Per non dimenticare Manuela, uccisa con 80 coltellate

Manuela, di 48 anni, è stata trovata morta nella sua casa a Milano nel pomeriggio del 20 luglio 2020.

All’anagrafe Emanuel Alves Rabacchi, era una transgender di origini brasiliane che viveva in Italia da circa quattro anni lavorando come escort. Usava vari pseudonimi, tra cui Manuela De Cassia, quello con cui era conosciuta di più.

Una vicina di casa, che sentiva odore di gas, chiama i Vigili del fuoco i quali, giunti sul posto, trovano il corpo esanime della donna con numerose lesioni provocate da arma da taglio e in un lago di sangue. In cucina erano stati lasciati i fornelli aperti, probabilmente per provocare un incendio e cancellare ogni traccia dell’omicidio.

Secondo le prime indagini, il delitto sarebbe giunto al culmine di un “litigio”, avvenuto diverse ore prima del rinvenimento del cadavere.

Qualche giorno dopo è stato fermato un cliente della donna, Cristian Losso, di anni 42, impiegato bancario, incastrato dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza poste fuori dall’appartamento che lo ritraggono entrare nella casa di Manuela. Nella casa dell’uomo, inoltre, viene ritrovato un coltello considerato l’arma del delitto.

Il Losso viene accusato di essere il responsabile dell’omicidio e gli viene contestato anche il reato di strage per aver lasciato aperti i fornelli nel tentativo di provocare un’esplosione per depistare le indagini. Interrogato, si avvale della facoltà di non rispondere e viene condotto in carcere. Secondo l’avvocato che lo assiste l’uomo non si trova in delle condizioni psichiche adeguate a chiarire la sua posizione.

L’esame autoptico rileva circa 80 coltellate sul corpo di Manuela.

Nell’udienza del mese di marzo 2021 il Losso confessa l’omicidio. Racconta che conosceva la vittima da circa due anni e che negli ultimi tempi lei lo ricattava, minacciandolo di divulgare foto e filmati di loro due insieme.

Per non dimenticare Manuela.

 

Articolo a cura di Elisa Stefania Tropea

 

 

Condividi