Per non dimenticare: ''Uccise la moglie e rese invalida la figlia''

Il 10 giugno 2020 a Volvera, in provincia di Torino, Cristina Messina, di 54 anni, viene uccisa dal suo ex marito Nicola Cirillo, di 58 anni.

Il Cirillo raggiunge Cristina nella sua casa e spara per primo alla figliastra Giusy, di 29 anni, che si era messa in mezzo per impedirgli di agire, e poi a lei che, nonostante avesse tentato di scappare sul balcone, viene raggiunta da un proiettile alla testa. In seguito l’uomo fugge.

Alcuni vicini chiamano i soccorsi che trovano Cristina morta mentre la figlia, in gravi condizioni, viene portata in ospedale dove viene sottoposta a diversi interventi chirurgici. In casa c’erano anche altri figli della donna che, fortunatamente, rimangono illesi.

Il Cirillo, ricercato, si presenta nel primo pomeriggio alla caserma di Pinerolo e si costituisce e confessa di aver agito per gelosia, non accettava che l’ex compagna si fosse rifatta una vita. Lei voleva essere libera, ma per lui era una proprietà e agisce di conseguenza, senza alcun rimorso. I due avevano divorziato da circa quattro anni e lui abitava in un altro appartamento dello stesso complesso popolare. Non è chiaro se l’arma fosse illegale o meno, in ogni caso nell’udienza di convalida dell’arresto il giudice per le indagini preliminari conferma la custodia in carcere. La figlia della vittima, dimessa dopo settimane, è rimasta paralizzata e non potrà più camminare.

Per l’uomo il pm chiede la condanna a 30 anni di reclusione accolta nel successivo dicembre applicando le aggravanti di premeditazione, futili motivi e precedente vincolo di convivenza. La Corte d’Assise di Torino concede il riconoscimento delle attenuanti generiche che gli hanno evitato l’ergastolo.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

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