Martedì, 16 Marzo 2021 08:54

Le lunghe tele del silenzio

Immagine tratta dal film "Agora" (film del 2009 diretto da Alejandro Amenábar, interpretato da Rachel Weisz)

Mi sono interrogata spesso, in questi anni, sul significato di “Sorellanza” cercando di trovarne una radice storica ma anche, capire se questo valore ha una possibilità di realizzarsi oppure di essere confinato in un universo utopico come un bel dipinto d’epoca. Sorellanza, un termine che indica l’unione, il patto sociale tra donne per l’affermazione dei loro diritti, venne coniato negli anni Settanta in Gran Bretagna dalla scrittrice e leader femminista Kate Millet che vide nell’unione tra tutte le donne la possibilità di un cambiamento sociale e culturale. In seguito, Marcela Lagarde, antropologa e politica messicana che, per prima, ha usato il termine femminicidio, evidenzia come il cambiamento e la conquista di una Democrazia Paritaria può realizzarsi solo attraverso la presa di coscienza del proprio valore e creando forti alleanze tra donne per il superamento di una mentalità divisiva che non fa altro che dare forza al patriarcato.

Democrazia e Diritti, concetti basilari nella fondazione della cultura occidentale che sanciscono una parità tra uomini e donne rimasta purtroppo sul piano teorico e non realizzata nonostante gli indubbi progressi raggiuti. E in questa crisi della Democrazia rappresentativa che stiamo vivendo e la minaccia concreta di perdere i diritti conquistati, continua a pesare la poca presenza femminile nei ruoli di rilievo nelle istituzioni e nella politica. Forse è la stessa idea di democrazia, che la cultura occidentale identifica nelle antiche radici greche ed ateniesi, che va rivista e cambiata in quanto questa nacque come un patto tra “uomini fratelli” contro i tiranni oligarchi dalla quale le sorelle sono state escluse.

L’Agorà, la piazza, spazio democratico e decisionale non ha mai incluso le donne relegate negli spazi privati, domestici a tessere lunghe tele nel silenzio che è durato per secoli, legittimato da una storia degli avvenimenti al servizio di un maschile dominante. Per questo mi chiedo se oggi è possibile, gettando le basi per un patto tra sorelle, prendere il nostro spazio nell’agorà e creare una Democrazia dell’inclusione in cui i diritti delle donne vengano davvero rispettati insieme alla libertà di vivere la propria vita e realizzarsi come persone. È difficile ma dobbiamo provarci.

 

Articolo a cura di Emerita Cretella

Console Debug Joomla!

Sessione

Informazioni profilo

Utilizzo memoria

Query Database