parentale viene usata nei tribunali, da parte dei padri accusati di violenza domestica e/o abusi sessuali incestuosi, i minori coinvolti non vengono protetti.

In Francia un più recente studio pubblicato nel 2020 ha invece appurato che le denunce di abuso incestuoso presentate dalle madri arrivano a condanna in meno dello 0,6% dei casi, con una evidente e gravissima distorsione della Giustizia. Tuttavia un ampio movimento di ex minori brutalizzati, avviato da alcuni anni, sta facendo sì che le Istituzioni abbiano finalmente deciso di attivare quelle indagini sui dati che stanno facendo emergere il dramma dell'occultamento e della negazione delle violenze e degli abusi nei tribunali penali e civili francesi.  Anche in Francia dunque si appresta “una svolta storica con una presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica...Ogni caso che emerge smonta la legge del silenzio, la negazione e tutte le ingiustizie fatte alle vittime. In questo modo la situazione cambia e la tolleranza che c’è nei confronti di queste violenze diminuisce” ha dichiarato all’HuffPost Muriel Salmona, psichiatra specializzata in casi di violenza sessuale e presidente dell’associazione Mémoire traumatique et victimologie.

In Italia - conseguentemente alle ripetute condanne della CEDAW (2011 e 2017) del Grevio (gennaio 2020) e dell’organo esecutivo della  CEDU -  la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, dopo l'acquisizione e il dettagliato esame di ben 1.500 fascicoli processuali avvenuto in meno di un anno, ha appurato che almeno nell'80% dei casi la violenza domestica nei tribunali italiani - civili e penali - non è valutata, dunque non viene riconosciuta, con rilevanti consequenziali rischi sulla incolumità non solo delle donne, ma soprattutto dei minori, costretti al "contatto"  - la parental friendly -  nonostante  chiari indizi di pregiudizio,  persino in presenza di condanne paterne per violenze specifiche e aggravate (v. Report approvato il 17  giugno 2021 in  http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/361580.pdf ).

Tuttavia riguardo gli abusi incestuosi non appare alcun dato cercato, ne' chiesto ne' di conseguenza fornito dalla suddetta Commissione Parlamentare, se non qualche fin troppo generico riferimento.

Un dramma che gli italiani dunque tendono ancora a tenere ben nascosto a se stessi. E ciò sarà fino a che un movimento italiano di ex minori abusati finalmente non si farà avanti!

Aspettiamo ora la riforma italiana annunciata.

 

Articolo a cura dell’Avv. Michela Nacca

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