Un giorno ho incontrato Dio

Un giorno ho incontrato Dio, non aveva una luce celeste e non indossava abiti sontuosi, quando l'ho incontrato, prima di capire chi fosse veramente, mi sono resa conto che nei momenti più difficili della mia vita lo avevo intravisto, avevo incrociato il suo sguardo, ma ero troppo confusa dal dolore e dalla paura, e forse troppo piegata e fatta a pezzi da non rendermi conto della sua presenza.

Spesso il dolore diventa disperazione senza via d'uscita, tutti sembrano indifferenti, altri lo sono, ma in fondo anche noi lo siamo, perché non volersi bene è il più grande atto di infedeltà verso noi stessi!

Questo Dio, ne sono certa, farebbe ricredere anche un ateo, perché LUI è dentro di noi, è quella parte nascosta e sconosciuta, che spesso le brutture della vita non ci fanno vedere; non sono una visionaria o una fanatica, non sono nemmeno una folle, ma una donna che ha incontrato l'amore di Dio nei posti peggiori, quelli che solo alcuni conoscono, dove ogni giorno è un miracolo.

E allora… vi dico e mi dico: Perché dobbiamo combattere i mostri, per comprendere il grande miracolo della vita? Perché dobbiamo comprenderne il valore solo quando ci rendiamo conto che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo? Perché dobbiamo incontrare persone ammalate, persone che hanno perso qualcuno che amavano per mano di un violento, perché?

Ho chiesto a Dio, di mandarmi dei segni, di farsi vedere più spesso, e Lui mi ha risposto che, tante volte ha messo la mano sulla mia spalla, che tante volte ha urlato al mio cuore e ha combattuto contro la mia tristezza e mentre lui si prodigava a fare tutto ciò, io ero sorda e cieca. Allora ho chiesto perdono, ho chiesto di non volermene, e nel silenzio ho compreso il giorno in cui ha preso la mia mano, il giorno in cui con un solo gesto ho spostato la tenda della mia stanza, ed una luce improvvisa è entrata, come uno squarcio nel buio ho visto finalmente ciò che per anni non avevo mai guardato, una collina di fronte a me con una croce  piccola e invisibile, ma era lì sempre più vicina a dirmi che anche Dio ha sacrificato suo figlio e poi lo ha riportato alla vita, perciò si può e si deve rinascere a nuova vita, perché  nessuna sofferenza deve essere vana e nessuna tristezza, nessun mostro deve nasconderci il volto di Dio e il suo infinito amore.

Dove c'è tristezza c'è disperazione, dove c'è odio vi è morte, dove c'è rancore c'è frustrazione, ma dove c'è amore c'è speranza e attimi interminabili di felicità.

Sulla nostra strada incontreremo tanti Giuda, Ponzio Pilato e anche gente che preferirà Barabba a noi, ma questi uomini resteranno nella notte dei tempi i peggiori, perché solo alle creature di Dio è dato il dono della Resurrezione e del suo amore infinito.

 

Articolo a cura di Grazia Biondi

Condividi