Mercoledì, 26 Maggio 2021 10:38

Per non dimenticare Maria Adalgisa, la ricercatrice uccisa a Portici dal marito

La sera del 27 luglio 2020 è stata uccisa a Portici, Maria Adalgisa Nicolai, di 58 anni, dal compagno Giovanni Fabbrocino, di anni 65.

Dopo l’omicidio l’uomo si è buttato dal terzo piano del palazzo dove abitavano. Alcuni vicini, vedendo il corpo esanime dell’uomo per terra chiamano i soccorsi. Per entrare nell’appartamento dove si trovava Maria Adalgisa si sono dovuti arrampicare su un’impalcatura e, una volta dentro, trovano il corpo della donna senza vita, con numerose ferite da taglio.

Lui era disoccupato, mentre lei, originaria di San Severino Lucano, era docente ricercatrice della Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli.

L’omicidio-suicidio pare sia avvenuto al culmine di una violenta lite. Il Fabbrocino, dopo averla colpita con il martello, si sarebbe accanito sul suo corpo sventrandola con un coltello da cucina. Alcune parti di organi interni sono state trovate sul pavimento, mentre il cuore sarebbe stato strappato a mani nude. Forse l’assassino voleva sezionare il corpo per occultarlo a pezzi ma, colto dalla disperazione, decide di suicidarsi.

La coppia conviveva, anche se non in maniera costante, da circa cinque anni. Secondo le testimonianze i due avevano discusso animatamente nelle ore precedenti, pare che il Fabbrocino avesse una particolare paura di contrarre il Coronavirus e non voleva che la compagna passasse le vacanze da sola nel suo paese d’origine, San Severino. Ufficialmente non sono state mai sporte denunce, ma circa un mese prima la vittima si era rivolta alla Onlus Gazebo Rosa, che gestisce un centro antiviolenza in provincia di Napoli, perché maltrattata e minacciata dal Fabbrocino che avrebbe dovuto assumere psicofarmaci, ma lui non voleva, rifiutava di prenderli, faceva sceneggiate fingendo di volersi buttare dal balcone.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

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