Il 4 novembre spiegato dai ragazzi della terza media del comune di San Benedetto dei Marsi

I ragazzi della classe 3E della Scuola Secondaria di Primo Grado del comune di San Benedetto dei Marsi (AQ) dell’Istituto Comprensivo Fontamara, grazie al supporto della Prof.ssa Tina Percossi, hanno elaborato uno scritto che riportiamo nel nostro giornale, in occasione della Festa del 4 Novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.

"La memoria è fondamentale"

4 NOVEMBRE, Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, ricorrenza dedicata alla celebrazione di commemorazione dei caduti in guerra, di tutti coloro che, anche giovanissimi, hanno sacrificato il bene supremo della vita per un ideale di patria e di attaccamento al dovere.

In quest’occasione siamo chiamati a riflettere sulla guerra e quasi all’unanimità viene spontaneo affermare che "la guerra genera orrori, crudeltà, stermini agghiaccianti e inauditi, fuori della morale condivisa". L’aspirazione alla pace fa parte dei sogni dell’uomo eppure, a dirla con Platone, la guerra "esiste ed esisterà sempre perché nasce dalle passioni umane". Oriana Fallaci ritiene che "Non ci si sottrae alla guerra, perché la guerra fa parte della vita dell’uomo e scaturisce da numerose ragioni di carattere biologico, psicologico, ma anche economico, culturale e religioso". "E’ l’antagonismo che regge il mondo", tuona l’ammonizione del filosofo greco Eraclito.

La lotta e lo spargimento di sangue che essa inevitabilmente implica, nella storia è stata considerata il mezzo privilegiato a raggiungere i propri scopi, da quanti erano affamati di potere e di supremazia e sono stati sordi davanti alla disperazione e alle grida delle persone che improvvisamente, senza un valido motivo stavano per attraversare il muro dell’aldilà o che erano torturate da sofferenze, dolori, rassegnazioni e angosce. Spiace ammetterlo, in alcuni casi l’orgoglio e l’onore che suscitava il combattere, nonostante le terribili conseguenze che si sarebbero dovute affrontare per far trionfare la propria Patria, hanno sedotto persino le persone colte e benpensanti.

Ma noi, oggi, ripensando alle ragioni che hanno fatto scaturire conflitti strazianti, che hanno provocato milioni di vittime, hanno raso al suolo intere città, hanno messo a repentaglio la stabilità economica delle famiglie per ampliare il dominio di un Paese, con rabbiosa disapprovazione ci chiediamo: ”Qual è lo scopo  dominante di questi abominevoli conflitti  causa di tanto male? Conquistare qualche chilometro di territorio in più? Perché piuttosto non accontentarsi di quello che si ha e lottare per la libertà di vivere una vita dignitosa, senza disuguaglianze, pregiudizi e rancori. Sono questi forse motivi futili e superficiali, per i quali non è necessario lottare usando la diplomazia, il dialogo e il rispetto?”

Negli anni le generazioni hanno affrontato problemi alquanto più gravi che hanno creato disagi e disuguaglianze all’interno della società, gli uomini hanno privato di diritti importanti, donne, razze differenti da quella predominante, hanno escluso dal piacere della vita e  dalle decisioni comuni persone di ceto sociale inferiore alla nobiltà e le donne alle quali non  sono state riconosciute la libertà di pensiero e di parola, sono state recluse nelle loro case,  ignare del loro valore e di ciò che le circondava. Le bambine sono state emarginate dall’istruzione e dal divertimento e chi più ne ha, più ne metta… Attualmente l’umanità non ha ancora il privilegio di esclamare il riscatto da queste terribili condizioni sociali e il mondo non può essere descritto, pertanto, come un posto sereno, unito e pacifico. In alcune culture non evolute emergono ancora forme estreme di razzismo, di omofobia, di disparità di genere, di apartheid… Per i motivi elencati, noi alunni della 3 E ci sentiamo di sottolineare che sarebbe opportuno lottare non con armi come la violenza che danneggiano l’uomo senza risolvere le difficoltà che caratterizzano l’universo, bensì con quelle che puntano direttamente alla sensibilità dello spirito, come la parola, la volontà di far valere la propria opinione e di cambiare quella che da tempo limita la parità e la libertà. Ravvisiamo la necessità di” incanalare l’insopprimibile aggressività che alberga nel cuore umano verso scopi più nobili e costruttivi, puntando ad un’educazione che valorizzi la bellezza e che diffonda il pluralismo, il dialogo, il rispetto del diverso senza quelle pericolose semplificazioni che ci rendono inutilmente e distruttivamente bellicosi”.

Grazie ad ognuno di questi ragazzi per l’importante lavoro svolto.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

 

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