
Oggi più che mai tutti vogliono essere felici, eppure se ci dovessero chiedere che cosa sia realmente la felicità, difficilmente saremmo in grado di definirla
Molti pensano che la felicità si raggiunga accumulando ricchezze come l’acquisto di una casa, di un’automobile o di gioielli e abiti firmati. Sin da piccoli, infatti, la pubblicità e i film ci hanno insegnato che la felicità risiede nel possesso di cose materiali.
Altri sono convinti che si ottenga solo con il raggiungimento del potere, con il successo lavorativo o con il raggiungimento di certe mete quali una laurea, un matrimonio o uno status sociale elevato.
Eppure se ci riflettiamo la felicità non consiste nel raggiungere le mete prefissate, queste, infatti, ci permettono di raggiungere solo un’emozione effimera, uno stato di benessere istantaneo e fugace, che dipende da un oggetto o una situazione.
I libri e film ci hanno spesso presentato la figura dell’uomo o della donna di successo che sebbene sia circondato da oggetti preziosi e di lusso, alla fine, è infelice, spesso solo, ha tutto ciò che si potrebbe desiderare, eppure sente quel senso di vuoto.
E’ vero il denaro ci permette di comparare le cose che desideriamo e ci da quella tranquillità finanziaria ci fa sentire al sicuro, in caso di imprevisti; ci permette, inoltre, di accedere a quei servizi, ad esempio quelli sanitari, che dovrebbero essere assicurati a tutti, ma spesso non lo sono. Eppure la vera felicità, intesa come quello stato di benessere che ci avvolge in certe situazioni, non risiede nel denaro, non risiede in un oggetto.
La felicità non va cercata, perché non esiste un luogo dove è possibile trovarla. La felicità non deriva da un successo lavorativo, dall’acquisto di una nuova casa, da aver trovato un partner o dall’aver accumulato una ricchezza.
Se fosse così, quelle persone che hanno tutto ciò che si potrebbe desiderare dovrebbero essere felici, mentre quelle che hanno pochi beni materiali dovrebbero essere infelici.
E, invece, l’esperienza ci insegna che spesso le persone più felici sono quelle che possiedono di meno.
Non esiste una ricetta magica per la felicità.
La felicità è più vicina di quanto potremmo pensare, risiede soltanto in noi stessi ed è totalmente indipendente da ciò che possediamo.
La felicità è uno stato mentale, è un modo di sentirsi, non è una destinazione, ma piuttosto un viaggio.
La felicità è, infatti, un modo di vivere, è un’accettazione del momento che si sta vivendo, significa essere grati ed apprezzare ciò che si ha, nel presente, nel qui ed ora, non per qualcosa che avverrà nel futuro. Non possiamo, infatti, pianificare la nostra felicità.
La felicità è individuale, non esiste una felicità universale, ognuno deve scoprire la propria felicità.
Spesso sono le piccole cose e i piccoli gesti che, abbiamo lì a portata di mano a renderci felici, a farci provare emozioni positive e che forse presi dalla frenesia della nostra vita, tendiamo a dare per scontate.
Tendiamo a non accorgerci della bellezza che ci circonda, e non ci accorgiamo delle “ricchezze” che abbiamo: una passeggiata nella natura, una serata a teatro o in compagnia di amici, giocare con il proprio cane, il sorriso delle persone che amiamo, guardare un film in famiglia, prendere un treno e vedere il paesaggio che scorre dal finestrino.
Apprezzare le piccole cose della vita non significa accontentarsi, significa essere consapevoli che la nostra felicità nasce da noi stessi ed è l’insieme di quei momenti piacevoli, che arricchiscono la nostra anima e che ci spingono a continuare a impegnarci per realizzare i nostri sogni.
Perché se non si è felici con ciò che si ha, difficilmente lo saremo quando vedremo realizzati i nostri sogni e avremo ciò che abbiamo tanto desiderato.
La felicità, inoltre, è vera solo se condivisa, perché come scrisse il poeta inglese John Donne “No man is an island”, nessun uomo è un’isola; ciò che ricorderemo per anni, a volte per tutta la vita, sono le esperienze che abbiamo vissuto in compagnia delle persone a noi care, della nostra famiglia e dei nostri amici. Ed è proprio la condivisione di esperienze che ci lega alle altre persone.
La felicità non è uno stato permanente, non è costante, non è l’assenza di problemi, accadranno imprevisti, si verificheranno cambiamenti, ci saranno giorni no, in cui si vedrà tutto nero, in cui la vita lascerà dei segni e delle cicatrici, ma, poi, basterà soffermarsi a vedere ciò che si ha intorno per apprezzare ogni momento che ci fa stare bene, che ci fa stare in pace con noi stessi, con gli altri e che ci fa sentire parte dell’universo.
In fondo la felicità è un viaggio, un viaggio alla ricerca dell’equilibrio tra i nostri pensieri e le nostre emozioni, per dare un senso alla vita, cercando di fare ciò che si ama e anche nel caso in cui ciò non sia possibile, cercando di amare ciò che si fa.
Articolo a cura di Maria Grazia Di Somma