
La “Legge Kayden”, intitolata ad una bambina uccisa nel 2018, impone nel Maryland (USA) incontri protetti con genitori pericolosi additando la rivittimizzazione secondaria causata dall’uso della Parental Alienation. Lo stesso avviene in Inghilterra e Spagna, mentre in Italia la Cassazione accredita la “junk science”.
Lei è Kayden, uccisa a soli 7 anni dal padre, Jeff Mancuso, ai primi di agosto 2018. La sua maestra Jocelyn Setzman, le sue amiche e compagne di scuola, i familiari, riunitisi alcuni giorni dopo per una veglia in sua memoria, l’hanno ricordata come una bambina gioiosa, che amava le principesse Disney e gli unicorni, ma al contempo capace di colpire una palla da baseball, amata dalla mamma, Kayden adorava ballare e cantare, "portava gioia e luce" in classe.
Da alcuni giorni, esattamente dal 25 gennaio 2021, in Pennsylvania (USA), una legge porta il suo nome (SB78 - "Kayden's Law"): si tratta di una legge sull’affido minori, che introduce un sistema di protezione e supervisione degli incontri con genitori – statisticamente in genere padri - denunciati per violenza domestica che abbiano dimostrato un atteggiamento aggressivo, dunque pregiudizievole – ossia potenzialmente pericoloso e inadeguato – per il benessere e la vita dei loro figli minori.
La legge, il 25 gennaio scorso, ha ottenuto un sì unanime già al primo dibattito, senza alcuna opposizione. Durante la discussione il Senatore Martin ha esplicitamente affermato che l'Alienazione Parentale non è una teoria psicologica ma una tattica legale usata dai genitori abusanti nei casi di affido ! (v. il commento al minuto 43 in https://judiciary.pasenategop.com/012521/ ).
Kayden fu uccisa barbaramente a Manayunk (USA), mentre si trovava nella casa del padre, al piano inferiore, sulla Wilde Street. Il quarantunenne Jeff Mancuso prima di suicidarsi attuò un ultimo gesto di violenza, lasciando sul corpo di Kayden un biglietto indirizzato alla famiglia della madre, Kathryn Giglio, in cui scrisse di aver ucciso la bambina con il fine di punirne la mamma. “It said we got what we deserved and he had the final say — something along those lines" (“Diceva che avevamo avuto ciò che meritavamo e che lui aveva l'ultima parola - qualcosa del genere"), dichiarava una settimana dopo alla stampa la nonna materna della piccola.
Kathryn, una infermiera del pronto soccorso a Trenton, aveva tentato invano di proteggere la sua bimba, denunciando più volte il padre di Kayden, da cui si era separata anni prima, chiedendone l’affido esclusivo e ordini restrittivi per il padre, avendo cercato più e più volte di avvertire il Giudice Jeffrey Trauger della sua pericolosità.
Nell’ottobre 2016 Kathryn in Giudizio aveva riferito: "Kayden has told multiple family members that she didn't feel safe with her dad, stating she thought he was dangerous because he assaulted her grandmother in front of her."("Kayden ha detto a più membri della famiglia che non si sentiva sicura con suo padre, affermando che pensava fosse pericoloso, perché aveva aggredito sua nonna davanti a lei").
Jeff Mancuso non solo aveva un comportamento fortemente coercitivo e psicologicamente violento, ma era giunto più volte a picchiare Kathryn, la nonna ed il cane della bambina, anche dinanzi la figlia, avendo assunto un atteggiamento aggressivo e minaccioso anche verso le maestre ed il direttore della scuola di Kayden, la Edgewood Elementary School a Lower Makefield Township. Nei precedenti anni, lungo i quali si era protratto il procedimento giudiziario per la custodia della bambina, Kathryn aveva cercato di ottenerne l’affido esclusivo affinché Jeff fosse impossibilitato a farle del male. Questa mamma aveva evidenziato dinanzi la Corte come l’uomo fosse stato condannato nel 2012 per aggressione, per aver staccato a morsi una parte dell'orecchio di un uomo in un bar di South Philadelphia, depositando le decine di messaggi minacciosi che le giungevano da Jeff, determinato a vendicarsi di lei per averlo lasciato.
