Martedì, 23 Marzo 2021 09:56

Per non dimenticare Francesca Fantoni, violentata e uccisa

Siamo a Bedizzole, in provincia di Brescia. Lei è Francesca Fantoni, 39 anni. Lui è Andrea Pavarini, 31 anni. La mattina del 27 gennaio 2020, un carabiniere nota un corpo senza vita a terra, dietro un cespuglio, nel Parco dei Bersaglieri. Il cadavere riportava segni di violenza tali da far pensare a un omicidio.

La vittima è Francesca Fantoni, residente nella cittadina e conosciuta da tutti come Kekka, invalida al 74 per cento per disturbi emotivi e oligofrenia, era uscita nel tardo pomeriggio e la sera, preoccupata per non riuscire a rintracciarla, la famiglia ne denuncia la sparizione. Il suo cellulare viene ritrovato il giorno dopo, rotto, nella piazza del paese.

Quasi all’inizio delle indagini viene fermato un sospettato, Andrea Pavarini, impiegato saltuariamente come giardiniere e padre di un bambino di tre mesi, conoscente di Kekka e già noto alle forze dell’ordine per molestie sessuali e per aver fatto esplicite proposte sessuali sia a lei che alla sorella. L’uomo era stato visto allontanarsi insieme alla vittima verso il Parco dei Bersaglieri.

Una telecamera di videosorveglianza, inoltre, lo aveva ripreso la sera del delitto con una felpa poi ritrovata in casa sua sporca di sangue e fango.

All’inizio il Pavarini nega tutto, ma viene comunque trasferito in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Durante l’udienza di convalida del fermo, il 29 gennaio, confessa il delitto ma non fornisce un movente. A farlo crollare i riscontri delle tracce ematiche sulla felpa, corrispondenti a quelle della vittima.

Inoltre, l’uomo era stato ripreso da una telecamera nei pressi di un bar vicino al parco con la felpa pulita e insieme a Kekka, circa due ore dopo riappare nelle telecamere di un altro bar con la felpa sporca.

Dall’esame è emerso che la vittima era stata violentata, poi aggredita con calci e pugni, ferita con un oggetto di plastica e infine strangolata. Nonostante sia stata messa in dubbio la sua capacità di intendere e di volere, viene stabilito che il Pavarini era cosciente e lucido al momento del delitto. Nel mese di dicembre è stato rinviato a giudizio.

Per non dimenticare Francesca Fantoni.

 

Articolo a cura di Lucia Ottavi

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