Giovedì, 03 Febbraio 2022 12:07

Proteste degli studenti: “Manganellati ragazzi scesi in piazza contro le morti bianche”

In seguito alla morte assurda e inaccettabile di Lorenzo Parelli della provincia di Udine il 22 gennaio scorso, durante l'ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro, gli studenti liceali di diverse città hanno tentato di farsi ascoltare con manifestazioni, picchetti, striscioni e cortei.

Domenica 23 gennaio a Roma la polizia è intervenuta pesantemente contro i manifestanti che tentavano di muoversi verso i palazzi istituzionali, con due cariche di alleggerimento e colpendo i ragazzi con i manganelli: sarebbero stati almeno quattro i ragazzi e ragazze feriti. Il corteo è riuscito comunque ad arrivare presso il Miur, scortato dalle forze dell'ordine, dove i giovani hanno potuto esporre la loro protesta: La vostra scuola uccide. Pagherete caro. Pagherete tutto. Stop all'alternanza scuola-lavoro.

La polizia è intervenuta nuovamente nei giorni successivi durante un picchetto di solidarietà ai ragazzi feriti e ribadendo la condanna assoluta dell'alternanza.

Il 28 gennaio sarà a Torino che circa duecento manifestanti subiranno le cariche di alleggerimento e le manganellate della polizia: tentavano di oltrepassare il blocco delle forze dell'ordine per avviarsi in corteo verso il centro città. Gli scontri dureranno due ore circa, venti i ragazzi feriti.

Occorre sottolineare che nella città piemontese vige in questi giorni la legge secondo la zona arancione, in base alla quale i cortei sarebbero vietati.

Dato per scontato che nessuna violenza debba mai essere accettabile, è anche necessario ricordare la grave emergenza che sta vivendo il nostro Paese, quella che riguarda le morti sul lavoro, le cosiddette morti bianche: sono stati circa 1.400 i morti sul lavoro nel 2021, una vera e propria strage, morti assurde ed evitabili in un Paese che vuol chiamarsi civile.  

Dobbiamo però anche guardare alla realtà delle cose, dobbiamo fortemente impegnarci e andare incontro ai nostri giovani, ascoltarli. Per mesi li abbiamo presi in giro immaginandoli a fare rally nei corridoi delle scuole con i banchi a rotelle, li abbiamo mortificati, rinchiusi, colpevolizzati di avere a cuore solo la movida, i videogiochi e la vita online. Ora li colpevolizziamo, li spingiamo in un angolo, li picchiamo ferocemente perché si è aperta loro la porta della consapevolezza. Quei 1400 morti sul lavoro sono i loro padri, zii e anche nonni, sono il futuro che li attende.

Esiste un modo semplice per evitare manifestazioni, assembramenti e cortei illegali, (ma quale altro strumento hanno?): ascoltateli! Le istituzioni, tutte, aprite loro la porta e se riuscite anche il cuore, hanno fatto la loro parte, sono restati chiusi in casa, si sono adeguati alla pioggia di decreti degli ultimi anni. Non picchiateli, ascoltateli, perché è questo che si fa con i figli, questo fa un buon governo, questo fa il buon padre di famiglia, figura spesso citata nei nostri codici.

 

Articolo a cura di Stefania de Girolamo

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