La stessa Kayden, anche negli ultimi mesi di vita, aveva detto più volte alla mamma di non sentirsi al sicuro con il padre. Uno psicologo nominato dalla Corte del resto aveva evidenziato nella personalità di Jeff una chiara difficoltà nel gestire gli impulsi aggressivi, esprimendo una diagnosi di depressione maggiore, un disturbo ansioso, tratti narcisistici e antisociali.
Tuttavia dinanzi le ripetute richieste protettive materne, il Giudice Jeffrey G. Trauger della Bucks County Common Pleas Court, incaricato di decidere circa l’affido di Kayden, aveva del tutto ignorato il parere della bambina, in quanto ritenuta ancora piccola per poter essere ascoltata e presa in seria considerazione in Giudizio, sia quello della madre. Così, nel maggio del 2018, il Giudice Trauger, convinto di fare il bene di Kayden, assicurandole una frequentazione abituale e libera con il padre, emanò un provvedimento in cui riconobbe a Jeff Mancuso di poter avere con sé la bimba nei fine settimana e nei giorni festivi, dal sabato mattina alla domenica sera, senza alcuna forma protettiva o di supervisione. Di fatto, dando all'uomo dunque l'opportunità di continuare ad agire violenza sulla figlia, almeno nei week end, fino ad arrivare ad ucciderla neppure qualche mese dopo. Nella sua sentenza, Trauger aveva sottolineato che tra le parti ci fossero perlopiù “conflitti e turbolenze”, ma concludendo che entrambi i genitori si prendessero cura di lei e nessuno dei due avesse abusato fisicamente di lei.
Il Giudice, come avviene sempre più spesso anche in Italia, a causa della applicazione di un principio distorto di bigenitorialità e della teoria PAS/PA (Parental Alienation), diversamente ridenominata negli ultimi anni, aveva derubricato la violenza paterna a mera “conflittualità”, non riconoscendo sia Katheryn che Kayden come vittime e dunque ritenendo la relazione paterna, nonostante la condanna attestante la sua indole aggressiva, non pregiudizievole per il benessere né pericolosa per la vita della bambina.
Quell’ultimo fine settimana, Jeff non riconsegnò Kayden alla madre e la domenica sera, dinanzi la porta di ingresso della casa sulla Wilde Street, i poliziotti si rifiutarono di accedervi per poter verificare che la bambina stesse bene. Così, solo il giorno dopo, il suo corpo ormai esanime fu scoperto dai familiari di Kathryn, caduto a pochi metri dalla porta di uscita.
Dopo la morte di Kayden, Kathryn ha chiesto le dimissioni del giudice Jeffrey G. Trauger e dopo esattamente un anno dall’omicidio della piccola è stata depositata la proposta di legge che portava il suo nome, giunta il 25 gennaio scorso all’approvazione unanime.
Se in USA vengono dunque ripristinati gli incontri protetti per legge, stante il drammatico esito della loro liberalizzazione, in Italia qualche giorno fa, un noto CTU e CTP sostenitore della Parental Alienation, molto apprezzato ed ascoltato dai Tribunali e dagli Avvocati del nostro Paese – tanto da venire citato ieri da una nota avvocata, anche durante un Convegno sulla discriminazione patita dalle donne nei tribunali italiani - tramite il proprio profilo Facebook ha sostenuto che gli incontri protetti andrebbero aboliti in quanto limiterebbero la relazione genitoriale di chi li subisce: proponendo dunque la liberalizzazione delle frequentazioni anche in quei casi in cui la legge impone oggi la protezione. Probabilmente il noto Psichiatra ha affermato ciò ignorando che in USA una tal sperimentazione ha già condotto alla rivittimizzazione ed alla morte di numerosi bambini, oltre Kayden.
