Venerdì, 25 Febbraio 2022 10:58

Dichiarazione di guerra

E se qualcuno non vuole chiamarlo Dio, lo chiami amore. Tutti noi sappiamo cosa sia, tutti noi lo bramiamo dal primo istante delle nostre esistenze, tutti noi vorremmo donarlo, abbandonando ogni timore di essere traditi, derisi, umiliati e delusi.

Ma questa è l'epoca delle divisioni, l'escalation non è quella della guerra, fino a qualche giorno fa c'erano almeno ottanta conflitti nel mondo e nessuno di questi ci dava preoccupazione, ora ne vediamo uno avvicinarsi a noi e inorridiamo, siamo terrorizzati e i più nemmeno sapevano che proprio in quel paese, in Ucraina, la guerra è iniziata nel 2014: l'abbiamo ignorata, ci siamo occupati d'altro, in un estremo e forsennato tentativo di salvare l'umanità da altro. Dalle grandi divisioni fra oriente e occidente, fra mussulmani e cristiani, fra neri e bianchi, si è passati velocemente a divisioni sempre più piccole e specifiche, non sto qui a ripetere quali, fino alla più devastante, quella delle famiglie.

L'errore grosso e grossolano resta quello di essersi fidati, essersi affidati, aver rispettato con esagerata devozione le leggi scritte dall'uomo, dimenticandoci quasi completamente le vere leggi, quelle divine o se preferite quelle umane, il limite delle quali non andrebbe mai superato. Non si possono oltrepassare i limiti delle regole, dell'amore, i limiti dei diritti umani, nessuna regola dell'uomo dovrebbe mai fare questo e questo limite oltrepassato avrebbe dovuto metterci sull'avviso, avrebbe dovuto farci dubitare e pensare che qualcosa non stava andando per il verso giusto.

Disse Tolstoj: “Tutto dipende dal fatto che costoro considerano legge ciò che legge non è e non riconoscono la vera legge, quella che è eterna, immutabile, urgente, scritta da Dio stesso nel cuore degli uomini”.

Come poter rispettare leggi che tolgono il cibo, che tolgono il diritto di lavorare, che tolgono quelli che sono diritti fondamentali dell'uomo, persino il diritto alla vita stessa? Le divisioni, l'egoismo e l'odio fra le genti hanno portato a questo, al massimo disprezzo per la vita altrui e quindi alla morte dell'umanità nella sua intima essenza, quella fatta di amore, ascolto, comprensione che tutti desideriamo per noi stessi senza riuscire a darne al prossimo, non sempre.

Allo stesso modo si è visto spesso la natura ribellarsi all'azione dell'essere umano, facendo pagare un prezzo alto anche in numero di vite: non si impedisce a un corso d'acqua il suo naturale passaggio, devasterà la costruzione dell'uomo; non si sfidano le montagne, i mari, i deserti, essi distruggeranno le costruzioni dell'uomo e l'uomo stesso. Il compromesso con la natura è necessario e urgente e il suo limite non va violato.

Non si può oggi, non ce lo possiamo permettere, spaventarci per una probabile e imminente guerra di vasta portata, non dopo avere ignorato per decenni situazioni che di giorno in giorno diventavano sempre più pericolose, non ultima la pressione delle forze Nato sul confine orientale, quella nuova cortina di ferro fatta di armi e chiamata missione di pace, muro che non è mai crollato, come se l'abbattimento di quello di Berlino fosse stato soltanto mero spettacolo. Abbiamo messo la testa sotto la sabbia per troppo tempo e molti hanno voluto continuare a non tener conto degli insegnamenti della storia: il popolo russo ha sempre dimostrato di saper distruggere anche se stesso piuttosto di lasciare un lembo di terra o una sola casupola al nemico e Putin l'ha detto chiaramente: “Se ci sarà una guerra con l'occidente, non ci saranno vincitori”.

Le divisioni hanno sempre indebolito i popoli, facendo perdere loro anche le battaglie più facili; le grosse crisi economiche hanno portato alle prime due guerre mondiali. I segnali c'erano tutti, da decenni e li abbiamo ignorati.

Ritroviamo ora la forza e il desiderio di stare insieme, ritroviamo l'unione fra noi, ricongiungiamo i popoli a cominciare dalle nostre famiglie, gli amici, i concittadini, i connazionali fino a divenire finalmente una vera umanità. Ritroviamo l'amore, ritroviamo Dio.

 

Articolo a cura di Stefania De Girolamo

 

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