Storia di Chiara: “I piccoli negozi sono la vita del paese”

Chiara, in quel freddo mattino assolato, salì in auto; ogni volta che si allontanava da casa, per provvedere a qualche necessità, diceva scherzosamente a se stessa...che andava in gita. Nelle cose è spesso questione di punti di vista: essendo in grado di percorrere, guidando, un numero piuttosto limitato di chilometri, per le solite ragioni di salute, cercava di vedere questo stato di cose con l'ironia che le apparteneva. E che, ogni giorno, alimentava poiché certi atteggiamenti mentali hanno in sé la possibilità di esaurirsi o almeno di mutare se, con rinnovata e costante energia, non vengono, appunto, nutriti. Ritornando a quel freddo mattino assolato, la metà di Chiara consisteva nel raggiungere un piccolo negozio di generi alimentari posto nella frazione vicina, ad un paio di chilometri. Avete presente quei negozietti in cui si trova pressoché di tutto? Quelli che, a livello nazionale, sono andati via via diminuendo soppiantato da supermercati, ipermercati e mercatoni vari? Diminuiti sì eppure in tanti resistono, a volte pur nella difficoltà di una scarsa vendita. E non dimentichiamoci che l'Italia non è costituita soltanto da centri urbani più o meno densamente popolati; è formata, anche e soprattutto, da piccoli centri a volte addirittura abitati da un pugno di persone.

Chiara decise, per rendere più interessante il suo tragitto, di imboccare una scorciatoia, che in realtà allungava il percorso, che si dipanava tra i boschi, stretta e relativamente asfaltata; da un lato si aprivano spazi da cui si ammirava il paesaggio appenninico. Dopo circa un quarto d'ora, rinfrancata da quella impagabile stradicciola, si ritrovò sulla strada provinciale; intravide, poco lontano, il piccolo negozio e parcheggiò a fianco di questo. La decisione di Chiara, di diventar cliente, era piuttosto recente e collimava con il suo modus pensandi, con quei valori etici che l'accompagnavano da una vita; tra questi, in quella sorta di puzzle che può corrispondere alla nostra coscienza, costituita da tasselli diversi esattamente coincidenti con gli altri, era presente quello che, in poche parole, si può così compendiare: “Nel luogo in cui si vive è importante dare valore ai diversi aspetti della sua realtà”. E, certamente, contribuire alla vitalità ed alla continuazione di una piccola attività commerciale legata soprattutto ai beni di prima necessità, ne è un esempio. Varcata la soglia fu accolta dal largo sorriso di Gemma che, per prima cosa, le chiese notizie della sua salute; Chiara quindi s'approvvigionò di alcuni prodotti mentre la negoziante le affettava diverse fette di prosciutto crudo, così invitante alla vista che le parve quasi di sentirne l'aroma. Nel mentre si accorse di Katia, una delle nipotine di Gemma, che sentendo la sua presenza, dal retrobottega era corsa nel locale. A Chiara faceva sempre un grande piacere, nel luogo scarsamente abitato che aveva scelto come casa, al termine della sua vita lavorativa, la presenza dei bambini. Infine Gemma l'aiutò a portare la spesa in auto e si salutarono cordialmente con l'impegno della stessa di portarle, l'indomani, alcune casse di acqua a casa. Chiara avviò il motore e, grata del momento di umanità condivisa, si diresse verso casa. Anzi verso il suo campo-base, come le piaceva scherzosamente chiamarla.

 

Racconto a cura di Daniela Minozzi

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