Del resto dobbiamo chiederci se veramente la protezione degli incontri basta oggi a mettere in sicurezza la vita e la salute dei minori. Moltissime in realtà sono le vicende italiane che ci allarmano. La nota brutale uccisione di Federico Barakat, avvenuta in Italia nel febbraio del 2009 durante un incontro protetto con il padre pericoloso e violento. Gli abusi sessuali incestuosi avvenuti durante degli incontri protetti a danno di un bambino di 5 anni nel 2017 ad Alessandria v. in https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/08/28/alessandria-violenza-sessuale-sul-figlio-5-anni-arrestato-panettiere-abusava-del-piccolo-durante-gli-incontri-in-comunita/3822407/. Il caso – che parrebbe analogo - di “Pietro”, il bambino la cui storia è stata raccontata dall’Agenzia Stampa Dire https://www.dire.it/30-09-2020/509302-video-lincontro-protetto-di-un-bimbo-maltrattato-con-il-padre-condannato-per-lesioni-non-lo-voglio-vedere/?fbclid=IwAR0pidkuqu-0byOzx5V97fPjX5Bz5hdaT_g7MvASkAqZ-PtlrhkyVC4aIIc. La vicenda di una bambina che sarebbe stata affidata al padre trevigiano, che ha continuato ad abusarla per anni: violenze scoperte solo grazie alle indagini della polizia australiana. Perché le immagini degli abusi di questo padre erano giunti fino in Australia!
Questi casi e centinaia d’altri, di cui si ha avuta notizia dalla stampa italiana, ci dicono che probabilmente, se veramente si volesse perseguire il bene dei minori, dinanzi un genitore violento e pericoloso non si dovrebbe sostenere ed incentivare alcun tipo di rapporto, contatto o mediazione. Così, come del resto prevede la Convenzione UE di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013.
Intanto nella stessa giornata del 25 gennaio 2021, mentre veniva approvata la Legge Kayden, anche in Inghilterra, presso la Camera dei Lords, durante il dibattito sul DA Bill - Domestic Abuse Bill, ossia una proposta di Legge sulla violenza e la discriminazione di genere - veniva richiesto il ritiro di un emendamento proposto dalla Baronessa Meyer e finalizzato ad introdurre la Parental Alienation nell’ordinamento inglese. Una scelta resasi necessaria stante la denuncia espressa dalle Baronesse Helic e Wilcox, suffragata dagli studi di Adrienne Barnett e di molti altri studiosi, circa la discriminazione e la rivittimizzazione attuata nei tribunali inglesi, su donne e minori, provocata dall’uso della strategia processuale basata sul costrutto della Parental Alienation e sul “dogma” del “contatto”.
L’emendamento che era stato proposto dalla Baronessa Meyer, del resto, non era poi così dissimile dalle proposte legislative contenute in molti ddl in questi anni presentati anche al Parlamento o al Senato italiano: proposte sostanzialmente analoghe che ritroviamo ad esempio nel famoso ddl 735/2018 (cd. Pillon dal nome del primo firmatario), ma anche nel ddl 45/2018, nel ddl 957 ed il ddl 2800 ecc.
Ddl che, pur non essendo stati approvati, il cui contenuto nei fatti, già da molti anni, viene applicato in molti tribunali italiani grazie a degli articoli di legge nel tempo inseriti nei Codici italiani, nonché alle prassi suggerite dalla psicologia giuridica.
Mentre dunque in Italia ancora persistono tentennamenti ed incoerenze, con delle Ordinanze di Cassazione recenti che tentano di accreditare la PAS (v. Ordinanza n. 28723 del 16 dicembre 2020), anche in Catalogna (Spagna), una nuova legge riconosce la “violenza istituzionale” attuata grazie all’uso della Parental Alienation (Pas), come forma di grave discriminazione agita su donne e minori nei tribunali. Così come del resto era avvenuto già un anno prima nei paesi baschi.
In Italia non ci bastano ancora i casi Pontin, Iacovone, Capasso, Barakat o Talpis?
Articolo a cura dell’Avv. Michela Nacca