
Gianni Rodari è l'unico scrittore italiano ad aver vinto, il 6 Aprile del 1970 il premio Hans Christian Andersen, il riconoscimento letterario internazionale (da non confondere con quello italiano), che per la sua importanza è conosciuto anche come “Il piccolo premio Nobel” per la letteratura dedicata all'infanzia.
Viene consegnato dal re di Danimarca in persona con una medaglia d'oro e un diploma d'onore.
Nel 1937 Gianni Rodari si diploma come maestro, un anno dopo svolge il suo mestiere privatamente presso una famiglia di ebrei tedeschi scappati dalla Germania.
Si iscrive anche all' Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ma dà soltanto pochi esami e poi si ritira.
Insegna in varie scuole e quello che più lo diverte è la capacità dei bambini di usare la fantasia.
La salute di Gianni è cagionevole e viene esonerato dal servizio militare, chiamato però poi in servizio nel 1943, viene assegnato all'ospedale militare di Baggio.
In questo periodo rimane sconvolto dalla morte di Nino e Amedeo, due suoi carissimi amici, e dalla notizia dell'internamento di suo fratello Cesare in un campo di concentramento in Germania.
Nauseato, contatta la resistenza lombarda, getta la divisa ed entra in clandestinità.
Alla fine della guerra inizia la sua carriera giornalistica, pubblica anche svariati racconti con lo pseudonimo di Francesco Aricocchi.
Nel 1950 lascia Milano per Roma dove, insieme a Dina Rinaldi, fonda il giornale per ragazzi “Pioniere” del quale rimane direttore fino alla sua chiusura nel 1970.
Le avventure di Chiodino, Cipollino e Stenderello mirano ad educare i ragazzi attraverso le storie a fumetti. All'interno del Pionere sono presenti articoli di attualità e cultura, viene spiegata la realtà in modo divertente, con in linguaggio più vicino ai ragazzi.
È il 1951 quando Rodari pubblica il suo primo libro pedagogico “Il manuale del Pioniere” che però viene pesantemente osteggiato, tanto che viene persino dato al rogo nelle parrocchie, verosimilmente per l'avvenuta scomunica del PCI (partito del quale fa parte Rodari) nel luglio del 1949.
Dopo quattro anni di matrimonio con Maria Teresa Ferretti, Rodari diventa papà di Paola.
Rodari non si ferma mai, scrive articoli su quotidiani e periodici, cura libri per l'infanzia, è inviato speciale e collabora con Rai e Bbc .
Nel 1957 entra nell'Albo dei giornalisti.
Nel 1973 esce “Grammatica della fantasia”, il suo capolavoro pedagogico. L'unico suo libro teorico.
Sulla quarta di copertina si trovano queste sue parole.
"Quello che io sto facendo è di ricercare le "costanti" dei meccanismi fantastici, le leggi non ancora approfondite dell'invenzione, per renderne l'uso accessibile a tutti. Insisto nel dire che, sebbene il Romanticismo l'abbia circondato di mistero e gli abbia creato attorno una specie di culto, il processo creativo è insito nella natura umana ed è quindi, con tutto quel che ne consegue di felicità di esprimersi e di giocare con la fantasia, alla portata di tutti".
Fino al 1980 continua le sue collaborazioni giornalistiche, entra nelle scuole, facendo conferenze incontrando insegnanti, genitori, alunni e gruppi teatrali.
Molti suoi testi vengono musicati da cantautori italiani tra i quali Sergio Endrigo.
“Filastrocche in cielo e in terra”, “Il libro degli errori”, “C'era due volte il Barone Lamberto” sono solo alcune delle sue opere più conosciute.
Gianni Rodari chiude per sempre gli occhi all'età di 59 anni il 14 aprile del 1980. Da allora riposa nel cimitero di Verano.
L'eco delle risate, il suono delle riflessioni provocate dai suoi scritti, continueranno a diffondersi.
Tante sono le sue filastrocche, i testi che ci arrivano oggi davanti agli occhi.
Leggendoli, recitandoli, facendoli conoscere continuiamo a dar voce ai racconti e ai pensieri di un uomo che si è sempre prodigato per creare un ponte tra i bambini, i ragazzi e gli adulti.
Attraverso le risate scatenate dalla fantasia ha stimolato la creatività, portando avanti la sua idea di un'educazione trasmessa in modo sorridente.
“Nelle nostre scuole, generalmente parlando, si ride troppo poco. L’idea che l’educazione della mente debba essere una cosa tetra è tra le più difficili da combattere” (Gianni Rodari)
Articolo a cura di Viviana Donadello
PROMEMORIA di Gianni Rodari
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno, né di notte,
né per mare, né per terra:
per esempio, la guerra.