Lunedì, 25 Ottobre 2021 12:02

Storia di Chiara: “La libertà ritrovata sulla vetta del monte Marsicano”

Forse mai come in quest'ultimo periodo caratterizzato, mi riferisco in particolare all'anno scorso, da necessarie restrizioni alla libertà, personale e collettiva, di movimento, le persone di età diverse hanno riconsiderato e soprattutto rivalutato la possibilità di "fare movimento all'aperto", in contesti naturali; soprattutto la montagna, dalle colline a ben altre altitudini, è stata veramente rivalorizzata: quasi una sorta di riscoperta, per le diversificate opportunità relative al moto e non solo. Il camminare quindi, lontano dalla cosiddetta civiltà, ha coinvolto tante, tante persone. Camminare: spostarsi da un luogo all'altro; intraprendere un percorso che prevede un inizio ed una fine; esperire, passo dopo passo, metro dopo metro, momenti in cui la Natura, con i suoi colori, con le sue forme, gli umori gli odori le fragranze, non si fanno certo desiderare ma attendono soltanto di essere colti, percepiti e goduti; i paesaggi, dal piccolo scorcio casualmente notato o delicatamente cercato, al panorama mozzafiato che, spesso, ti si spalanca innanzi con tutto il suo incanto; il silenzio, che poi silenzio non è, bensì assenza dei rumori, spesso molesti, prodotti dall'essere umano. Il vento. Negli spazi naturali s'avverte la sua presenza con una sorta di musicalità, sia che si tratti di brezza che di consistenti folate passando attraverso la diversa gamma d'intensità: il vento ti aiuta a respirare, rinforza quello slancio vitale insito nella respirazione, ti fa sentire più vivo.

La storia di oggi risale..... ad alcuni anni orsono quando non si sarebbe mai immaginato che, da lì a poco più di trent'anni, si sarebbe manifestato, in tante persone, un tale innamoramento della Natura come conseguenza di un dramma che avrebbe riguardato ogni continente: dall'Europa all'Asia e via dicendo. Chiara, il movimento negli ambienti naturali, lo apprezzava e lo praticava da sempre: diciamo che lei era certificata col bollino verde!! E, per lei, quella lontana estate, fu ancora un periodo di spensierata fatica fisica, addirittura la salita ad una vetta appenninica dell'Italia centrale: il monte Marsicano, all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo, successivamente l'aggiunta di Molise e Lazio. Partì quindi, con un piccolo gruppo di amici, per una breve vacanza in un luogo in cui non era mai stata ma che da tempo l'attraeva. Il giorno successivo all'entrata nel Parco, di buon mattino si avviarono per l'escursione decisa; erano presenti, nello stesso, gli orsi bruni marsicani, attualmente ridotti a poche decine di esemplari. Naturalmente nessuno di loro ci teneva ad incontrarne uno e, durante la salita alla vetta, fu un argomento su cui scherzarono parecchio; a volte lo si fa per stemperare il timore di qualcosa anche se le probabilità di imbattersi in una bestiolona del genere erano pressoché nulle. Arrivati in cima, ad una tale altezza, si udiva soltanto la musica del vento mentre lo sguardo spaziava su un paesaggio che definire splendido risulta riduttivo. Chiara ed anche i suoi compagni d'escursione non proferirono parola lasciandosi avvolgere da una tale meraviglia......giunse poi il momento della discesa in cui, tra loro, il silenzio delle parole seguitò ad esserci. Chiara ricorda, di quei momenti trascorsi lassù, la sensazione purissima di essersi trovata, non ad un passo dal cielo, ma in un luogo di fusione tra esso e la terra. Terminata la discesa, si rifocillarono con una buonissima pizza con le patate che la ragazza, grande estimatrice di tutti i tipi di pizza, in Emilia non aveva mai assaggiato. Davvero squisita. Dopo una notte di riposo ripartirono per il viaggio verso casa. Con quella nuova ricchezza che, ogni esperienza positiva, aggiunge al proprio personale modo d'essere. E, nelle orecchie, ancora la melodia del vento avvertita sul Grande spazio della vetta del monte Marsicano.

 

Racconto a cura di Daniela Minozzi

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