“Io, sopravvissuta alla strage di Bologna”

Sonia ha undici anni, è seduta in una sala d'attesa simile a tante altre.

Aspetta un treno.

Non dovrebbe essere lì, avrebbe dovuto partire già la settimana prima.

Seduta accanto a lei, sua cugina di ventidue anni.

Stanno chiacchierando quando un boato squarcia la loro giovane spensieratezza.

Non è più un giorno qualunque, né una qualsiasi stazione ferroviaria.

È il 2/08//1980. Sonia e sua cugina sono a Bologna.

Caos, rumore, urla, dolore, poi più niente.

Sonia ha il corpo martoriato da lacerazioni e ustioni, ma è viva.

Viene trasferita d'urgenza al centro grandi ustionati di Verona e per lei inizia un calvario fatto di operazioni, isolamento.

Sonia ha undici anni, la sua vita è esplosa insieme a quella di tante altre persone il 2/08/1980 alla stazione di Bologna.

In ospedale vede i suoi genitori soltanto attraverso un vetro, quando sta abbastanza bene da essere cosciente.

Il suo essere ragazzina, la sua adolescenza, i suoi sogni non sono più gli stessi.

Ora vuole solo che i dottori riescano a salvarle la gamba, desidera riuscire a guardare il suo viso senza vedere la cicatrice che lo segna.

Vuole indietro la sua possibilità di diventare campionessa di discesa nello sci.

Oggi Sonia è una donna adulta, è felice, ha trovato l'amore, ma non può e non vuole dimenticare.

Il suo viso sorride, cammina con le sue gambe e lotta per tutti quelli che non ce l'hanno fatta quel 2/08/1980 alla stazione di Bologna, per le persone che c'erano e hanno sofferto, per tutti coloro che quel maledetto giorno hanno perso qualcuno.

Oggi è una dei vicepresidenti dell'associazione per i famigliari delle vittime della strage di Bologna.

Insieme a tutti i membri cerca la verità sui fatti di quella giornata.

L'associazione, nata nel 1981 vuole giustizia per le vittime, e da sostegno economico e psicologico a tutte le anime coinvolte nella strage.

Sono 85 i morti e oltre 200 le persone ferite.

La memoria è e deve rimanere viva sui fatti accaduti quel 2/08/1981.

Nel 2006 Sonia si prodiga per organizzare una staffetta ciclo podistica non competitiva che parte dal  Brennero e arriva a Bologna proprio nel giorno della strage. Sono migliaia le persone che partecipano. Ciascuna fa il tragitto che può e poi passa il testimone a qualcun altro che proseguirà il viaggio.

Sonia cosa vuoi urlare forte a chi leggerà l'articolo?

Viviana, usa la tua penna per dire che

“Nella sofferenza bisogna trovare il modo di unirsi, sostenersi, trovare quella solidarietà che fa parte di ciascuno di noi. Se nella sofferenza non riusciamo ad essere uniti, allora non abbiamo compreso la forza della nostra umanità”.

 

Articolo a cura di Viviana Donadello

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