Venerdì, 18 Marzo 2022 11:30

“Chi è il colpevole di questa guerra?”

A dicembre scorso Putin diede un ultimatum riguardo la situazione ucraina dove una guerra stava  andando avanti ormai da otto anni e ciò nonostante gli accordi di Minsk1 e Minsk2. Il giorno dell'ultimatum fu stabilito al 31 Gennaio 2022. Forse perché si è pensato che ignorarlo potesse far desistere Putin dai suoi intenti, forse perché l'impegno totale per combattere la tragica pandemia che ha colpito il mondo intero non ha permesso di prestare la giusta attenzione alla politica estera, l'intervento russo sembra ci abbia preso completamente alla sprovvista. In realtà i segnali c'erano tutti e ancora una volta ci troviamo a concentrare la nostra attenzione su questo conflitto, trascurando altre situazioni non meno gravi che per questioni politiche ma soprattutto economiche, potrebbero ingigantire le proporzioni di una guerra che non stiamo del tutto comprendendo: c'è la crisi dei Paesi baltici con la pressione della Nato sui confini russi, la crisi cinese che vuole prendere Taiwan, la crisi fra Iran e Israele e altro ancora, nonché grandi potenze come gli Emirati Arabi o l'Australia che prendono posizione allineandosi all'una o all'altra parte. 

In questi giorni si sente molto parlare, si legge di quanto non solo il popolo ucraino, ma anche altri popoli siano buoni, desiderino soltanto democrazia e pace: è certamente vero. Ma quale popolo non lo è, quale popolo al mondo desidera odio, guerra, tragedia, morti; i popoli sono fatti di gente che vorrebbe solo vivere dignitosamente la propria vita, lavorare, far crescere i figli. Chi vuole la guerra sono i potenti, i capi di governo, coloro che non si arrendono di fronte a una crisi economica, coloro ai quali i guadagni non bastano mai, coloro i quali se mancano di materie prime, di oro, di diamanti, di petrolio non si fanno scrupolo di andare a prelevarli in altri Paesi, non solo muovendo loro una guerra dietro l'altra, ma come ben sappiamo anche sfruttando la loro manodopera, utilizzando le persone come schiave, abbiamo parlato recentemente anche dei bambini soldato dello Yemen.

Dopo aver creato o subito divisioni per motivi che ora, in confronto, ci possono apparire sciocche, stiamo ancora una volta cadendo nell'inganno: non dividiamoci anche in questo, non vi è colpa di uno solo, non è questa la situazione dove si possa dire “questo è buono, quell'altro è cattivo”. La guerra, che oggi viene definita ingiusta, crudele, tragica, inaccettabile, orrenda, d'invasione non ha certo bisogno di questi aggettivi, la parola in sé li contiene già tutti. Colpevole è chi non rispetta un cessate il fuoco, colpevole è chi dà il comando di sparare, colpevole è chi spara, colpevole è chi invia armi e uomini a sostenere qualunque delle parti in causa, colpevole è chi non muove un passo, non dice parola, chi non fa nulla per sedare il male.

 

Articolo a cura di Stefania de Girolamo

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