Lunedì, 18 Ottobre 2021 10:31

Storia di Chiara: “Pedala lungo le strade più belle del mondo alla ricerca di te stesso”

La bicicletta è una passione; quando si è bambini rappresenta in genere uno dei doni più ambiti. Non può certo essere considerata un giocattolo anche perché è molto, molto di più: forse una sorta di piccolo destriero che tu, con i tuoi pochissimi anni d'età, riesci a fare in modo che s'alzi in volo. Sappiamo tutti che, ormai da anni, i videogiochi ed affini hanno soppiantato prepotentemente la semplicità affascinante del vero "giocare"; in ogni caso, ribadisco, per ogni bambino poter disporre e godere di una propria bicicletta non può esser paragonato a nient'altro.

Venendo a Chiara che, bambina, non mancava giorno in cui non montasse in sella al suo piccolo destriero, iniziando un innamoramento che continua ancora oggi, chi segue i suoi racconti o ha iniziato a farlo, ricorderà quell'episodio in cui, ventenne e pimpantissima, pedalava sulla sua splendida bici da corsa gialla e blu e questa sua scelta fu l'argomento di una sottospecie di discussione, prepotentemente scaturita nella sede dell'associazione di volontariato(guida dell'ambulanza) di cui faceva parte. La ragazza fu così ferita dall'arroganza e dai pregiudizi dei colleghi volontari che lasciò quel genere di volontariato. Avendo, per l'ennesima volta, conferma di quanto poco le donne potessero dedicarsi ad attività considerate, esclusiva maschile. Ma lei, naturalmente, continuò a pedalare per le strade della sua città e soprattutto dei dintorni. Arrivò poi, per la giovane donna, un periodo quasi decennale in cui, per gravi ragioni di salute, non fu più nemmeno in grado di salire su un sellino: pensate cosa può aver significato, per una ragazza che amava tanto il movimento e la bicicletta in particolare, un cambiamento del genere: fu costretta a vendere la sua amata bici, iniziando ad affrontare ciò che la vita le stava riservando.

Poi, dopo varie vicissitudini, ritornò per Chiara il tempo della bicicletta... quando poté risalire in sella le parve di toccare il cielo con un dito!!! Si sentì tanto, tanto felice. Cambiò il genere di bicicletta orientandosi su quelle da cicloturismo, naturalmente con cambio e rapporti ma col manubrio diverso e più alto ed anche con ruote differenti rispetto alla classica bicicletta da corsa. Tra i tanti itinerari percorsi, non conosciuti o ripetuti varie volte, con migliaia di chilometri pedalati in alcuni anni, in quello che, oltre ad essere una passione da sempre, assunse le caratteristiche di una terapia per corpo e mente...... eccoci a Borghetto sul Mincio, in un primo mattino di luglio di un tot di anni fa. Chiara, con la sua amica Enrica (e due gatti) si trovava in vacanza nelle vicinanze del grazioso e veramente caratteristico paesino, piccolo piccolo, collocato proprio sul fiume Mincio; quella mattina, dunque, scaricarono le bici dall'automobile ed iniziarono, sulla pista ciclabile che, costeggiando il corso d'acqua, termina a Peschiera del Garda, a pedalare lungo la stessa: si trattava di circa 15 Km, per arrivare dove il Mincio si immette nel bacino lacustre del Garda. Che dire? Trovarsi nella natura, fiancheggiando il fiume dall'acqua color verde scuro, di per sé è già un'ottima situazione, per chi ama ed apprezza la natura. Essere inoltre con una persona cara, parlare, scherzare, pedalare in silenzio, facendo anche un paio di pause per godersi maggiormente il giro...... era una gran gratificazione. Arrivate a Peschiera fecero ovviamente una pausa maggiore gustandosi un buon caffè davanti al lago. Poi la strada per il ritorno poiché le due amiche non amavano troppo il caldo che, col trascorrere del tempo, sarebbe aumentato. E via, di nuovo in bicicletta! Quando si è bambini, come ho scritto all'inizio, ti pare davvero di trovarti su un piccolo destriero e farlo volare: le sensazioni che, da adulta, Chiara avvertiva, soprattutto in quel particolare percorso, verso il lago e costeggiando un fiume, furono di sentirsi anch'essa, leggera leggera, parte di un ambiente naturale ricco, di colori e di odori, di piccoli animali acquatici. Lei stessa un tutt'uno con la realtà vissuta e raggiunta con il piacere, ed anche un po' di fatica, del suo corpo in movimento.

 

Racconto a cura di Daniela Minozzi

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