Per non dimenticare Lucia Caiazza, picchiata a morte dal compagno

Lucia Caiazza, 52 anni, originaria di Casavatore, muore il 14 maggio 2020 all'ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, in provincia di Napoli. Era arrivata al Pronto Soccorso due giorni prima con forti dolori all’addome, in un primo momento relazionati alle conseguenze di un incidente stradale avuto tre giorni prima. Aveva la milza lacerata e nonostante un tentativo estremo con un intervento chirurgico, è morta per le conseguenze del danno riportato.

La procura di Napoli Nord apre un’inchiesta e l’esame autoptico rivela, oltre a ematomi sul viso e il setto nasale rotto, che c’era stata la “rottura, lacerazione traumatica, della milza” e un conseguente “shock emorragico irreversibile” dovuti a un pestaggio e non riconducibili all’incidente stradale. Dunque la conseguenza di una violenta aggressione, secondo le indagini degli inquirenti a opera del compagno di Lucia, Vincenzo Garzia, di 47 anni, originario di Arzano.

Stante la ricostruzione, dopo l’aggressione, risalente probabilmente agli inizi di maggio, Lucia aveva cominciato a lamentarsi di forti dolori all’addome. Era stata dal medico di famiglia che, non sapendo i fatti, pensava a una colica e l’aveva invitata a fare un’ecografia, cosa che lei non aveva mai fatto, nel timore che potesse emergere l’accaduto. Aveva finito con il peggiorare ora dopo ora, fino al suo arrivo al Pronto Soccorso.

Lucia era separata, aveva due figlie e contro il loro parere si era trasferita nel periodo del lockdown a casa del suo nuovo compagno, il quale l’avrebbe ripetutamente presa a calci; violenze, però, che non erano mai state denunciate. Ma intercettazioni telefoniche e ambientali, dichiarazioni e testimonianze, hanno costituito un quadro sufficiente per fare del Garzia un indiziato, che già in altre occasioni avrebbe picchiato la compagna. La Procura arresta l’uomo il 25 ottobre 2020 con l’accusa di omicidio preterintenzionale e lesioni aggravate.

Il Grazia continua a proclamarsi innocente, ma numerose sono le testimonianze, uscite fuori nell’udienza del marzo 2021, della sua abitudine alla violenza, anche nella relazione precedente con un’altra donna. Amici in comune testimoni oculari di schiaffi, e poi la sorella di Lucia e le due figlie, che raccontano quanto fosse cambiata da quando stava con lui: cambi d’umore, le telefonate sempre in viva voce, molti litigi, lividi sospetti e un umore cupo.

Per non dimenticare Lucia Caiazza.

 

Articolo a cura di Elisa Stefania Tropea

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