"Il boschetto dei quattro alberi, di cui (forse) non sapevi l’esistenza"

C'era una volta, c'è ancora e sempre ci sarà, in un paese che tutti conosciamo, un boschetto di soli quattro alberi eppure con tutte le caratteristiche per essere denominato tale: un buon terreno da cui trarre l'acqua e il nutrimento, la luce del sole indispensabile affinché le loro foglie assumano quella colorazione verde, più chiara o più scura attraverso il cui processo le piante liberano ossigeno nell'ambiente ed assorbono anidride carbonica; ed inoltre un cielo sovrastante variabile come l'umore di un artista: a volte denso di nubi che provocano pioggia, a volte limpido e sereno come una giornata felice, più spesso un alternarsi di nuvole, di ogni forma, a sprazzi di cielo azzurro . Senza dimenticare il vento, che a refoli leggeri o a folate impetuose, fa spesso sentire la sua presenza autorevole. I quattro alberi, tra loro differenti pur con tanto in comune, hanno, come ogni essere vivente, un nome. Quello più esterno si chiamava, si chiama e si chiamerà Sun, una parola che, nella lingua delle persone, più precisamente in una delle loro molteplici lingue, vuol dire Sole; lungo il tronco, ad un'altezza media, si notano distintamente due profonde fessurazioni che s'allungano verso l'alto; la chioma è ampia, con numerosi rami su cui le foglie sono disposte irregolarmente, più numerose in alcuni punti, più rade in altri. Ah, dimenticavo: prima di giungere al dispiegarsi della chioma, in alto, nel tronco, c'è una fenditura che incide in senso circolare la corteccia. Il secondo albero, che si chiama Hope, è il più grande: sfoggia numerose ramificazioni e una vasta chioma, fitta di migliaia di foglie verdi cresciute con accurata simmetria. Tra questo albero, così rigoglioso, e quello con una conformazione più accidentata, ecco Perla: quasi racchiuso tra Hope e Sun, come volessero proteggerlo. Non è né grande né alto come gli altri due eppure presenta una gran ricchezza di foglie verdi ed integre; svetta, nonostante la sua collocazione, verso il cielo a cui pare rivolgersi come per una preghiera. Infine, discosto dagli altri, il quarto albero. Ha una singolare particolarità: dal terreno esce un unico, robusto tronco che, a poche decine di centimetri dal suolo, si biforca vistosamente. È come se ci fossero due alberi in uno e in realtà è proprio così perché, dalla biforcazione, sono cresciuti e si sono sviluppati proprio due alberi, cresciuti inizialmente da un tronco solo. Si chiama Amal che significa anch'esso Speranza.

Ci fu qualcuno che disse: “Gli alberi sono lo sforzo della Terra per parlare al Cielo in ascolto”. Bellissima questa espressione! I quattro alberi del boschetto della nostra storia oltre ad essere, appunto, un suggestivo tramite tra Terra e Cielo, evidenziano anche qualcosa d'altro: sono manifestazioni evidenti e palpabili, unitamente ai significati di cui sono apportatori, di un itinerario nel tempo dell'esistenza umana. Ebbene il boschetto ci parla della vita di ognuno di noi. In genere le cose hanno un significato che è quello che noi attribuiamo loro. Ci sono però elementi, come i quattro alberi, che hanno insite in sé delle verità indiscutibili; ma questo lo capiscono solamente gli spiriti sensibili e profondi. Il boschetto, che c'era, che c'è e che sempre ci sarà, racchiude ed esprime un potente significato attraverso la simbologia che lo rappresenta. Sun, il primo albero, quello proteso verso l'esterno, è il contesto di vita in cui ci ritroviamo ora, leggendo questa storia, indipendentemente dalla nostra età: che siano 40 anni, che siano 60, che siano meno, che siano di più. Il tempo quindi in cui adesso agiamo e come siamo, nel nostro procedere nel tempo: le relazioni affettive, l'occupazione lavorativa che ci consente di vivere, il "già dato" di chi ha lasciato il mondo del lavoro, la casa in cui viviamo, le attività che ci coinvolgono ed interessano, qualunque esse siano. Le nostre condizioni di salute.

Si evince facilmente che le ferite di Sun sono le lotte che abbiamo combattuto, quello che ci ha riservato il destino, le fatiche e le difficoltà affrontate e superate o ancora in corso. E che hanno lasciato segni. Hope, invece, l'albero più intatto, rigoglioso e dal fogliame esuberante, simboleggia ciò che avremmo voluto fosse la nostra esistenza, con determinati progetti, obiettivi, sogni. Qui interviene il fattore età anagrafica poiché colei o colui che si ritrova, come probabilità temporale, un maggior lasso di tempo davanti a sé, può ancora ambire alla concretizzazione, alla realizzazione dei suoi sogni, obiettivi, progetti. Mi piace dire comunque che, indipendentemente dalla propria età, chiunque mantiene tale possibilità. Perla. Con un appellativo che è tutto un programma, quale sarà mai il significato della sua presenza nel boschetto? Il nostro mondo interiore, naturalmente, un colorato ed originale mosaico che è il nocciolo della nostra personalità, del carattere e del temperamento. Un nucleo che abbiamo nutrito e coltivato, costituito da sentimenti, emozioni, sensazioni; riflessioni infinite, ideali e valori. Il Pensiero. Perla è l'albero da cui si dipanano, nella nostra realtà personale e sociale, atteggiamenti e comportamenti, parole dette, parole taciute. C'è chi, purtroppo, attribuisce ad esso poca importanza, trascurandolo e chi invece se ne occupa, con cura ed attenzione, in ogni giorno della sua vita. C'è chi utilizza le esperienze dolorose e difficili per inaridirlo ulteriormente e chi riesce, e vuole, fare delle stesse un arricchimento continuo. Siamo arrivati ad Amal, il cui nome vuol dire ugualmente Speranza. Presenta una particolare morfologia e qui la scrivente si è consentita un occhio di riguardo verso tutti coloro coinvolti in una relazione d'amore problematica e conflittuale in cui, da tempo, prevalgono amarezza, giochetti di potere, insomma mancanza di rispetto. Amal vuol essere la possibilità reale e futura, unita alla speranza di farcela, di cambiare siffatta situazione. Incontrando, invece, una Persona con cui il rapporto sia reciprocamente apportatore di serenità e di gratificazioni. Voglio aggiungere anche coloro che, da tempo, non hanno più un Amore che cammini al loro fianco. Così finisce, ma noi la faremo continuare, la storia del boschetto che, nel paese che tutti conosciamo, c'era, c'è e sempre ci sarà.

 

Racconto a cura di Daniela Minozzi

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