Per non dimenticare Alessandra, uccisa nel sonno da un colpo di fucile

La notte tra il 18 e il 19 aprile 2020 è stata uccisa in provincia di Milano Alessandra Cità, 47 anni.

L’assassino, l’ex compagno Antonio Vena, coetaneo e anche lui originario della Sicilia, si costituisce di fronte ai carabinieri confessando di aver compiuto il gesto per “gelosia”, in quanto lei voleva lasciarlo dopo nove anni di relazione in cui si vedevano solo nel fine settimane, poiché lui viveva nel Trentino.

La uccide durante il sonno con un colpo alla testa di fucile a pompa, arma regolarmente intestata alla donna, una conducente di tram.

Si erano lasciati da poche settimane, ma dato che a causa della pandemia lui aveva perso il lavoro, lei lo stava ospitando in casa sua.

Il Vena aveva un figlio ed era già stato sposato, una storia connotata dalla violenza in quanto l’ex moglie due volte lo aveva denunciato per maltrattamenti. In particolare, nel 2012 l’aveva inseguita in auto e l’aveva tamponata per farla uscire fuori strada. 

Nei confronti dell’uomo viene disposto il fermo con l'accusa di omicidio volontario, confermato il 21 di aprile con la disposizione della custodia cautelare in carcere. Nel gennaio del 2021 si chiudono le indagini e viene confermata l’accusa di omicidio volontario aggravato. Nel successivo mese di marzo l’uomo è rinviato a giudizio in rito ordinario.

Per non dimenticare Alessandra Cità.

 

Articolo a cura di Elisa Stefania Tropea

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