Il Fiore nel Libro

I vecchi libri con le loro copertine consumate, le pagine sbiadite, hanno un loro fascino particolare. Perché nei libri oltre ai romanzi, ai racconti, in una specie di via parallela, si possono leggere le storie di coloro che li hanno posseduti, letti e che attraverso sottolineature, pensieri scritti a matita o su piccoli fogli di carta, fiori o lettere nascoste tra le pagine, hanno fatto arrivare sino a noi storie che altrimenti si sarebbero perdute nelle pieghe del tempo.

Questa che voglio raccontarvi è la storia di un libro che si lega misteriosamente a quella di due bambine e a un papavero rosso, racchiuso tra le pagine ormai ingiallite di un romanzo di Salgari, Iolanda la figlia del Corsaro Nero, in cui si narrano le gesta di un’eroica ragazza che attraversa i mari per combattere contro il perfido nemico assassino di suo padre.

“Chi siete voi che bussate?” “Siamo corsare di grazia!”

“E per cosa combattete?” “Combattiamo nei mari per la giustizia”!

“E come vi chiamate?” “Lucia e Micol amiche per sempre”.

Firenze, 12 dicembre 1943.

Nella pagina bianca che segue la copertina queste parole scritte in bella calligrafia, con la penna a inchiostro nero. Poi, in fondo al libro, una lettera:

“Carissima amica mia,

stanotte partiremo, ormai qui è diventato pericoloso per noi e grazie a tuo nonno e ai suoi amici abbiamo potuto avere i documenti per raggiungere mio padre in Svizzera. Finalmente lo rivedrò dopo tanto tempo e questo un po’ mi consola dal dispiacere di lasciare Firenze, la mia casa, i miei affetti e te, carissima Lucia. La mamma dice che torneremo quando finirà la guerra, ma che ora dobbiamo andarcene perché quelli come me, insomma, gli ebrei, li portano via e non si sa dove li mandano. Sai, questa storia degli ebrei non l’ho mai capita: da un giorno all’altro non sono stata più italiana ma parte di una razza molto simile ai topi, com’è scritto in quei manifesti attaccati sui muri della propaganda fascista. Per cui sono diventata come un’appestata e non ho più potuto frequentare la scuola e giocare ai giardini con te e gli altri bambini. Io però non mi sono mai vista diversa dagli altri e, come dice tuo nonno Gigi, siamo tutti uguali, dice che le razze sono un’invenzione per perseguitare gli innocenti, credo che anch’io da grande diventerò socialista come lui.  Ricordi, Lucia, quando di nascosto mi toglievo la fascia con la stella dal braccio e poi scorrazzavamo lungo le rive dell’Arno, tirando sassi con la fionda sull’acqua? Ci chiamavano le ‘sguaiate’ le mamme di altre bambine alle quali non era permesso di giocare con i maschi, arrampicarsi sugli alberi o costruire con le canne piccoli rifugi dove nascondersi. Tornavamo a casa sempre con le ginocchia sbucciate e i capelli spettinati e le nostre mamme si arrabbiavano tutte le volte. Solo tuo nonno ci ha sempre difese, dicendo che dovevamo essere libere di giocare come ci piaceva. Certo noi due siamo cresciute come sorelle, vero Lucia? Nate nello stesso stabile con la differenza di un mese l’una dall’altra, non ci siamo mai separate, solo ora per colpa di questa guerra e di questi uomini malvagi con le camicie nere e le divise da SS. Ma noi siamo Corsare e, come Jolanda, non ci perdiamo d’animo e resteremo sempre vicine con il cuore sino al giorno in cui ci rivedremo.

Questa notte, in un posto segreto che sa solo mamma, ci troveremo con due giovani che conoscono il nonno e che ci condurranno verso la Svizzera. Ti lascio questo libro, che abbiamo tante volte letto insieme sognando di poter anche noi navigare verso il mar delle Antille con una barca a vela tutta nostra, e il papavero rosso raccolto l’estate scorsa che abbiamo chiamato Libertà. Forse un giorno ci andremo insieme con la barca di Vittorio, l’amico di mio padre che tiene ferma una grande barca a Pisa, senza mai usarla.

Un abbraccio forte e ti scriverò quando arrivo. Tua amica Micol”.

Termina così la lettera custodita in questo vecchio libro di avventura che narra una storia di amicizia e solidarietà in un periodo buio e difficile per il nostro Paese. E Lucia e Micol si saranno ritrovate? Questo il libro non lo dice, ma dagli indizi raccolti sembra che anni fa qualcuno le abbia viste navigare verso un’isola misteriosa a largo delle Antille: la bandiera sul pennone era corsara, con un papavero rosso disegnato.

 

Racconto a cura di Emerita Cretella

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