La cura, l’ambiente e la Bassa Pavese

Gli Stati Generali delle donne sono da sempre impegnati nella promozione della giustizia climatica, nella conservazione del suolo, nella tutela del paesaggio e della biodiversità, nello studio del tema dell’impatto delle attività umane sul Pianeta, sia in termini di equità che in termini di sostenibilità. Il 18 marzo del 2019, nell’ufficio del Parlamento europeo a Milano abbiamo dato vita ad una nuova tappa nel lungo viaggio delle donne presentando il “Patto delle donne per l’ambiente e il clima” per sottolineare ancora una volta il ruolo fondamentale delle donne per affrontare le grandi sfide che il Pianeta impone.

Le donne sono più vulnerabili a disastri ambientali e alle conseguenze dei cambiamenti climatici, genere e clima sono fattori fortemente connessi.

Ed è per questo che siamo così stupite dalle scelte di una donna, una sindaca, che è anche insegnante, di creare una nuova logistica in un piccolo centro della Bassa, Badia Pavese. L'insediamento previsto pare che dovrebbe occupare un'area di circa 200mila metri quadrati e sono circa 100mila i metri quadri destinati ai capannoni che potranno raggiungere i 14 metri di altezza.

La giunta con a capo la Sindaca Ginetta Granata ha già dato un primo parere favorevole alla bozza progettuale presentata dalla società GI & VI, con sede legale a Chignolo.

Le motivazioni che stanno alla base della decisione risiedono, si legge dalle dichiarazioni sul quotidiano locale della stessa Sindaca, nel fatto che Badia è “un paese che sta morendo, senza negozi e senza bar e forse, l'arrivo di nuove attività potrebbe essere di impulso a un rilancio dell'economia locale”.

Riteniamo, insieme ai Sindaci dei Comuni limitrofi, che probabilmente l’analisi costi benefici evidenza un eccessivo impatto ambientale per il consumo di suolo a danno di una agricoltura che dovrebbe invece essere sostenuta e diffusa e difesa proprio per garantire una identità territoriale, la salute delle collettività locali, la biodiversità e una  sostenibilità ambientale.

Crediamo che occorra immaginare lo sviluppo dei nostri territori della Bassa Pavese con lungimiranza e con un occhio attento all’ambiente, al suolo, al paesaggio, al ben vivere delle popolazioni ed anche all’intero assetto del territorio nel suo complesso, alla sua storia, alla sua connotazione specifica.

Uno degli elementi più rivoluzionari del ”gender mainstreaming“ è il presupposto su cui si basa: che qualsiasi politica pubblica ha degli impatti sulle relazioni e sulle disuguaglianze di genere. Implementare un programma di governo, a qualunque livello, non è un processo che si esaurisce nella progettazione di politiche specifiche, per sperare di essere efficace deve necessariamente prendere in considerazione l’impatto di genere e di sostenibilità sociale, economica ed ambientale di tutte le azioni che pone in essere.

E questo le donne lo hanno imparato.

Forse a Badia no e per questo speriamo che queste considerazioni possano essere di ausilio alla Sindaca per rivedere le scelte e, soprattutto, costruire un piano di azioni con la sua collettività.

 

Articolo a cura di Isa Maggi

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